La Polinesia Francese metterà un limite al numero di visitatori annuali
Quando si parla di viaggi di nozze, o di viaggi da sogno, la prima meta che salta alla mente è […]
Quando si parla di viaggi di nozze, o di viaggi da sogno, la prima meta che salta alla mente è la Polinesia Francese. Un piccolo paradiso, che sa di romanticismo e di relax, di acque cristalline e di spiagge bianchissime. Tuttavia, andare a Bora Bora e dintorni potrebbe diventare un po’ complesso. La Polinesia Francese metterà un limite al numero di visitatori annuali, a sostegno di un turismo sostenibile.
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L’iniziativa si inserisce nell’ambito della missione strategica Fāri’ira’a Manihini 2027 (FM27), il cui obiettivo è quello di fissare un limite annuale di turisti stranieri per residenti. Limite che, entro il 2027, dovrà essere di 280.000 turisti (1 visitatore per 1 abitante). Resta però da capire se, nel conteggio dei visitatori stranieri, rientreranno i francesi. La Polinesia è infatti una collettività d’oltremare della Francia, motivo per cui non si dovrebbe considerare straniero chiunque avesse un passaporto francese.
Ma vediamo, più nel dettaglio, come diventerà viaggiare a Bora Bora, Mo’orea, Tahiti e in tutte le località “minori”.
La Polinesia Francese metterà un limite al numero di visitatori annuali: i dettagli
Il documento FM27 riconosce che il turismo è un’importante fonte di occupazione e reddito per i residenti. Tuttavia, il limite di visitatori e altri cambiamenti porteranno a un tipo di turismo più ponderato. Con tale piano, il Governo mira a “diversificare i tipi di visitatori, consentire di conciliare la crescita economica con la conservazione dell’ambiente, la qualità della vita delle popolazioni e la salvaguardia del patrimonio locale”.
L’obiettivo è quello di una transizione verso un modello di turismo inclusivo e sostenibile. Ma perché la Polinesia metterà un limite al numero di visitatori annuali, pur non avendo problemi di overtourism? Secondo gli ultimi dati, la Polinesia Francese ha accolto circa 300.000 visitatori nel 2019, il numero più alto di sempre. Ha dunque deciso di guardare a qualche modello virtuoso, come il Buthan, un perfetto esempio di ciò che può accadere quando il turismo è attentamente controllato dal Governo.
Attualmente, il Paese dell’Asia Centrale applica una Sustainable Development Fee di 200 dollari a notte a turista, e reinveste quei soldi nell’istruzione e nell’assistenza sanitaria per la popolazione locale. Senza arrivare a tasse così elevate, molte sono le destinazioni europee che hanno deciso di limitare l’afflusso turistico. Basti guardare a Venezia, che ha deciso di introdurre una tassa giornaliera di 3-10 € a partire dal 2023.
Non solo Polinesia: la decisione del Louvre
La Polinesia Francese metterà un limite al numero di visitatori annuale, ma non sarà la sola. L’ultima iniziativa simile arriva dalla Francia. Il Louvre, il museo più frequentato al mondo, permetterà ora l’ingresso a “soli” 30.000 visitatori al giorno, per garantire visite più confortevoli e per permettere al personale di lavorare al meglio.
Prima della pandemia, il museo parigino arrivava ad accogliere fino a 45.000 visitatori giornalieri.