La Thailandia pronta a riaprire le frontiere: il primo di febbraio si allarga il Sandbox
A distanza di un mese dalla stretta causata dalla variante omicron, la Thailandia si prepara a riaprire le sue frontiere […]
A distanza di un mese dalla stretta causata dalla variante omicron, la Thailandia si prepara a riaprire le sue frontiere in maniera quasi totale.
Situazione attuale
In questo articolo:
La cronistoria degli ultimi mesi si riassume così.
Il primo luglio 2021 la Thailandia ha riaperto le frontiere, dopo 18 mesi, ideando il Phuket Sandbox, un protocollo che via via è stato modificato ed è stato aperto anche ad altre località come Ko Samui.
Il primo di novembre le frontiere si sono aperte a tutta la Thailandia, Bangkok compresa, con il protocollo Test&Go. Modificato poi ad inizio dicembre.
Lo scoppio della variante omicron ha spinto la nazione asiatica a sospendere tutti gli arrivi, riportando in auge il Sandbox. Poi la settimana scorsa una prima riapertura ed oggi la novità (ancora non ufficiale) di un possibile ritorno dal primo di febbraio al Test&Go, leggermente modificato.
La pandemia in Thailandia
La nazione asiatica è una delle più vaccinate al mondo, in alcune zone della Thailandia, come Phuket, è già iniziata la fase della quarta somministrazione.
Come cambia il protocollo Sandbox
Il sistema non cambierà di molto rispetto ad oggi. I turisti saranno sempre obbligati a prenotare la prima notte in un hotel SHA+, prenotazione che comprende nel costo della camera anche il tampone PCR da effettuare appena scesi dall’aereo (si deve rimanere confinati in camera sino all’arrivo dell’esito, dalle 5 alle 12 ore).
Il cambiamento, se confermato, comporterà il ritorno al test PCR e non più un antigenico rapido e all’introduzione di un secondo test obbligatorio da effettuare tra il 5° e il 6° giorno dopo l’arrivo. Con obbligo di soggiorno sempre in uno SHA+.
La “assurdità” è che di fatto si potrà soggiornare la prima notte in uno SHA+, poi dalla seconda alla quarta notte andare dove si vuole, per poi tornare in uno SHA+ la quinta notte in attesa dell’esito del secondo tampone. Diciamo che ha veramente poco senso, ma è frutto dei tempi in cui viviamo.
E’ bene ricordare che non tutti i passeggeri ricadono nel protocollo Test&Go e in questo caso resta operativo anche il Sandbox.
Per gli italiani, e tutti coloro che decidono di volare dall’Italia, è valido il protocollo più semplice che prevede:
- Ciclo vaccinale completato
- Thailand Pass
- Test PCR negativo effettuato entro 72 dalla partenza del volo
- Prenotazione della prima notte in un hotel SHA+ e relativo tampone PCR da effettuare all’arrivo in Thailandia
- Secondo tampone, con prenotazione di una notte in hotel SHA tra la 5° e la 6° notte post arrivo
In conclusione
La Thailandia è stata la prima nazione del sud est asiatico a riaprire le porte ai turisti, oggi sta lentamente vedendo i numeri dei passeggeri crescere giorno dopo giorno.
Purtroppo l’Italia vieta ancora gli spostamenti non essenziali verso Bangkok e le altre popolari destinazioni a causa del picco di contagi registrato in estate e che adesso è solo un lontano ricordo. La scelta di alleggerire le procedure, e quindi i costi per i viaggiatori, è sicuramente interessante. Speriamo che a breve l’Italia aggiorni la lista dei paesi o dei corridoi turistici includendo anche la Thailandia tra le destinazioni raggiungibili.