Italia-USA, in volo senza obbligo di quarantena
Un primato importante per l’aeroporto di Fiumicino, primo scalo in Europa ad attivare dei corridoi sanitari sicuri, al fine di […]
Un primato importante per l’aeroporto di Fiumicino, primo scalo in Europa ad attivare dei corridoi sanitari sicuri, al fine di garantire dei voli “Covid Tested”. Sarà dunque possibile far cadere l’obbligo di quarantena nei voli di collegamento con gli Stati Uniti.
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“Impossibile pensare di far tornare a respirare un settore come quello dei voli, per turismo o lavoro, se all’arrivo ciò che attende è un periodo di isolamento forzato. Le restrizioni ai viaggi internazionali uccidono il trasporto aereo, mettendo a rischio più di 46 milioni di posti di lavoro”. Lo ha dichiarato Alexandre de Juniac, direttore generale della Iata.
Il mondo aeroportuale italiano si è dimostrato all’avanguardia nella lotta al Covid-19, fin dalla prima ondata di inizio 2020. A conferma di ciò, ecco il sistema pensato per i voli Alitalia e Delta, in merito agli spostamenti tra Roma e alcune destinazioni americane. Una notizia che conferma le indiscrezioni dell’agenzia di stampa Reuters.
Nella giornata di ieri, infatti, si è parlato di USA pronti a rimuovere il divieto di ingresso ai passeggeri provenienti da tutti i 27 Stati dell’Unione Europea e dal Brasile.
Sistema anti Covid: come funziona
Il sistema di messa in sicurezza dei passeggeri, che consente di far decadere l’obbligo di quarantena, comprende tamponi rapidi da effettuare all’interno dell’aeroporto prima di salire a bordo del velivolo e passaporti sanitari digitali. A ciò si aggiungerà in seguito, forse, l’obbligo di vaccinazione, quando i vari Paesi potranno distribuire le dosi autorizzate.
In questa fase l’elemento chiave è rappresentato dal test antigenico rapido. È infatti possibile ottenere una risposta attendibile entro 30 minuti. Sarà necessario dunque recarsi in aeroporto con ulteriore anticipo, rispetto a quanto consigliato di norma. Un sistema già ampiamente sperimentato, che ha mosso i primi passi il 16 settembre 2020, proprio in Italia, sulla rotta Fiumicino-Linate.
La procedura prevede che il passeggero si presenti in aeroporto con un test Pcr eseguito fino a 72 ore prima della partenza, sarà quindi sottoposto, prima dell’imbarco, ad un test rapido in aeroporto (come avviene oggi tra Linate e Fiumicino) e infine un test rapido all’arrivo a Roma-Fiumicino. Al momento del rientro verso gli USA il passeggero dovrà sottoporsi ad un ulteriore test rapido. Quattro tamponi in tutto — tra rapidi e «classici» — che dovrebbero ridurre al minimo il rischio di far salire persone positive al coronavirus e che potrebbero tracciare la rotta per il ritorno al traffico intercontinentale.
Italia-USA quali sono gli aeroporti interessati
I risultati dei test effettuati a settembre sono stati ritenuti soddisfacenti. AdR (Aeroporti di Roma) ha portato avanti delle trattative con svariate compagnie e autorità, al fine di estendere i test a più voli possibili. Sguardo rivolto in particolar modo alle tratte intercontinentali, che negli ultimi mesi hanno registrato il maggior numero di cali.
È stato infine siglato l’accordo sperato con Alitalia e Delta Air Lines, ottenendo l’autorizzazione del governo italiano. Spostamenti in sicurezza con inizio prima di Natale, dato che il primo volo dovrebbe partire il 18 dicembre. Le tratta saranno Roma-New York JFK e EWR. Ad oggi sono previste 3 frequenze settimanali con Alitalia e due con Delta, per la rotta Atlanta-Roma.
Voli Covid tested per altre destinazioni
Il via ufficiale verrà dato soltanto dopo l’ordinanza dei ministri della Salute, dei Trasporti e degli Esteri. Non è da escludere la possibilità di estendere tale procedura anche ad altre rotte, come quelle che mettono in collegamento Italia e Germania, con aerei in arrivo da Monaco e Francoforte.
Cosa cambia per gli italiani
Al momento? Niente. Difficile che nell’imminente nuovo DPCM si apra ai viaggi non essenziali verso gli Stati Uniti, quindi questo corridoio, o bolla, sarà aperto solo per i cittadini americani che si spostano in Italia per ragioni importanti come lavoro e salute. Non ci sarà nemmeno il tanto sperato ritorno dei turisti americani, anche se non è da escludere che le maglie del Governo USA saranno meno strette di quelle italiane.