I cani “anti covid” atterrano all’aeroporto di Cuneo
Nei mesi scorsi avevamo già trattato l’argomento cani anti covid, parlando di come una pattuglia cinofila debitamente addestrata fosse operativa […]
Nei mesi scorsi avevamo già trattato l’argomento cani anti covid, parlando di come una pattuglia cinofila debitamente addestrata fosse operativa nello scalo della capitale della Finlandia e altri esemplari fossero in fase di addestramento.
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La novità di oggi è che anche in Italia entra in servizio la prima unità di cani anticovid, precisamente nello scalo di Cuneo Levaldigi. Certo, non è il più trafficato dello Stivale ma sicuramente è un tentativo interessante per rendere più facile anche nella nostra nazione l’individuazione di “asintomatici” e fermarli prima che salgano su un aereo.
L’Aeroporto di Cuneo ha dato il via alla nuova iniziativa che prevede l’utilizzo di cani per l’individuazione del Covid-19, promossa da I-SEC Italia srl, società specializzata nei servizi di sicurezza aeroportuale, in collaborazione con GEAC. Il progetto, unico in Italia, si avvale della collaborazione della società finlandese Nose Academy Oy, la start-up di ricerca scientifica specializzata nell’addestramento di cani, in grado di rilevare malattie negli esseri umani attraverso l’olfatto.
Lo scalo di Cuneo è l’aeroporto pilota del progetto in Italia; è già cominciata la fase di addestramento avanzato dei cani, messi a disposizione dall’Associazione Carabinieri e dall’A.V.S. O.S.L.J. Amici Volontari Soccorso di Milano, che proseguirà nei locali della Maxiemergenza 118 predisposti dal Dipartimento Interaziendale 118 della Regione Piemonte. Partner dell’iniziativa è anche BIOS di Mondovì, che fornisce i campioni utili all’addestramento.
“Siamo molto interessati a condividere la partecipazione a questo valido progetto, soprattutto per i risultati finali che potrebbero arrivare da questa sperimentazione – aggiunge Mario Raviolo, direttore della Maxiemergenza regionale 118 -. Potrebbero infatti aprirsi degli scenari futuri molto interessanti ma tuttora inesplorati, non solo in ambito aeroportuale, ma anche in altri settori della scienza medica”.
“L’opportunità di partecipare a questo progetto – conclude Anna Milanese – è motivo di orgoglio in quanto primi in Italia possiamo applicare un metodo innovativo per contrastare la diffusione del virus. Soprattutto possiamo dare il nostro contribuito alla ripresa in sicurezza del trasporto aereo, offrendo uno screening efficace e rapido per tutti i passeggeri che vorranno sottoporsi al test”.