Honolulu contro Airbnb: cambiano le regole degli affitti brevi
Il Consiglio Comunale di Honolulu cambia le carte in tavola per quanto riguarda gli affitti brevi sul territorio. Una vera […]
Il Consiglio Comunale di Honolulu cambia le carte in tavola per quanto riguarda gli affitti brevi sul territorio. Una vera e propria guerra ai servizi come quello offerto da Airbnb, ma non solo.
In questo articolo:
La politica dei soggiorni turistici al di fuori delle zone resort sarà ben differente, data l’approvazione di un disegno di legge apposito. Se firmato e reso effettivo, come previsto, richiederà un aumento incredibile del soggiorno minimo in determinate aree.
Affitto breve a Honolulu
Avete in programma di soggiornare per un “breve periodo” a Honolulu? Pensavate di trascorrere due settimane in paradiso in un resort? Non preoccupatevi, perché nulla cambierà per voi. Differente il discorso, invece, per chi stesse guardando con interesse alle zone non resort. Rivolgersi al mercato degli affitti a breve termine in appartamenti, case o ville private sarà riservato soltanto a chi potrà essere in grado di prolungare il proprio relax per almeno tre mesi. Il Consiglio Comunale di Honolulu ha infatti deciso di aumentare il soggiorno minimo da 30 a 90 giorni.
I danni degli affitti brevi
Honolulu si ritrova a fronteggiare un problema alquanto comune negli anni Duemila. Chi possiede una o differenti proprietà in zone altamente turistiche prende sempre più in considerazione l’idea di affittarle ai turisti. Soggiorni brevi e guadagni molti elevati. Un’economia fluida che consente di evitare le eventuali problematiche di gestione degli inquilini.
Ciò però comporta una scarsità di proprietà affittabili per i residenti, così come un generale aumento dei prezzi. Una realtà che riguarda anche molte città italiane. Nel disegno di legge è possibile leggere, come riportato da Honolulu Civil Beat, come gli affitti brevi siano incoerenti con gli usi della terra previsti nelle aree residenziali. Una pratica che aumenta il prezzo delle abitazioni per la popolazione residente di Oahu, rimuovendo lotti dal mercato per la vendita e l’affitto a lungo termine.
Il Consiglio si è apertamente schierato contro la pratica, sostenendo come qualsiasi beneficio (per pochi) venga neutralizzato dal negativo impatto su determinati quartieri. Non sono però mancate numerose critiche. Impossibile non aspettarsi un pronunciamento in merito da parte di Airbnb, ad esempio. Nello specifico si sottolinea come la legge intenda colpire tutti indiscriminatamente, ignorando ad esempio le esigenze degli occupanti transitori, come gli operatori sanitari. In arrivo sul posto dopo disastri naturali, programmano di restare ben meno di 90 giorni e di certo non vorranno pagare cifre esorbitanti per alloggiare nei resort.
Altra questione è quella dei surfisti. Gli sportivi non mirano a restare sul posto per tre mesi. Li si obbligherebbe a optare per le ben più costose strutture turistiche, anche se soltanto per la durata di una competizione. Tutto ciò ha attirato le critiche della World Surf League of Hawaii che teme effetti devastanti.
Tante le polemiche ma, nonostante tutto, pare che il sindaco Rick Blangiardi sia pronto alla firma, il che trasformerebbe ufficialmente il disegno in legge. Dopo tale azione, le nuove norme relative al soggiorno minimo dei turisti, e non solo, al di fuori delle aree resort entrerà in vigore nel corso dei 180 giorni successivi.