Israele riapre ai turisti vaccinati: cosa sapere prima di partire
Novembre è un mese chiave per il turismo in Israele. Porte aperte a tutti gli stranieri vaccinati, a patto che […]
Novembre è un mese chiave per il turismo in Israele. Porte aperte a tutti gli stranieri vaccinati, a patto che abbiano ricevuto un ciclo completo. Ciò vuol dire due dosi per tutti i sieri riconosciuti, eccezion fatta per Johnson & Johnson, che prevede una sola inoculazione. Fin dall’inizio della pandemia Israele è stato considerato come uno dei Paesi in grado di garantire la miglior risposta all’emergenza sanitaria. Torna dunque ad accogliere grandi numeri di turisti da tutto il mondo, garantendo al tempo stesso massima sicurezza.
Viaggio in Israele dall’Italia, cosa sapere
In questo articolo:
La riapertura ai turisti vaccinati è una notizia ottima per il mercato dei viaggi, che ora si appresta a vivere la stagione natalizia. Il clima in Israele è ancora gradevole, il che spingerà tantissimi a prenotare un volo verso la Terra Santa.
Ecco un chiaro e semplice schema delle regole d’ingresso per i turisti:
- Non bisogna aver soggiornato o transitato in uno dei Paesi della lista rossa nel corso dei 14 giorni precedenti l’arrivo. L’ingresso deve avvenire attraverso l’aeroporto Ben Gurion
- Bisogna aver ricevuto un ciclo completo di uno dei vaccini approvati dall’OMS, ovvero Moderna, Pfizer, Johnson & Johnson, AstraZeneca, Covishield, Sinopharm, Sinovac)
- Obbligatorio un test PCR effettuato fino a 72 ore prima del volo d’andata
- Richiesta una “dichiarazione di ingresso” prima della partenza
- Nuovo test PCR all’arrivo presso l’aeroporto Ben Gurion
Per essere considerati vaccinati con ciclo completo occorre aver ricevuto la seconda dose da almeno 14 giorni. Nel caso in cui siano trascorsi sei mesi dalla seconda inoculazione, occorre dimostrare di essersi sottoposti alla terza dose (da almeno due settimane). Ingresso vietato assolutamente ai soggetti non vaccinati, eccezion fatta per i bambini fino ai 4 anni d’età.
Covid: quarta ondata
Israele pare continuare la propria campagna vaccinale in maniera più che egregia. Al momento infatti il Paese tiene a bada la quarta ondata di Covid-19. L’avvio dell’inoculazione della terza dose di vaccino sta avendo il proprio effetto. Stando ai dati forniti dal ministero della Sanità, risultano 472 positivi su 70.204 test, il che relega il tasso di infezione allo 0,68%. In forte calo, inoltre, i casi gravi, in totale 219. La campagna vaccinale procede e gli israeliani con terza dose sono circa 4 milioni.
Non si intendono correre rischi di alcuna sorta. Per questo motivo a breve l’emissione del Green Pass riguarderà unicamente i vaccinati con terza dose: “Abbiamo imparato sul campo come la vaccinazione abbia effetto per 5-6 mesi. Per questo il Green Pass viene rilasciato soltanto a chi ha ancora una protezione attiva. Per questo motivo abbiamo iniziato l’inoculazione della terza dose. Così facendo andremo ad effettuare un upgrade al certificato”.
Queste le parole di Alon Simhayoff, vice capo della missione dell’Ambasciata d’Israele, che ha spiegato come oggi non vi siano rischi concreti per i turisti, in quanto la maggior parte della popolazione è vaccinata anche con la terza dose. “Esiste l’eventualità di nuove varianti, ma è un rischio che ci sentiamo di assumere e monitoreremo la situazione in maniera più stringente”, ha detto.