L’ultima tendenza di viaggio sono i “flights to nowhere” e in Russia c’è anche un tour operator che li organizza
Letteralmente, i “flights to nowhere” sono i voli senza destinazione. Un paradosso? Probabilmente sì. Eppure, il loro successo è in […]
Letteralmente, i “flights to nowhere” sono i voli senza destinazione. Un paradosso? Probabilmente sì. Eppure, il loro successo è in crescendo.
In questo articolo:
Salire a bordo di uno tra i “flights to nowhere” proposti dalle compagnie aeree significa imbarcarsi su un volo vero e proprio. O meglio, un sorvolo. Col velivolo che decolla, sorvola senza meta la città di partenza e regala viste panoramiche, mentre il personale di bordo serve golosi snack. La destinazione, però, non esiste.
Come funzionano i “flights to nowhere” e perché alle compagnie convengono
Avere gli aerei fermi a lungo, per le compagnie è un costo insostenibile. Grazie ai “flights to nowhere”, possono tenerli in attività guadagnando qualche soldo e senza gli adempimenti burocratici richiesti dai voli internazionali (visto che si parte e si arriva nello stesso aeroporto).
Ma dal punto di vista del viaggiatore? Sembra strano, ma i voli senza destinazione sono stati accolti con grande entusiasmo. Lo sa bene la compagnia giapponese Ana, che ha destinato all’iniziativa l’A380 di solito impiegato nella tratta Tokyo-Honolulu. Tutto è cominciato lo scorso agosto, quando il vettore ha lanciato un volo panoramico di 90 minuti con partenza da Tokyo e ritorno in città. Ai passeggeri è stata offerta un’esperienza in stile “resort hawaiano”. Le richieste avanzate sono state talmente tante che i viaggiatori sono stati estratti a sorte (l’aereo poteva occupare solamente il 64% dei suoi posti).
Iniziative simili sono state ideate da StarLux e Royal Brunei. La compagnia taiwanese ha lanciato i “pretending to go abroad” tour con sorvolo delle isole Pratas, nella parte settentrionale del Mar Cinese Meridionale. Registrando anch’essa un inaspettato successo. Royal Brunei ha risposto con i “Dine & Fly“, 85 minuti a bordo di un A320 per vedere il Borneo dall’alto e gustarsi una cena gourmet.
Decisamente in grande ha pensato invece Qantas che, in soli 10 minuti, ha registrato il sold out del suo incredibile tour: sette ore a bordo di un aereo, per osservare l’Australia dal cielo. Nessuna fermata, ovviamente, ma l’emozione quella sì: vedere dall’alto la Grande Barriera Corallina e Uluru non capita spesso. Il costo? Non proprio economico (da 575 a 2,765 dollari, a seconda della classe).
Foto: Facebook (All Nippon Airways)
Perché i voli senza destinazione piacciono tanto
Ha provato a spiegarlo la rivista online Russia Beyond. Makar, 26enne poliziotto della siberiana Zheleznogorsk-Ilimskij, ha guidato per 14 ore fino all’aeroporto di Irkutsk. Ha preso un volo per Mosca Sheremetjevo, si è spostato allo scalo di Vnukovo ed è risalito a bordo di un altro volo. Direzione… Mosca! Ebbene sì: oltre un giorno di viaggio per imbarcarsi su un aereo senza destinazione (il tour, organizzato dalla low cost Pobeda, gira intorno alla capitale russa e torna in aeroporto dopo un’ora e mezza).
Con una spesa contenuta (circa 82 euro) e la consapevolezza di vivere un’esperienza decisamente unica, Mark ha spiegato: “Per la maggior parte delle persone, un aereo è solo un mezzo di trasporto veloce, ma per noi il volo stesso è un’avventura”.
A scegliere i “flights to nowhere” sono principalmente gli amanti dell’aviazione. Ma non è solo questo. C’è anche una consapevolezza, l’idea di muoversi mentre il mondo è fermo. La voglia di partecipare ad un evento che con la pandemia è nata e con la pandemia (probabilmente) morirà.