Hong Kong e Singapore attivano la bolla: riapre il turismo
C’è chi la chiama “bolla” come nell’NBA e chi “corridoio” come il governo inglese, il significato però è lo stesso: […]
C’è chi la chiama “bolla” come nell’NBA e chi “corridoio” come il governo inglese, il significato però è lo stesso: libertà di viaggiare da una nazione ad un’altra per qualsiasi motivazione sia essa essenziale o non, come il turismo.
In questo articolo:
Entrambe le nazioni hanno chiuso le proprie frontiere la scorsa primavera, gli aeroporti sono rimasti operativi solo per i voli cargo e quelli di rimpatrio fino a metà estate. Poi Hong Long e Singapore hanno dato via libera ai voli commerciali, ma con restrizioni durissime (obbligo di quarantena per i passeggeri) e hanno continuato a vietare i viaggi turistici.
Entrambi gli scali, sempre con regole ferree, erano aperti anche ai transiti per consentire ai passeggeri di fare scalo e ripartire, senza uscire dall’area sterile dell’aeroporto. Anche in questo caso i viaggi erano solo essenziali dato che nella regione nessuna delle nazioni ha riaperto ai turisti.
Attualmente l’annuncio della “bolla” potrebbe aprire la strada ad un lento ritorno alla normalità. Se ne parla da molti mesi, ma la seconda ondata ha rallentato ogni dialogo tra nazioni. Finalmente qualcosa sembrerebbe muoversi, anche se per noi dall’Italia resta ancora un miraggio poter volare in quelle nazioni.
Il funzionamento sarà semplice e reciproco e consentirà ai rispettivi residenti di muoversi tra i due Stati come prima, senza incorrere in limitazioni o isolamento, salvo ovviamente l’esito negativo del tampone.
Altre nazioni stanno valutando soluzioni simili. Australia, Nuova Zelanda e Giappone pensano di attivare una bolla che consenta di facilitare gli spostamenti, così come il progetto di riapertura di aree controllate della Thailandia che prevede di aprire Phucket a turisti che saranno obbligati a permanere in un’area definita per un primo periodo di 14 giorni per poi potersi spostare liberamente in tutta la nazione.