Addio ai tamponi di rientro in Italia a partire da oggi
I tamponi di rientro in Italia si avviano verso l’addio (almeno per il momento). A partire da oggi, 1 febbraio […]
I tamponi di rientro in Italia si avviano verso l’addio (almeno per il momento).
In questo articolo:
A partire da oggi, 1 febbraio 2022, chi rientra in Italia dopo un soggiorno in un Paese dell’Unione Europea non dovrà più sottoporsi al tampone. Questo, a meno che non sia né vaccinato né guarito. In sostanza, varrà il Green Pass base. E i tamponi saranno solo una delle tre alternative previste.
Tamponi di rientro in Italia: a contare sarà il Green Pass base
Lo scorso 26 gennaio 2022, il ministro Speranza ha firmato un’ordinanza ad hoc per i viaggi nell’Unione Europea. A partire dall’1 febbraio, per rientrare in Italia sarà sufficiente essere in possesso del Green Pass base.
Chi è in possesso di un certificato vaccinale, o di un certificato di guarigione, non dovrà dunque fare il tampone di rientro in Italia. Tampone che resta invece obbligatorio per chi non è vaccinato né guarito (in tal caso, il test dovrà essere molecolare non più vecchio di 48 ore oppure antigenico non più vecchio di 24).
Tutti, a prescindere dal loro status, dovranno invece compilare il Passenger Locator Form.
Nello specifico, non servirà più il tampone di rientro per chi arriva da: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra e Principato di Monaco.
Il tampone di rientro continuerà ad essere invece obbligatorio per i Paesi dell’elenco D. E dovrà essere un test molecolare condotto nelle 72 ore precedenti o antigenico condotto nelle 24 ore precedenti (il termine del test molecolare è ridotto a 48 ore per chi proviene dal Regno Unito). Tuttavia, è bene ricordare che per viaggiare in un Paese dell’elenco D è necessario essere vaccinati. Non tanto perché tali Paesi richiedono il vaccino, quanto perché il rientro in Italia è consentito solo a chi è immunizzato. Appartengono all’elenco D: Argentina, Australia, Bahrain, Canada, Cile, Colombia, Giappone, Indonesia, Israele, Kuwait, Nuova Zelanda, Perù, Qatar, Ruanda, Arabia Saudita, Regno Unito, Repubblica di Corea, Stati Uniti d’America, Emirati Arabi Uniti, Uruguay, Taiwan, Hong Kong e Macao.
Chi proviene dagli Stati Uniti, dal Canada o dal Giappone può presentare – in alternativa al certificato vaccinale – un certificato di guarigione. Ma dovrà sottoporsi ad un isolamento fiduciario di 5 giorni prima di effettuare un tampone (molecolare oppure rapido).
I corridoi Covid-free
Un’altra buona notizia, per i viaggiatori, è l’ampliamento dei corridoi Covid-free. Che dall’1 febbraio comprendono anche Cuba, Singapore, Turchia, l’isola thailandese di Phuket, Oman e Polinesia francese. Mete, queste, che si aggiungono a Maldive, Mauritius, Seychelles, Aruba, Repubblica Dominicana, Sharm El Sheikh e Marsa Alam.
Passo dopo passo, dunque, si torna a viaggiare. Tanto più che l’OMS ha raccomandato la cancellazione delle restrizioni, ormai non più giustificate dalla situazione epidemiologica.