Lo schifo a bordo di Alitalia, cronaca del mio (probabile) ultimo viaggio sulla compagnia italiana
Chi mi conosce sa benissimo che ho sempre scelto di volare AZ quando operava la tratta che mi serviva, anche […]
Chi mi conosce sa benissimo che ho sempre scelto di volare AZ quando operava la tratta che mi serviva, anche a prezzo più alto della concorrenza, o magari prendendo un volo con scalo piuttosto che uno diretto. Sono stato per oltre dieci anni membro Freccia Alata e/o Ulisse a seconda del periodo. In questi anni ho preso centinaia di voli Alitalia, anche se potevo volare a Bruxelles con Brussels, a Londra con BA o negli Stati Uniti con altre compagnie aeree.
In questo articolo:
Ho sempre cercato di accumulare più punti possibili sul programma Millemiglia e ho usato quei punti per volare in tutto il mondo: dagli Stati Uniti al Giappone, da Israele alla Russia.
Adesso, però ,che la lenta agonia è arrivata al capolinea è giusto che ITA riparta cercando di non commettere gli errori che in tanti, troppi, hanno commesso in questi anni.
Credo che il riassunto della epopea di Alitalia sia stato perfettamente rappresentato dal mio ultimo volo, domenica scorsa, un Linate/Fiumicino, rotta che per anni ha rappresentato la gallina dalle uova d’oro per AZ e che, giustamente, l’Unione Europea ha messo come paletto di discontinuità alla nuova Italia Trasporto Aereo.
Il mio volo AZ2071
Che dire, in una Linate tirata a lucido a riportarmi con i piedi per terra ci ha pensato subito Casa Alitalia, buia e chiusa da oltre 18 mesi. Mentre nel resto del mondo le compagnie hanno riaperto le lounge da oltre un anno, Alitalia no. La ragione è ovvia, se non apro non spendo, quindi risparmio soldi.
Certo, se stessimo parlando di aeroporti secondari è una scelta giusta, fatta anche da altre compagnie, ma nei tuoi due aeroporti principali come LIN e FCO non puoi tenere chiuso.
Alitalia in questi anni è sempre stata ottima nel marketing virtuale, ma pessima nel mondo reale, un esempio perfetto è stato l’adesivo sull’aereo che mi ha portato da Milano a Roma. Un adesivo che mi ricordava come AZ sia il vettore ufficiale della spedizione italiana alle Olimpiadi di Tokyo, singolare quindi che si siano spesi qualche migliaia di euro per appiccicare un adesivo, quando poi si mette piede in aereo e sembra di essere in un porcile.
Sì, perché sul sito si parla di sanificazione, tutela dei passeggeri e dell’equipaggio, ma nel mondo reale la situazione non è esattamente così come viene dipinta. Ecco che quando mi siedo al mio posto, nella fila 4 dell’A319, trovo una bottiglia di acqua per terra, un giornale nella tasca davanti al sedile e una bustina con dentro una mascherina usata.
Certo, si può pensare tutto quello che si vuole, l’Airbus A319 sigle EI-IMO ha quasi 20 anni e non si può pretendere il wi-fi o che tutto sia lindo e perfetto.
Come mostrano i record nella giornata di domenica, aveva già operato 3 voli e dubito fortemente, a giudicare dalle condizioni dell’aeromobile, che sia mai stato sanificato così come invece Alitalia spiega sul proprio sito.
Non ho girato tutto l’aereo, ma mi è bastato guardarmi intorno per vedere che “lo schifo” era ovunque. Personalmente non mi è mai capitato di viaggiare su un aereo così sporco, nemmeno nei peggiori voli in Sud America ho trovato una situazione del genere. Addirittura nelle file “business”, quelle che sulle tratte nazionali esistono solo sulla Linate/Fiumicino, le tasche erano piene di spazzatura.
E non è che per terra la situazione fosse migliore. Considerato che l’aereo è rimasto fermo a Linate oltre 50 minuti penso che il tempo per una pulita si poteva trovare, soprattutto da chi sul proprio sito si vanta di essere un vettore attento alla salute dei propri passeggeri.
In conclusione
Non faccio parte di quella fetta di Italia che tifava per il fallimento, oggi faccio il tifo per ITA e non vedo l’ora di iscrivermi al nuovo programma fedeltà e di volare il 25 ottobre con la nuova compagnia. E’ però la testa che deve cambiare, la testa di tutti dal primo dirigente all’ultimo addetto di bordo altrimenti risparmiateci l’ennesima agonia e staccate la spina.
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