Cos’è il de icing? Come si effettua e perché si deve eliminare il ghiaccio?
Vi è mai capitato di assistere a un processo particolare che porta a ricoprire un aereo di una strana sostanza? […]
Vi è mai capitato di assistere a un processo particolare che porta a ricoprire un aereo di una strana sostanza? Vi siete mai chiesti cosa stesse succedendo? Siete lì, costretti ad attendere un po’ per poter salire a bordo, ignari del fatto che tutto ciò stia accadendo per la vostra sicurezza. Tanto quanto i passeggeri, gli aerei odiano il ghiaccio e questo processo, noto come de icing, serve ad eliminarne la presenza sulle superfici alari. Impossibile prendere il volo in sicurezza se vi sono degli strati ghiacciati. Una situazione del genere potrebbe comportare un pericolo significativo per la condotta del volo. In più di un’occasione, infatti il ghiaccio ha provocato degli incidenti letali.
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Fonte: Pixabay
Perché il ghiaccio è pericoloso
Il de icing è un’operazione chiave in determinati aeroporti (ma tutti devono essere pronti a svolgere il procedimento, anche quelli in climi miti o caldi). Gli strati di ghiaccio sulle ali, infatti, ne cambiano la forma. L’aerodinamicità del velivolo viene modificata. Scendendo nello specifico, il de icing aiuta a sbloccare i flap (parti mobili dell’ala), consentendo un movimento meccanico corretto.
Se le ali sono probabilmente l’area più colpita, il ghiaccio può compromettere il corretto funzionamento anche di altre zone, tra cui quella anteriore dei motori. Si tratta dell’area dalla quale i propulsori ricevono l’aria necessaria per il funzionamento. In caso di ghiaccio si riduce la superficie di imbocco e dunque l’aria catturata. Oltre al peggioramento delle prestazioni dei propulsori, questo strato gelido aumenta in generale la resistenza dell’aereo.
Come si effettua il de icing
A seconda delle temperature sopportate e dunque della diffusione degli strati di ghiaccio sulla superficie dell’aereo, l’operazione di de icing può durante dai 10 ai 15 minuti. Per completarla si devono utilizzare dei mezzi speciali, che accerchiano il velivolo in un’area specifica della pista d’atterraggio.
Come detto, viene spruzzata una strana sostanza per far sciogliere il ghiaccio “aggrappato” al velivolo. Si tratta di una miscela di acqua e liquido antigelo. Si segue uno schema d’azione ben preciso, raggiungendo una temperatura necessaria di 62-63 gradi. Sono quattro i mezzi che devono mettersi al lavoro contemporaneamente. Va da sé che aeroporti soggetti a temperature più rigide debbano vantare un gran numero di veicoli addetti. Decisamente meno, invece, quelli in luoghi dal clima più mite. È possibile comprendere meglio la differenza organizzativa mettendo a confronto scali come Francoforte e Fiumicino. Nel primo caso i mezzi sono ben 58. Nel secondo appena 4, il minimo richiesto.
Ghiaccio in volo
Se il ghiaccio è così pericoloso per gli aerei, cosa accade quando degli strati gelidi aderiscono al velivolo mentre è in funzione? In casi del genere si sfruttano dei sistemi pneumatici. Si fa riferimento a delle guaine che si gonfiano ad hoc, su comando del pilota, rompendo il ghiaccio che si è formato.
Questo non è però l’unico mezzo a disposizione. Spazio anche per alcune camere d’aria che, gonfiandosi, ottengono il distacco auspicato. Infine è possibile riscaldare le ali, così come altre superfici dell’aereo, convogliando gas caldi nei motori o sfruttando resistenza elettriche.
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