Usa verso la riapertura, il 22 giugno potrebbe riaprire confine con il Canada
Con metà della popolazione statunitense e canadese vaccinata, la pressione politica nei confronti dei governi centrali si fa sempre più […]
Con metà della popolazione statunitense e canadese vaccinata, la pressione politica nei confronti dei governi centrali si fa sempre più forte. Province, territori e stati federali spingono per riaprire le frontiere tra i due paesi. Finora sia gli Stati Uniti che il Canada hanno resistito ad ogni richiesta temendo un nuovo aumento dei contagi. La Casa Bianca ha ufficialmente negato ogni possibilità di immediata apertura, ma i politici locali sperano di trovare una soluzione immediata.
In questo articolo:
Spunta la data del 22 giugno per riaprire il confine Stati Uniti-Canada
Solo pochi giorni fa il governo statunitense ha ribadito di non aver ancora preso decisioni su quando e come riaprire il confine con il Canada, una risposta necessaria considerando che i rapporti stilati in questo periodo suggeriscono la riapertura. C’è però un barlume di speranza che arriva da Point Roberts, nello stato di Washington. La comunità di confine è stata duramente colpita dalle restrizioni, ma fonti anonime della dogana hanno confermato che la chiusura potrebbe terminare entro il 22 giugno. I funzionari dell’ufficio del primo ministro Justin Trudeau non hanno esplicitamente confermato o smentito queste voci, sottolineando invece la necessità che sarebbe necessario vaccinare il 75% dei canadesi prima che le restrizioni possano essere revocate.
Trudeau fissa la quota, ma i legislatori spingono per riaprire
“Le conversazioni sono in corso costantemente con l’amministrazione degli Stati Uniti. C’è molta voglia di tornare alla normalità da tutte le parti”, ha detto Trudeau facendo capire che comunque l’argomento è sul tavolo e si sta cercando una soluzione valida. “Aumentare il numero di vaccinazioni oltre il 75% in tutto il paese permetterà una riapertura più sicura per noi e per tutti gli altri stati“, ha poi evidenziato. I sondaggi locali sottolineano come i canadesi siano meno desiderosi di allentare le restrizioni, considerando i tanti contagi che hanno colpito gli Stati Uniti in tutto il 2020. La campagna vaccinale però ha reso impazienti alcuni legislatori negli USA. Il Canada ha inoltre superato proprio gli Stati Uniti nel numero di persone che hanno ricevuto almeno una dose. Però circa il 40% degli americani è completamente vaccinato, rispetto a meno del 5% dei canadesi.
“Penso che sia arrivato il momento di sviluppare un piano”, ha detto giovedì il governatore del Vermont Phil Scott durante una tavola rotonda ospitata dal Conseil du patronat du Quebec. Anche perché lo scetticismo di parte della popolazione sul vaccino rende difficile raggiungere in breve tempo il 75% di vaccinati richiesto dal primo ministro canadese. Per questo abitanti e imprenditori spingono per riaprire guidati dalle comunità limitrofe oltre confine che hanno spesso molti legami familiari e amici negli Stati Uniti.
Le alternative utilizzate da statunitensi e canadesi
I canadesi hanno sempre potuto raggiungere gli Stati Uniti, anche quando le frontiere terrestri erano chiuse. Questo ha irritato molti legislatori che hanno poi introdotto una lunga quarantena ai viaggiatori. Un obbligo che non riguarda coloro che attraversano il confine via terra. Una delle scappatoie utilizzate dai canadesi è stata proprio quella di volare negli Stati Uniti e al ritorno attraversare il confine via terra facendosi prelevare lì da un amico o un parente.
Allo stesso modo, i cittadini statunitensi sono riusciti ad attraversare il Canada in auto arrivando in Alaska senza ricevere controlli. Se le frontiere dovessero riaprire il 22 giugno, sarà trascorso più di un anno dalle chiusure che hanno comunque avuto numerose eccezioni durante l’intero periodo. Ciò che però fa pensare ad una riapertura è la frustrazione delle persone che ritengono eccessiva la cautela da parte dei governi centrali.