Hai avuto il Coronavirus? In questi Paesi puoi entrare da turista
Hai avuto il Coronavirus, sei guarito e ora sogni una vacanza? C’è una buona (ottima) notizia. Sono diversi i Paesi […]
Hai avuto il Coronavirus, sei guarito e ora sogni una vacanza? C’è una buona (ottima) notizia. Sono diversi i Paesi che stanno pensando di riaprire al turismo, concentrandosi proprio sugli ex malati Covid. Per loro ci sarebbe una “corsia preferenziale”, senza l’obbligo di quarantena (prevista invece in Paesi come la Thailandia).
Il caso Islanda
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È vero, nessuno ha la certezza che di Covid-19 ci si ammali solo una volta. Anzi, sembra che il contagio sia possibile anche tra guariti. Tuttavia, la maggior parte delle persone che hanno contratto il virus mostra un apprezzabile numero di anticorpi anche mesi dopo la certificata guarigione. È da questa evidenza che sono partiti diversi Paesi, specialmente quelli a marcata vocazione turistica.
Il concetto è quello del “passaporto di immunità“, di cui già da mesi si parla. Perché non concedere a chi è guarito la possibilità di viaggiare? Per il turismo sarebbe una piccola boccata d’ossigeno, vista l’attuale situazione.
Secondo quanto rivelato dalla CNN, l’Islanda lo annuncerà presto: chi ha avuto il Coronavirus e può provarlo potrà entrare nel Paese da turista senza l’obbligo di quarantena. Attualmente, i viaggiatori ammessi in Islanda devono sottoporsi ad un test all’arrivo, auto-isolarsi per 4 o 5 giorni, e poi sottoporsi ad un ulteriore test prima di godersi le loro vacanze. A partire dal 10 dicembre, tuttavia, chi dimostrerà di aver avuto il Coronavirus negli ultimi 6 mesi e di essere poi guarito può evitare la quarantena.
Vale anche per gli italiani? Sì. Oggi si può andare in vacanza in Islanda, sebbene al ritorno in Italia ci si debba sottoporre a isolamento fiduciario (se il periodo è compreso tra il 21 dicembre e il 6 gennaio) o si debba mostrare un test molecolare negativo effettuato non più di 48 ore prima (prima del 21 dicembre e dopo il 6 gennaio).
L’Islanda non è l’unico Paese (quasi) aperto
L’Islanda non è la sola ad ammettere i viaggiatori guariti dal Coronavirus. L‘Ungheria, ad esempio, nonostante sia chiusa persino ai Paesi confinanti, ha annunciato di voler sposare la teoria del “passaporto d’immunità”: presto chi ha avuto il Covid-19 sarà il benvenuto. Stanno ragionando in questa direzione anche Finlandia, Norvegia e Svezia.
Mentre le vaccinazioni sono già cominciate, le compagnie aeree, i governi e gli enti del turismo stanno valutando le diverse opzioni per i “passaporti d’immunità”. Si parla di applicazioni digitali, con la certificazione dei vaccini effettuati e dell’avvenuta guarigione. Gli ufficiali di frontiera potrebbero così avere un semplice e sicuro accesso ai dati dei viaggiatori e i Paesi sarebbero più tutelati. Le domande a questo punto sono due: quale app usare? E come la mettiamo con la privacy?
Diverse compagnie aeree supportano ad oggi CommonPass, un’iniziativa del World Economic Forum volta a creare un’app condivisa, che tenga traccia dei registri delle vaccinazioni di una persona e di altri problemi di salute importanti per i viaggi. Utilizzando tecnologie a prova di manomissione come la blockchain, l’app memorizzerebbe i dati in modo che i funzionari di frontiera e i dipendenti delle compagnie aeree possano effettuare le verifiche rapidamente e “ammettere” il viaggiatore. Un’idea, questa, che piace molto a JetBlue, Swiss, Virgin Atlantic e United. È questo il futuro? Solo il tempo lo dirà.