Vacanze in Grecia? Il vaccino non sarà necessario
Se hai in programma di trascorrere le vacanze in Grecia la prossima estate, ma hai paura di non ricevere per […]

Se hai in programma di trascorrere le vacanze in Grecia la prossima estate, ma hai paura di non ricevere per tempo il vaccino anti-Covid, c’è una bella notizia: per entrare nel Paese non sarà obbligatorio.
Vacanze in Grecia e vaccino: la decisione del Governo
In questo articolo:
Per l’economia della Grecia il turismo è essenziale e, con l’estate 2020 decisamente sottotono, guardare ai prossimi luglio-agosto è inevitabile. Hotel e affittacamere, ristoranti e café, sanno che una seconda stagione senza turisti (o con pochi turisti) sarebbe deleteria.
Da qui, la decisione del Governo: nessun vaccino obbligatorio per le vacanze in Grecia. Con ogni probabilità, il Paese continuerà sulla linea attuale: test pcr negativo e compilazione del modulo PLF (Passenger Locator Form) in cui si specifica se si sta arrivando da un Paese a rischio elevato.
Ecco dunque che, mentre si discute dell’opportunità o meno di prevedere un passaporto sanitario digitale, sono diversi i Paesi che hanno deciso di aprire al turismo pur in assenza di vaccino. O, quantomeno, sono molti quelli che ci stanno pensando. Non hanno intenzione di chiedere il certificato di vaccinazione la Spagna, la Polonia, la Finlandia, l’Estonia e la Danimarca. Al contrario, Cipro prevede di introdurre l’obbligo. Un passo ulteriore è stato fatto dalle Seychelles, annunciando che i turisti vaccinati non dovranno fare alcuna quarantena.

Foto da Pixabay
Le posizioni dei diversi Paesi
L’Unione Europea sta attualmente lavorando ad una certificazione di vaccinazione rispettosa delle normative sulla privacy e valida in tutti i Paesi membri. Con un documento di questo tipo, spostarsi in Europa sarebbe molto più semplice. Ma numerosi sono anche gli Stati d’oltreoceano a ragionare in questi termini, per una ripresa del turismo che sia il più sicura possibile.
I dubbi dell’OMS, però, sono diversi. Innanzitutto, ancora non si sa in che modo la diffusione dei vaccini fermerà la pandemia, anche alla luce delle varianti che si stanno diffondendo. In secondo luogo, la distribuzione dei sieri è ancora molto disomogenea e i vaccini ad oggi impiegati hanno diversi gradi d’efficacia. Senza contare che, sotto i 16/18 anni, non possono essere somministrati rendendo di fatto i piccoli turisti dei potenziali “veicoli di contagio”.
E se l’Inghilterra ha dichiarato che presto il passaporto sanitario sarà realtà nel Regno Unito, il Governo spagnolo è deciso ad introdurre un registro elettronico per chi rifiuta di vaccinarsi (e si è detto pronto a condividere i dati con l’Unione Europea). In Polonia, invece, i vaccinati riceveranno un QR code per dimostrare l’avvenuta immunizzazione.
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europa, si è detta favorevole all’adozione di una linea comune per tutta l’UE. Ma ha anche affermato che potrebbe bastare un test negativo come requisito per l’ingresso di un turista entro i confini statali.
I no al passaporto
Contrarie all’idea del passaporto sanitario sono la Francia e la Germania. Clément Beaune, ministro francese per gli Affari europei, sostiene sia troppo presto per parlarne: la campagna vaccinale è iniziata da pochissimo e non tutti gli Stati dell’Unione Europea procedono allo stesso ritmo. La Germania, invece, ritiene sia ingiusto trattare il modo diverso chi si vaccina da chi non lo fa. Diverse persone, per questioni mediche o personali, non si vaccineranno. E la loro libertà non può essere limitata.