Ritornare a viaggiare? Sì, ma a nuove condizioni
I business traveller italiani vogliono tornare a viaggiare, ma vogliono anche nuove e più vantaggiose condizioni per gestire al meglio il […]
I business traveller italiani vogliono tornare a viaggiare, ma vogliono anche nuove e più vantaggiose condizioni per gestire al meglio il proprio lavoro dopo il difficile periodo della pandemia.
In questo articolo:
È quanto emerso da un recente studio condotto da SAP Concur, nota azienda statunitense con sede a Washington e specializzata nel fornire servizi di viaggio e gestione delle spese alle imprese. Il report è stato condotto a livello globale e ha evidenziato come la quasi totalità (95%) dei business traveller intenda tornare a viaggiare per lavoro già dal prossimo anno.
Le motivazioni sono facilmente comprensibili: il lungo stop ai voli d’affari dovuto al coronavirus rischia di aggravare la crisi economica del settore, danneggiando i business traveller sia a livello personale che professionale. Le preoccupazioni maggiori vertono attorno al timore di non riuscire a mantenere le relazioni commerciali e di subire un danno economico oltre che di carriera. Ma emerge anche la discreta consapevolezza che questa situazione abbia influenzato negativamente la capacità delle aziende di stipulare nuovi accordi.
Se questo è un dato abbastanza scontato, molto più interessante è la statistica relativa alla richiesta di nuove condizioni con cui svolgere il proprio lavoro, e vede proprio l’Italia in una posizione particolarmente rilevante. Infatti, se il dato globale dei business traveller che ricercano maggiore autonomia, si attesta attorno al 68%, nel nostro Paese esso sale addirittura all’81%: la percentuale più alta tra tutti i mercati interessati dallo studio.
Cosa chiedono i business traveller italiani
‘Flessibilità’ è la nuova parola d’ordine: circa 2 viaggiatori su 3 la ritengono un fattore fondamentale in vista dell’imminente ripresa dei viaggi di lavoro. Nello specifico, i business traveller italiani chiedono alle proprie aziende una maggiore autonomia nella scelta delle sistemazioni e nell’organizzazione del viaggio.
Oltre un terzo degli intervistati vorrebbe poter fare le proprie prenotazioni direttamente attraverso i siti web delle compagnie aeree che intende utilizzare o degli hotel dove pensa di soggiornare. In particolare, prevale l’interesse per l’organizzazione di viaggi più comodi, vista anche la recente situazione della pandemia e i rischi per la salute: la riduzione della lunghezza delle tratte o l’opzione di viaggi limitati al territorio nazionale, così da evitare gli scali, sono tra le richieste che trovano il maggiore consenso.
Sebbene molti viaggiatori d’affari oggi si sentano maggiormente responsabili per la propria salute rispetto al passato (la percentuale è del 41%), resta comunque alta l’aspettativa che il datore di lavoro si impegni a tutelare la salute e la sicurezza dei suoi dipendenti.
Una responsabilità, questa, che ricadrà ovviamente su chi deve organizzare le trasferte. Stiamo parlando dei travel manager, chiamati a trovare il giusto equilibrio tra l’interesse dell’azienda e quello del dipendente che deve viaggiare per lavoro. Praticamente tutti i travel manager coinvolti nello studio (il 99%) ritengono che il proprio lavoro si rivelerà essere molto più impegnativo nel prossimo anno rispetto ai 12 mesi passati.
Prevale, tra questi ultimi, la certezza che saranno implementate nuove policy aziendali, e inoltre diversi travel manager (le stime, in questo caso, variano dal 50% al 60%) credono che gli aspetti più delicati da gestire nel prossimo periodo riguarderanno la comunicazione, le modifiche o le cancellazioni dell’ultimo minuto relative alle prenotazioni, e la necessità di stare dietro agli aggiornamenti delle normative statali.
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