Cathay Pacific, lo staff ha trascorso 200 anni in quarantena: i numeri shock
Cathay Pacific ha fatto ampiamente parlare di sé per quanto riguarda il tempo trascorso in quarantena dai propri addetti ai […]
Cathay Pacific ha fatto ampiamente parlare di sé per quanto riguarda il tempo trascorso in quarantena dai propri addetti ai lavori. L’attenzione sul fronte Covid in Asia è ancora massima, come dimostrano alcune storie condivise dai vettori sui propri social. Basti pensare alla China Southern Airlines, che ha spiegato come uno dei suoi piloti abbia addirittura trascorso un totale di 189 giorni in quarantena nel corso del 2021.
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Numeri incredibili anche per Cathay Pacific Airlines di Hong Kong. Guardando alla totalità dei dipendenti, sia personale di bordo che staff, si è arrivati a superare la cifra spaventosa di 73mila notti in quarantena in albergo. Si tratta di cifre fornite dallo stesso vettore.
Com’è trascorrere due secoli in quarantena
Cathay Pacific si fa vanto della propria attenzione scrupolosa ai protocolli Covid. Non possiamo ancora abbassare la guardia e il vettore evidenzia proprio questo nei suoi aggiornamenti. Parlare di 73mila notti in quarantena (sommando tutto il personale del vettore) vuol dire raggiungere quota duecento anni. Una soglia che in realtà è stata anche superata.
Il solo personale di volo, quindi hostess e steward, è stato costretto all’isolamento per più di 62mila notti in albergo. A ciò si devono aggiungere altri 1000 dipendenti, tra piloti e i team addetti negli uffici dell’azienda, che si sono ritrovati presso la struttura Covid Penny’s Bay per più di 11mila notti. Tutto ciò da gennaio a dicembre 2021.
Though flying has been tough since the pandemic, Lucy has given her all to help passengers with essential travel needs. Together with her Fly Ready team, she has worked tirelessly to ensure smooth check-in experiences with various border restrictions. pic.twitter.com/tdrhHIJxLN
— Cathay Pacific (@cathaypacific) February 28, 2022
Cathay Pacific: i numeri della prevenzione
Duecento anni in quarantena sembra il titolo di un film di fantascienza. È invece la realtà e forse anche un ottimo messaggio pubblicitario, atto a tranquillizzare i passeggeri in merito alla serietà dei protocolli di sicurezza del vettore. Il personale sta vivendo anni difficili, come tutti del resto. Lavorare nel mondo dei viaggi, però, è particolarmente probante. Il rischio è molto elevato e occorre sottoporsi a costanti controlli. Basti pensare che chiunque metta piede a bordo di un aereo della compagnia ha preso parte a un’altra statistica incredibile: più di 230mila tamponi effettuati in un anno (20mila, circa, al mese). Una strategia di controllo accurato che ha dato i suoi frutti. La compagnia aerea ha infatti sottolineato come vi siano stati soltanto 16 casi di positività.
Cathay si erge a vero e proprio simbolo del sistema di prevenzione di Hong Kong. Il tentativo di ripartire e tornare alle cifre dell’economia del 2019 non può avere la precedenza rispetto alla salute generale. Un discorso decisamente semplice, dal momento che non ci si potrebbe permettere un nuovo collasso del sistema sanitario.
La ripresa è però evidente ed è il vettore a sottolinearlo. Nel 2020 si è registrato un record passivo a dir poco spaventoso. Un calo nel fatturato di 21,6 miliardi di dollari hongkonghesi, ovvero circa 3 miliardi di dollari americani. La luce in fondo al tunnel si è iniziata a vedere nel 2021, quando la compagnia ha chiuso ancora in perdita, ma stavolta di 5,5 miliardi HK (circa 700 milioni di dollari).