Air New Zealand: no all’utilizzo degli AirTag nei bagagli imbarcati
Air New Zealand: no all’utilizzo degli AirTag nei bagagli imbarcati! Dopo il problema dei tracker bagagli con Lufthansa e tutta […]
Air New Zealand: no all’utilizzo degli AirTag nei bagagli imbarcati! Dopo il problema dei tracker bagagli con Lufthansa e tutta la questione sul divieto di utilizzare gli AirTag di Apple a bordo dei loro voli, anche Air New Zealand sta attuando la stessa politica.
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In effetti, sul sito web del vettore aereo, si legge che la compagnia considera i localizzatori bagagli fra i dispositivi alimentati a batteria al litio, che come sappiamo non sono consentiti, perciò ha sconsigliato ai passeggeri di non utilizzarli.
Inoltre, Air New Zealand precisa che i localizzatori bagagli sono ammessi nelle valigie registrate solamente se possono essere disattivati.
Le informazioni sono state confermate da un portavoce della compagnia, il quale ha tuttavia ribadito che il divieto degli Apple AirTag potrebbe essere riconsiderato nel 2023, in un’ottica di revisione delle norme di sicurezza.
“Come parte del sistema di gestione della sicurezza di Air New Zealand, una revisione di questi prodotti avverrà probabilmente all’inizio del 2023. A seguito di ciò, potrebbero essere avviate discussioni con l’autorità di regolamentazione”, ha dichiarato.
Questo perché i dispositivi come AirTag e Tile non prevedono la possibilità di spegnimento. In effetti, si tratta di dispositivi elettronici portatili che entrerebbero in contrasto con le normative sulle merci pericolose. E quindi non possono essere inclusi nei bagagli da stiva.
Tuttavia, come precisato, Air New Zealand prevede di rivedere il regolamento nell’ambito del sistema di gestione della sicurezza, all’inizio del prossimo anno.
L’ambiguità della normativa di sicurezza aerea in Nuova Zelanda
La cosa strana è che il servizio di sicurezza aerea della Nuova Zelanda – responsabile dello screening dei bagagli – ha dichiarato di non avere ricevuto alcuna direttiva o istruzione specifica in merito ai tracker bagagli, AirTag inclusi.
Tra l’altro, Jetstar – un altro vettore aereo che opera in Nuova Zelanda – invita i passeggeri a utilizzare sia gli AirTag che altri dispositivi dello stesso tipo.
Dall’altro lato, Air New Zealand non ha tuttora un piano effettivo per l’applicazione di questa politica.
Semplicemente, il portavoce della compagnia neozelandese ha affermato che, nella procedura corrente, ai passeggeri è chiesto se stanno trasportando merci pericolose o vietate durante il check-in. Se i viaggiatori rispondono in modo affermativo, dovranno rimuovere dal bagaglio i tracker, prima di effettuare il check-in. In altre parole, sta ai passeggeri la responsabilità di dichiarare l’effettiva presenza di questi tracker.
Perché gli Apple AirTag sono diventati così popolari?
Per chi non lo sapesse, gli Apple AirTag stanno avendo molto successo, soprattutto nell’ultimo biennio. Probabilmente, questa popolarità è derivata dal livello di inaffidabilità dimostrata da parte di diversi vettori negli ultimi due anni. Insomma, l’utilizzo dei tracker bagagli è stato ed è tuttora un modo per i viaggiatori di sapere dove si trovano i propri effetti personali.
L’industria dei vettori aerei ha sperimentato negli ultimi anni carenza di personale, ma anche aumento della domanda dei voli sia per orari che per frequenza. E innegabilmente, tutto il comparto aeronautico globale è stato piuttosto sopraffatto nell’era di ripresa post-pandemia.
Dato che le risorse di settore non sono state in grado di tenere il passo, i dati rivelano che solo nell’aprile 2022 quasi 220mila bagagli sono stati gestiti male. In questo caos, i malcapitati passeggeri hanno sperimentato stress e frustrazione, nel non sapere dove fosse finito il proprio bagaglio imbarcato in stiva.
