Le crociere sono ripartite (in Italia), ecco cosa è cambiato
La prima al mondo è stata MSC Grandiosa il 16 agosto, seguita dopo poco da Costa Crociere con Diadema. Le […]
La prima al mondo è stata MSC Grandiosa il 16 agosto, seguita dopo poco da Costa Crociere con Diadema.
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Le due compagnie italiane, le più grandi del Mediterraneo, hanno ridisegnato itinerari e ideato da zero un protocollo che oggi permette di definire le crociere come la formula di vacanza più sicura al mondo.
Mentre nel resto del pianeta le navi sono all’ancora e gli equipaggi a casa senza lavoro, Costa e Msc hanno riacceso i motori e da 2 mesi hanno iniziato nuovamente a fare scalo nel Mediterraneo.
Ma le crociere in epoca covid sono profondamente diverse da quelle che erano prima di febbraio 2020. Addio ai buffet, almeno fino a fine emergenza, capienza ridotta e, come accade nella vita di tutti i giorni, tanto distanziamento sociale.
La novità principale è che dal momento della partenza la crociera diventa una “bolla” dal quale non è possibile uscire in nessun caso. Tutti i passeggeri vengono testati prima di ricevere il permesso di imbarcarsi e durante la navigazione, gli scanner misurano la temperatura degli ospiti costantemente.
La bolla non si apre nemmeno durante le escursioni, anzi, se si vuole scendere a terra bisogna sottostare ad un protocollo rigidissimo: addio alle escursioni fai da te e ai gruppi affollati su mezzi pubblici e non.
Adesso l’offerta per chi vuole scendere dalla nave è una sola: piccoli gruppi e controlli serrati per evitare che un passeggero possa “infettarsi” e quindi portare il virus a bordo.
Per i viaggiatori tutto questo si traduce in una vacanza molto meno stressante, basti pensare a Costa Smeralda battezzata proprio a febbraio 2020: è in grado di ospitare più di 6.000 passeggeri e viaggerà a poco più di due terzi di capienza.
Come per il trasporto aereo però, i viaggiatori devono rimanere flessibili a potenziali cambiamenti last minute, come avvenuto recentemente con il crescere della pandemia in Spagna e Francia, che ha costretto le compagnie a ridisegnare gli itinerari e a puntare su scali solo in Italia in modo da evitare di incorrere in quarantene e restrizioni imposte dalle altre nazioni europee ai turisti.