Dalle Hawaii a Vancouver a bordo di un 737max di Air Canada: la mia prima emergenza a bordo
Quando l’assistente di volo ha chiesto se c’era un medico a bordo è calato il silenzio in tutto l’aereo
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Le ultime due tratte del mio pazzo giro del mondo sono state a bordo di Air Canada. La prima da Honolulu a Vancouver e la seconda e ultima da Vancouver a Londra.
In questo articolo:
- Specifiche
- Aeromobile:
- 737max
- Classe:
- Economy
- Tratta:
- HNL - YVC
- Prezzo:
- 79 sterline + 75 euro
- Prenota
Sono arrivato in aeroporto ad Honolulu presto, mi ero completamente dimenticato il mio consiglio, ovvero evitare di andare in aeroporto ad Honolulu troppo presto. Questo perchè in tutti gli aeroporti in America, a differenza di quello che accade in quasi tutto il resto del mondo, nella zona pubblica non c’è vita e spesso nemmeno un posto dove sedersi. E il Daniel K. Inouye International Airport è forse quello che ne ha di meno, il terminal internazionale non ne ha per niente.
La prenotazione
La particolarità di un biglietto per fare il giro del mondo è che si tratta di un unico itinerario, un unico PNR che contiene tutte le tratte. Il mio risale alla primavera del 2020 e in questo 30 mesi è stato più volte cambiato.
L’itinerario iniziale, ad esempio, prevedeva di volare da Honolulu a San Francisco e da qui ripartire per Londra a bordo di due voli di United. Invece nei vari cambi di percorso sono finito a volare a Vancouver con la compagnia di bandiera canadese.
Il check-in
L’aeroporto di Honolulu mi ricorda quelli dei Caraibi o delle piccole destinazioni in Asia, una versione più grande di quello di Phuket.
Questo perchè non ha porte ed è quasi all’aperto: sia nella zona dell’accettazione sia una volta passati i controlli, ci sono dei punti dove si è aperti sulla pista.
Circa 3 ore e mezza prima della partenza gli addetti hanno iniziato le procedure di check-in. Il Canada ha rimosso tutte le restrizioni rispetto a quando ero stato a Toronto nel mese di settembre 2021, l’unico requisito rimasto è avere la app ArriveCan e il relativo QR di registrazione avvenuta.
Nel mio caso non era nemmeno necessario dato che ero solo in transito, ma a scanso di problemi lo avevo comunque fatto.
P.S. Ovviamente serve sempre l’eTA, ovvero il visto elettronico. Dura 5 anni, non c’è bisogno di aggiornarlo, ma se si cambia passaporto decade e, come tutte le altre versioni, deve essere richiesto nuovamente.
Il mio itinerario mi ha sempre costretto a fare check-in fisico, ad esclusione delle prime due tratte. Ha fatto scattare anche una serie di controlli extra, le stesse domande ogni volta e, dopo le domande, scattava ogni volta la curiosità dell’addetto/a sul mio viaggio.
In aeroporto
Negli Stati Uniti siamo ancora all’età della pietra quando si parla di controlli di sicurezza in aeroporto. Difficile trovare i percorsi “priority” per saltare la coda quando si ha lo status o si viaggia in business. Esistono dei serviti, TSA e GLobal Entry, a pagamento per i soli cittadini americani.
Inoltre è, credo, l’ultimo posto al mondo dove vengono fatte togliere le scarpe al 100% dei passeggeri, non importa se si hanno le infradito o gli anfibi con la punta d’acciaio.
Passata la sicurezza mi sono immediatamente diretto verso lo United Club, ovvero la lounge del vettore americano che partecipa alla medesima alleanza di Air Canada.
Il bello dello status, quando si è a terra, è che si viene trattati anche meglio di un passeggero di business class.
La lounge si trovava all’estremità opposta al mio gate di partenza. Non so come mai Air Canada parta così lontana dai gate usati dagli altri vettori Star Alliance, di solito negli Stati Uniti c’è una logica di alleanza/gruppo.
Poco importa, tanto avevo tempo e così ho avuto modo di vedere tutto l’aeroporto. Anche perchè i terminal sono 2 per la parte di check-in, poi una volta passati i controlli, si è tutti in un unico lungo corridoio.
La lounge
Lo United Club si trova al livello sopra quello delle partenze nella zona del gate G6. La sala si affaccia sulla pista, gli aerei sono a pochi metri. Peccato che i movimenti siano ancora pochi rispetto al solito.
Negli Stati Uniti c’è una prassi che non esiste in Europa, nelle lounge spesso c’è un menu a pagamento, soprattutto per il bere. Gli americani bevono parecchio e a qualunque ora del giorno e della notte. Le lounge hanno quindi una selezione di alcolici gratis e poi una più lunga offerta a pagamento. Inoltre è bene ricordarsi che negli USA la mancia è d’obbligo per il taxi come al ristorante e ovviamente la lounge non fa eccezione.
