Gli aerei tornano a volare: trovati a bordo serpenti a sonagli e altri animali
Dopo essere stati a lungo parcheggiati a causa della pandemia, gli aerei tornano a volare. Ma è tutto come prima? […]

Dopo essere stati a lungo parcheggiati a causa della pandemia, gli aerei tornano a volare. Ma è tutto come prima? Non proprio. O meglio, non subito lo è stato. Gli addetti ai lavori hanno avuto il loro bel daffare per riportare i velivoli allo stato originario. Lo racconta bene la vicenda degli oltre cento aerei “messi a riposo” nel deserto del Mojave, in California, e presi d’assalto da serpenti a sonagli e altri animali. Passando da qui si potevano vedere gli ingegneri battere sulle ruote degli A380 della Qantas, per spaventare gli “ospiti indesiderati”.
In questo articolo:
Quando il Covid ha costretto il mondo a fermarsi, gli aerei sono stati ammassati in enormi aree di stoccaggio negli Stati Uniti, in Europa e appena fuori Alice Springs, in Australia. Molti velivoli di Qantas sono in California, mentre l’Asia Pacific Aircraft Storage, vicino ad Alice Springs, è diventata la casa temporanea per gli aerei di Jetstar, Cathay Pacific, Singapore Airlines, Tigerair & co. Come riportato dal Guardian, dunque, gli ingegneri devono lavorare duro contro gli animali selvatici. E devono rimettere a nuovo ogni velivolo.
Gli aerei tornano a volare (ma il lavoro da fare è tanto)
All’inizio del 2021, l’Agenzia europea per la sicurezza aerea ha parlato di ripetute segnalazioni di indicazioni inaffidabili di velocità e altitudine nel primo volo aereo dopo la sosta prolungata. Diversi aerei non hanno potuto decollare, e sono tornati indietro per la presenza di oggetti estranei. Oggetti, questi, che prevalentemente erano nidi d’insetti nelle apparecchiature che misurano velocità dell’aria.
Più che con la ruggine, infatti, gli ingegneri stanno combattendo contro insetti, uccelli e animali vari. Gli insetti, in particolare, possono entrare nel sistema di rilevazione dell’aria. Un danno non da poco, se si considera che quei sistemi aiutano il pilota a capire a che altitudine sta volando e a quale velocità. I serpenti, invece, si concentrano più che altro nel carrello d’atterraggio. Soprattutto gli aerei stoccati nel deserto del Mojave sono diventati casa dei serpenti a sonagli, tanto che gli ingegneri hanno escogitato piccoli stratagemmi per farli uscire dai nascondigli e per farli scappare.
C’è dunque da preoccuparsi? La risposta è no. Gli aerei sono stati parcheggiati in zone aride, in cui l’umidità non esiste. Le aperture sono state sigillate, le varie parti avvolte nella plastica. Le compagnie aeree hanno acceso regolarmente i motori degli aerei per tutto il periodo della “quarantena”, e hanno azionato le ruote per evitare che si appiattissero. Gli aerei stoccati in aeroporto, invece, hanno eliminato l’umidità con gli impianti di condizionamento. Gli ingegneri hanno seguito scrupolosamente i manuali di manutenzione e si sono attenuti alle linee guida fornite dai produttori.
E adesso?
E adesso, che succederà? I tecnici controlleranno e aggiorneranno i software, ispezioneranno le aperture ed eseguiranno controlli operativi su ogni sistema aeronautico. Trasporteranno gli aerei dalle aeree di stoccaggio agli aeroporti e qui eseguiranno i controlli finali. Non solo, anche i piloti dovranno sottoporsi a test per valutare il loro livello di stress e affaticamento, mentre le piste di decollo e atterraggio saranno oggetto di approfondite operazioni di manutenzione. Perché gli aerei tornano a volare, sì. Ma solo quando possono farlo in totale sicurezza.