L’OMS ha chiesto la cancellazione delle restrizioni di viaggio
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto la cancellazione delle restrizioni di viaggio, a due anni di distanza dall’inizio della pandemia. […]
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto la cancellazione delle restrizioni di viaggio, a due anni di distanza dall’inizio della pandemia.
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La nuova raccomandazione è stata formulata mercoledì scorso dall’IHR Emergency Committees (il Comitato di emergenza per i regolamenti sanitari internazionali dell’OMS sul COVID-19).
Cosa dice il rapporto? Che i Paesi dovrebbero revocare i divieti e le restrizioni, in quanto il Comitato ritiene che “non forniscono valore aggiunto e continuano a contribuire allo stress economico e sociale vissuto dai cittadini“.
La fine delle restrizioni in viaggio è vicina?
Perché l’OMS chiede la cancellazione delle restrizioni di viaggio
Le restrizioni di viaggio messe in atto in questi mesi, per non dire in questi anni, non sono riuscite a contenere la diffusione a livello mondiale della variante Omicron. E, dunque, si sono dimostrate inefficaci. Per questo motivo, misure di sicurezza quali l’obbligo di mascherina, i tamponi, l’isolamento, la quarantena e l’obbligo di vaccino dovrebbero basarsi su una reale valutazione del rischio. È ora di smetterla, in sostanza, di costringere i viaggiatori internazionali ad ingenti esborsi economici. Soprattutto se provengono da zone in cui il virus è sotto controllo.
L’OMS chiede, piuttosto, di concentrarsi su altre forme di contenimento della pandemia. A cominciare dai farmaci: il baricitinib per i pazienti gravi e il sotronivab (a base di anticorpi monoclonali) per il trattamento di casi lievi e moderati in pazienti ad alto tasso di ricovero.
Le restrizioni in Europa
Intanto, sul fronte restrizioni di viaggio, l’Europa un passetto in avanti l’ha fatto. Dall’1 febbraio, gli spostamenti non saranno più guidati dal sistema a colori. E, dunque, dalla suddivisione dell’Europa per fasce di rischio (verde, giallo, arancione, rosso, rosso scuro). Solamente il Green Pass sarà determinante. Non più un approccio basato sul Paese di provenienza, quindi, ma sull’individuo.
“Un approccio basato sulla persona semplificherà sostanzialmente le norme applicabili e fornirà maggiore chiarezza e prevedibilità ai viaggiatori”, ha fatto sapere il Consiglio UE.
Per spostarsi in Europa basta il Green Pass base, ottenibile con la vaccinazione, il tampone oppure la guarigione. Il certificato vaccinale resta valido 240 giorni (9 mesi) a partire dal 14° giorno dopo la seconda dose o dopo la dose booster. Chi non è vaccinato, e non è guarito, per spostarsi deve effettuare il tampone: molecolare nelle 72 ore precedenti il viaggio, oppure antigenico nelle 24 ore precedenti. Il certificato di guarigione vale invece 180 giorni. Sono esenti da ogni limitazione chi viaggia per motivi essenziali, i transfrontalieri e (se confermato) i bambini sotto i 12 anni.
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