Se l’offerta di bevande era più che valida, il buffet era praticamente inesistente o quasi. Alla fine ho mangiato solo del cheddar tagliato a cubetti e un sorbetto all’ananas.
A bordo
Siamo partiti con quasi 60 minuti di ritardo, la motivazione era che il volo da Vancouver era arrivato in ritardo rispetto al previsto.
L’allestimento di questo 737max prevede due classi: la business con una configurazione 2-2 e l’economy con la classica 3-3.
Air Canada però offre diverse file denominate “preferred seats” nella prima parte della cabina di classe economica, i passeggeri che siedono in questa zona dell’aereo hanno a disposizione circa 5 centimetri di spazio in più per le gambe.
Cinque centimetri possono sembrare pochi, ma invece fanno assolutamente la differenza e per un volo di circa 5 ore rendono il viaggio decisamente più confortevole.
Anche questa volta ho scelto il posto vicino al finestrino, le motivazioni sono sempre le stesse: viaggio tutto sommato breve e notturno e poi essendo vicino al finestrino ho potuto fare foto e qualche video dell’atterraggio.
Il volo è stato assolutamente paragonabile ad un volo internazionale europeo. Una volta raggiunta la quota di crociera è iniziato il servizio, o meglio, ha aperto il bistrò dato che Air Canada ha eliminato il pasto gratuito a bordo e offre unicamente una bevanda.
Il menù è consultabile sullo schermo, ovviamente il prezzo è in dollari canadesi.
Ho voluto tentare l’azzardo e ho preso un pizza ai 3 formaggi che mi è arrivata in 2 minuti calda. Diciamo paragonabile ad una speedy pizza nostrana.
Avrei voluto provare anche il caffè Lavazza, ma l’emergenza a bordo ha chiuso il bistrò prima del tempo.
Chiediamo scusa, c’è un medico a bordo?
Il volo si è svolto regolarmente, sino a quando a circa 90 minuti dall’atterraggio, è arrivato un annuncio da parte dell’equipaggio che chiedeva se a bordo ci fosse un medico.
Da una delle ultime file si è alzata una donna che è stata accompagnata nella cabina di business class dove un passeggero che sedeva in prima fila non stava bene. Circa 40 minuti dopo la donna è tornata al suo posto.
Prima di iniziare la discesa il comandante ha avvisato i passeggeri che al nostro arrivo a Vancouver saremmo dovuti rimanere seduti. Questo perchè sarebbero saliti a bordo i paramedici ad occuparsi del passeggero e solo dopo avrebbe avuto inizio lo sbarco degli altri passeggeri.
E’ la prima volta in tutti i miei viaggi che sento questo annuncio e soprattutto che vivo a bordo un’emergenza di questo tipo. Sull’aereo è cessato il brusio, per circa 10 minuti è come se tutti stessero giocando al gioco del silenzio. Fortunatamente la persona si è ripresa e quando siamo sbarcati l’abbiamo vista cosciente parlare con il personale medico
IFE
La netta differenza con gli aerei nostrani è che nel Nord America tutti i vettori tradizionali, e parecchi di quelli low-cost, offrono l’intrattenimento di bordo. Qui è presente uno schermo touch con circa un centinaio di contenuti tra film, serie tv, documentari e musicali.
Se si vuole usare, e non si hanno le cuffie, bisogna comprarle. AC ha due opzioni: standard o quelle con cancellazione del rumore, in vendita a 4 e 7 dollari. Io ho sempre il mio adattatore wireless, peccato che il jack non stesse nella presa e ho passato 3/4 del viaggio tenendolo con la mano.
Niente canali live e mappa interattiva molto basica, ma – considerato che da noi in Europa sui 737 a momenti non abbiamo nemmeno il poggiatesta – è comunque un passo avanti notevole.
Peccato solo che il wi-fi non fosse disponibile a bordo, ultimamente sta diventando la mia maledizione. Per il resto l’interfaccia del sistema è molto semplice da usare, totalmente in italiano.
La cosa inquietante sono gli spot prima e durante i film, per fortuna sono saltabili dopo un tot di secondi come su Youtube.
Ogni schermo ha una presa USB e ogni tre poltrone ci sono due prese multiple per caricare i propri dispositivi, come sugli aerei nostrani.
In conclusione
Emergenza a parte, questo è stato il volo più simile ad un volo tradizionale di economy in Europa. Sono pochi i collegamenti verso il continente nord americano dalle Hawaii effettuati con aerei a fusoliera larga, la maggior parte delle compagnie usa aerei di questo tipo.
A febbraio ho volato da Houston a Honolulu e da Honolulu a Los Angeles a bordo di un A321 di American Airlines. Certo, in Business si viaggia più comodi, ma per voli di questa durata non è assolutamente un problema.
L’upgrade dal posto normale a quello al preferred seats invece sono stati 75$ ben spesi, pochi centimetri per stare decisamente più comodi e riuscire a distendere le gambe valgono un piccolo esborso extra.
Pro
- Preferred Seats
- IFE
Contro
- Wi-fi ko
- Presa delle cuffie danneggiata
- Lounge lontana dal gate