Biden non rischia, porte chiuse per gli Stati Uniti: il divieto non sparirà in tempi brevi
Riapertura degli USA e possibilità di tornare a programmare viaggi in uno degli Stati dell’America del Nord: il mondo attende […]
Riapertura degli USA e possibilità di tornare a programmare viaggi in uno degli Stati dell’America del Nord: il mondo attende l’annuncio ufficiale di Biden. La fine di maggio sembrava essere il periodo prescelto per allentare le misure di sicurezza in merito agli arrivi, ma bisognerà attendere. Come riportato da Reuters, infatti, la discussione è ancora in atto.
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Quando si potrà tornare negli USA
Nel corso dell’ultimo mese vi sono state svariate riunioni in merito alla possibilità di rimuovere il ban imposto dalla presidenza Biden. É grande la pressione che giunge dal settore turistico e quello dei viaggi. E la situazione è peggiorata dopo la decisione dell’Unione europea di consentire gli spostamenti non essenziali ai vaccinati esterni al proprio blocco. Ciò che vuol dire porte aperte a Regno Unito e USA, tra gli altri.
Non mancano le opzioni, di certo, ma attualmente non esiste una data o un periodo al quale guardare per sperare in una risoluzione dell’ostacolo. I piani vaccinali europei proseguono, al netto delle pericolose varianti, ma in America si guarda ancora con diffidenza all’idea di aprire i propri confini e mettere in pericolo la stabilità raggiunta in questa fase. Un rappresentante della Casa Bianca ha spiegato che ancora non sono previsti cambiamenti al programma attualmente in vigore. Le restrizioni non andranno via in tempi brevi, a quanto pare.
Dura la reazione di Roger Dow, presidente e CEO della U.S. Travel Association, che dopo i cambiamenti annunciati in Europa ha commentato: “Si spera che il piano dell’Unione europea per riaprire ai viaggi internazionali, che tiene conto dei rischi ed è guidato dalla scienza, possa spingere gli Stati Uniti a dare ascolto alle numerose richieste per un piano di riapertura in sicurezza dei nostri confini e soprattutto di un preciso calendario”.
Prendere decisioni in un clima del genere è quanto mai complesso. Lo dimostrano le parole di Pete Buttigieg, segretario dei Trasporti statunitensi, che ha spiegato come ogni decisione relativa ad allentamenti o revoche delle restrizioni in atto rappresenti un problema di salute pubblica. Per questo motivo l’ultima parola spetta al CDC (U.S. Centers for Disease Control and Prevention). Uno scarico di responsabilità che non fa che aumentare la frustrazione di un intero settore.
I divieti in atto
Nella prima parte di maggio le parole di Ursula von der Layen, presidente della Commissione europea, avevano fatto il giro del mondo. Il processo di vaccinazione negli USA rassicura l’Unione, che mira a un ritorno dei viaggi intercontinentali, almeno per quanto riguarda i passeggeri inoculati: “Una cosa è chiara. Tutti i 27 Stati membri accetteranno, incondizionatamente, chiunque sia stato inoculato con vaccini approvati dall’Ema”.
Una scelta legatoa alla consapevolezza dell’importanza degli introiti garantiti dai turisti americani nel Vecchio continente. Gli Stati Uniti, invece, hanno da tempo sospeso la possibilità d’ingresso a tutti coloro che hanno messo piede in uno dei Paesi dell’area Schengen nei 14 giorni precedenti, così come nel Regno Unito, in Irlanda, Brasile, Sudafrica, Cina, India o Iran.