Pass sanitaire, tutto ciò che occorre sapere sul Green Pass francese
L’Italia è alle prese con il Green Pass da mostrare ogni volta che si intende accedere ad un’area al chiuso […]
L’Italia è alle prese con il Green Pass da mostrare ogni volta che si intende accedere ad un’area al chiuso di carattere pubblico o privato. Dai ristoranti ai mezzi di trasporto, è richiesto avere con sé una versione digitale o cartacea del certificato. In alternativa è anche possibile mostrare l’esito di un tampone negativo, valido 48 ore.
In questo articolo:
Una certificazione attiva non soltanto in Italia. Chiunque voglia recarsi in Francia, ad esempio, dovrà leggere attentamente le restrizioni imposte dal pass sanitaire.
Pass sanitaire, il Green Pass francese
A partire dal 21 luglio l’accesso ai luoghi in grado di registrare una presenza superiore a 50 persone è limitato dal possesso del pass vaccinale. Dall’1 agosto, invece, tale sistema ha inglobato anche bar, ristoranti, centri commerciali, ospedali, case di riposo, istituti medico-sociali, aerei, treni e pullman, tra gli altri.
Il metodo per ottenere il pass sanitaire è quasi identico a quello vigente in Italia:
- ciclo completo di vaccinazione (da almeno 14 giorni)
- guarigione da Covid-19
- tampone negativo valido 48 ore
Il processo di vaccinazione, però, non è progredito con le stesse tempistiche per tutte le categorie sociali. Il governo francese ha dovuto, dunque, considerare tale aspetto e confermare un rinvio per l’obbligo del pass sanitaire. Fino al 30 agosto le seguenti categorie non avranno limitazioni:
- soggetti d’età compresa dai 12 ai 17 anni: per loro la vaccinazione ha avuto inizio a giugno, il che ha offerto poco tempo per l’inoculazione di tutti i giovani entro il 21 luglio
- dipendenti di luoghi e stabilimenti aperti al pubblico: coloro che non abbiano ricevuto la seconda dose, sarebbero stati costretti a un tampone ogni due giorni. Vi era però l’obbligo, per loro, d’effettuare la prima dose entro l’1 agosto
La grande differenza rispetto al sistema italiano è data dall’impossibilità di ottenere il Green Pass con una sola dose di vaccino. Occorre poter dimostrare d’aver ricevuto un ciclo completo da almeno 14 giorni. L’unica eccezione è data da Johnson & Johnson, che richiede un’unica inoculazione.
Green Pass: i luoghi interessati
Non è richiesto il Green Pass per poter circolare. Tale forma di tutela si attiva soltanto in situazioni a rischio assembramento. Una descrizione che riguarda principalmente le aree al chiuso, ma non solo. Basti pensare ad eventuali concerti all’aperto, il cui accesso sarà certamente contingentato. Ecco degli esempi utili:
- sale per audizioni, conferenze e spettacoli
- tendostrutture
- sale giochi
- esercizi commerciali destinati a esposizioni
- stabilimenti all’aperto differenti da parchi zoologici, di divertimento e a tema
- stabilimenti sportivi al chiuso
- manifestazioni culturali, festive e sportive in spazi pubblici suscettibili a controlli sull’accesso
In nessun caso il controllo del QR Code presente sul proprio certificato consentirà la diffusione dei propri dati. Ciò è garantito dall’app TousAntiCovid Verif, sfruttata dagli addetti.
I tempi previsti sono per avere accesso al Green Pass sono i seguenti:
- 2 settimane dopo la seconda dose di Pfizer, Moderna e AstraZeneca
- 2 settimane dopo la prima dose in soggetti con anamnesi di Covid
- 4 settimane dopo la singola iniezione di Johnson & Johnson
Le multe
Il rischio multe è molto elevato e riguarda tanti i commercianti quanto i lavoratori. I responsabili degli esercizi commerciali, così come di quelli di pubblico intrattenimento, possono incorrere in sanzioni fino a 45mila euro in caso di mancati controlli, a un anno di reclusione. A ciò si aggiunge la possibile chiusura amministrativa.
Differente il discorso per i lavoratori, ai quali sarà sospeso il contratto di lavoro in caso di mancato rispetto dell’obbligo di vaccinazione. Una sospensione che potrebbe durare fino al termine del programma vaccinale. In seguito, in caso di continuato rifiuto a vaccinarsi, potrebbe scattare il licenziamento. Il monitoraggio di tale situazione è affidato ai datori di lavoro, ritenuti responsabili.