Quarantene e test pcr: viaggiare in Europa ai tempi del Coronavirus
Quali sono le regole per viaggiare in Europa ai tempi del Coronavirus? Non è facile rispondere. Siamo molto lontani dall’omogeneità […]
Quali sono le regole per viaggiare in Europa ai tempi del Coronavirus? Non è facile rispondere. Siamo molto lontani dall’omogeneità delle regole, sebbene si cominci a ragionare sulla possibilità di un passaporto vaccinale. Per il momento, ogni Paese si organizza a modo suo. E, tra quarantene e test pcr, orientarsi non è semplice.
Viaggiare in Europa: chi chiede il test PCR
Finlandia
In questo articolo:
L’ultima ad annunciarlo è stata Finnair: a partire dal 28 gennaio prossimo, tutti i passeggeri che volano verso la Finlandia dovranno essere in possesso di un test PCR negativo (vi abbiamo spiegato qui qual è la differenza tra test pcr e test rapidi).
La compagnia aerea l’ha comunicato contestualmente alla ripresa dei voli provenienti dall’Irlanda e dal Regno Unito. “In linea con le raccomandazioni dell’Istituto Finlandese della Sanità, Finnair dal 28 gennaio richiederà che i passeggeri presentino un certificato di negatività al test Covid-19 o l’attestazione di una precedente infezione da Covid-19 se viaggiano su un qualsiasi volo Finnair per la Finlandia” si legge. Ciò non modifica le procedure fissate dalle autorità locali: il Governo finlandese impone un autoisolamento fiduciario di 10 giorni, che potrà essere abbreviato in caso di doppio test negativo (tampone o test antigenico rapido) a distanza di almeno 72 ore. Tuttavia, ad oggi gli italiani non possono entrare in Finlandia per turismo.
Francia
Tra i Paesi d’accordo con l’idea del test PCR per viaggiare in Europa troviamo la Francia. A partire dal 24 gennaio, per entrare nel Paese è necessario esibire un test PCR effettuato non prima di 72 ore dall’ingresso. Non vi è alcuna quarantena obbligatoria, dunque, ma al test si devono sottoporre tutti i maggiori di 11 anni (italiani compresi)
Gli altri Paesi a richiedere un test PCR negativo sono:
- la Spagna (il test PCR deve essere stato effettuato non più di 72 ore prima)
- il Portogallo (senza la negatività al test non è possibile imbarcarsi sull’areo che porta in Portogallo né entrare nel Paese)
- la Grecia (oltre al test negativo è necessario compilare online il Passenger Locator Form)
- la Slovenia (il test deve essere stato effettuato non oltre le 48 ore precedenti l’ingresso per i test PCR e 24 ore per i test rapidi: chi non è in possesso del test deve autoisolarsi per 10 giorni)
- Malta (è obbligatoria un’attestazione di test Covid con esito negativo effettuato nelle 72 ore antecedenti)
- la Lettonia (il test non deve essere antecedente le 72 ore prima dell’ingresso)
Viaggiare in Europa: dove la quarantena è obbligatoria
Viaggiare in Europa durante il Coronavirus, tuttavia, espone anche all’obbligo di (più o meno lunghe) quarantene. Una condizione, questa, che rende gli spostamenti particolarmente difficili.
Regno Unito
Il Regno Unito chiede di compilare prima dell’ingresso nel Paese un questionario online, in cui inserire un indirizzo e un numero di telefono. I viaggiatori devono sottoporsi ad un isolamento cautelare di 10 giorni (anche se in possesso di test negativo). Dopo cinque giorni dal proprio arrivo è possibile sottoporsi privatamente al test PCR e sospendere dunque l’isolamento in caso questo risulti negativo.
Austria e Germania
Anche l’Austria impone una quarantena di 10 giorni per i viaggiatori provenienti dall’Italia e dà la possibilità di interrompere l’isolamento in caso di test negativo da effettuarsi dopo cinque giorni dall’ingresso. La stessa regola vale in Germania e nei Paesi Bassi.
Impone una quarantena di 10 giorni anche la Polonia, mentre il Belgio ha inserito l’Italia tra le zone rosse: gli italiani sono dunque tenuti a porsi in quarantena, con test obbligatorio il settimo giorno. Per l’Ucraina e la Romania l’Italia è zona gialla: i viaggiatori devono sottoporsi ad un periodo di isolamento di 14 giorni, 10 se non presentano sintomi, e l’ottavo giorno sottoporsi al test.
I Paesi con le frontiere chiuse e quelli con le frontiere aperte
Infine, ci sono i Paesi che hanno optato per la chiusura delle frontiere.
L’Ungheria, ad esempio, permette l’ingresso nel Paese solo a chi viaggia per affari e ha una società con sede nel Paese e a chi vive in un Paese confinante e viaggia per motivi di lavoro. Al contrario, la Croazia ha scelto di non adottare alcuna misura per chi proviene da un Paese della “lista verde” del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie; gli altri, devono presentare un test negativo o sottoporsi a tampone.
La Svizzera non impone limitazioni all’ingresso, ad eccezione che per chi proviene da regioni considerate ad alto rischio (ad oggi Veneto, Friuli Venezia-Giulia ed Emilia Romagna). Nessuna limitazione neppure per entrare in Svezia e in Albania.
La Danimarca ammette solo chi viaggia per lavoro (ma non come au pair), partecipazione a procedimenti giudiziari, visite mediche e trasporti di merci. Il Paese è dunque chiuso al turismo.
In Norvegia è possibile entrare con un documento di viaggio, la documentazione che attesti di essere cittadino o residente in uno dei paesi Schengen/UE, un’autodichiarazione e un test PCR negativo o antigenico rapido effettuato 24 ore prima dell’ingresso.
In Islanda è possibile entrare per turismo seguendo due strade: si osserva una quarantena di 14 giorni oppure un doppio screening con due tamponi e una quarantena di 5-6 giorni nell’intervallo tra i due (fino al 31 gennaio 2021 i test sono gratuiti, successivamente bisognerà pagare 60-80 euro per il primo).
Le repubbliche baltiche Estonia e Lettonia impongono l’isolamento di 10 giorni o la procedura del doppio test solo a chi proviene da un Paese con più di 150 casi su 100.000 abitanti negli ultimi 14 giorni. La Lituania impone invece test negativo e un autoisolamento di 14 giorni (10 con test negativo effettuato il 10° giorno) a tutti.