Ecco perché i localizzatori bagagli come AirTag, Tile Pro Bluetooth Tracker e LandAirSea GPS Tracker, sono diventati molto apprezzati dai viaggiatori. Essendo piccoli, pratici e leggeri, una volta inseriti nel bagaglio, facilitano la localizzazione. E in caso di valigie smarrite, il loro utilizzo rende più semplice per i passeggeri tentare il recupero con le compagnie aeree.
Inoltre, non influiscono sul peso del bagaglio da stiva e non richiedono molto sforzo da parte dell’utilizzatore. Infatti basta accenderlo e disporre di una connessione Bluetooth per tracciare l’oggetto.
Importante: i dispositivi di localizzazione del bagaglio, con celle metalliche al litio che contengono 0,3 grammi o meno di litio, possono essere utilizzati sul bagaglio da stiva. Gli AirTag di Apple soddisfano questi parametri, mentre non si sa se sia la stessa cosa per gli altri dispositivi di tracking bagagli.
La necessità di intervento da parte dell’Organizzazione per l’Aviazione Civile Internazionale (ICAO)
Oramai, sembra sempre più evidente la necessità di un intervento da parte dell’Organizzazione per l’Aviazione Civile Internazionale (ICAO), poiché è urgente avere linee guida chiare sugli Apple AirTag e dispositivi similari.
Se valutiamo le istruzioni di ICAO per il trasporto sicuro di merci pericolose, le batterie al litio dei dispositivi nei bagagli registrati sono consentite, ma il dispositivo deve essere spento. Come è facilmente comprensibile, disattivare un AirTag spegnendolo, eliminerebbe completamente il senso di averlo e la sua funzione, che è quella di tracciare il bagaglio.
In effetti, Air New Zealand non ha torto dal punto di vista tecnico, poiché sta semplicemente seguendo alla lettera il regolamento dell’ICAO.
L’opinione della Federal Aviation Administration
Sulla questione si sono espressi altri regolatori nazionali, chiarendo la faccenda. Per esempio, la Federal Aviation Administration (FAA) degli Stati Uniti è intervenuta affermando la non pericolosità degli Apple AirTag. A livello globale è tuttavia necessario prendere una decisione lineare, o in una direzione o nell’altra, poiché non è possibile che ogni compagnia aerea interpreti i regolamenti a sentimento.
Air New Zealand: no all’utilizzo degli AirTag nei bagagli imbarcati -Osservazioni conclusive
Air New Zealand sta prendendo la posizione di vietare gli AirTag, anche se non lo ha fatto formalmente. La motivazione sta nell’interpretazione da parte della compagnia aerea della restrizione generale sulle batterie al litio nei bagagli da stiva.
C’è molta speranza nel fatto che l’ICAO e altri regolatori globali creino una guida chiara – e unanime – sugli AirTag, poiché senza imposizione reale, parliamo di una limitazione esclusivamente teorica.
Air New Zealand però sembra aver preso l’esempio da Lufthansa nel non imporre dei ban immediati. In altre parole, il vettore afferma che ai passeggeri non è del tutto vietato utilizzare i dispositivi di localizzazione, ma sono consentiti se i viaggiatori hanno un tracker con un tasto di spegnimento manuale.
Ovviamente, la disattivazione di questi dispositivi rende totalmente inutile e vano il loro impiego, riportando i viaggiatori in una condizione di stress per l’impossibilità di localizzare i propri bagagli.
Tu cosa pensi di queste limitazioni? Ti sembra corretta questa restrizione sugli AirTag? Restiamo in attesa di scoprire quali provvedimenti saranno presi a livello generale e condiviso. Lascia un commento e condividi con i tuoi amici questo articolo. E per restare sempre aggiornato, seguici sui social!