Recensione Sir Albert Hotel Amsterdam. Posizione interessante, ma tutto il resto è NO!
Marriott ha 30 diversi brand nel suo portfolio. Ogni insegna ha una sua specifica collocazione sia come prodotto che come filosofia […]
Marriott ha 30 diversi brand nel suo portfolio. Ogni insegna ha una sua specifica collocazione sia come prodotto che come filosofia che, purtroppo, come riconoscimento dei benefit previsti dal programma Bonvoy.
Design Hotel Marriott, cosa sono
In questo articolo:
Queste strutture sono generalmente dei piccoli hotel che hanno deciso di aderire alla famiglia Marriott pur mantenendo una netta indipendenza rispetto agli altri hotel del gruppo. Non sono hotel banali, ma strutture con una forte impronta di design e una cura nei particolari: essendo spesso dei boutique hotel è proprio l’attenzione per i dettagli a fare la differenza.
Quando mi si chiede perchè preferisco Hilton a Marriott uno dei motivi è proprio perché quando si soggiorna in un hotel Hilton con uno status si sa benissimo cosa si potrà chiedere e cosa si ha diritto a ricevere. Al contrario nel mondo Marriott c’è tanta confusione, a partire, ad esempio, su quale brand regala la colazione e quale invece no.
Prenotazione
Abbiamo deciso di trascorrere un weekend ad Amsterdam, lontano dai ponti primaverili, ma nonostante il clima incerto e il periodo per nulla festivo la capitale olandese era piena di turisti italiani e non solo. Uno dei motivi era la presenza al Rijksmuseum della mostra dedicata a Vermeer, per molti appassionati d’arte la mostra dell’anno se non di più. Una mostra che ha fatto sold out alla stessa velocità del tour dei Coldplay.
Tra le varie strutture ho deciso di prenotare in una del gruppo Marriott per massimizzare l’offerta di inizio anno che raddoppia le notti qualificanti oltre a 1000 punti bonus per ogni notte soggiornata. Sfruttare queste promozioni permette di rinnovare più facilmente lo status e questo è un vantaggio molto importante se si vuole scalare un programma fedeltà di un hotel.
Marriott ha parecchie strutture nella capitale olandese e ho puntato su questa per la sua posizione, nel cuore del quartiere dei musei e perchè non ero mai stato in un Design hotel Marriott. Ero curioso di provare, dato che fino ad oggi sono stato in due hotel della famiglia Tribute Portfolio come il The Vagabond Club a Singapore e il Royal Hawaiian ad Honolulu trovandomi molto bene.
Abbiamo così deciso di prenotare al Sir Albert e purtroppo non è stata una scelta azzeccata.
Check-in
Siamo arrivati intorno alle 13 in hotel, la reception è piccolina come la hall in generale. L’ingresso è molto curato nell’aspetto estetico. Dalla parete con gli ippopotami alla biblioteca, tutto è curato nel minimo dettaglio come la scelta dei libri e delle copertine, talmente curato da sembrare falso.
Il check-in si fa in due scrivanie alla fine della hall. Siamo stati informati che avevamo ricevuto un upgrade, cosa non scontata in un Design Hotel, insenga dove non è nemmeno possibile sfruttare i choice benefit, ma che la stanza sarebbe stata pronta nel pomeriggio. Lasciate le valige in hotel ci siamo diretti in giro, nonostante il meteo poco clemente.
Primo fail il fatto che a tutti gli ospiti in arrivo veniva offerto un bicchiere di benvenuto, cosa che non è accaduta nel nostro caso, probabilmente a causa della presenza di tante persone in coda per fare check-out/in.
La stanza
Verso le 15 abbiamo ricevuto una mail che ci avvisava che la nostra stanza era pronta, ma ovviamente abbiamo continuato il nostro giro e siamo tornati in hotel verso le 18. Alla reception ci hanno informati che i bagagli erano già in stanza e siamo saliti al quarto, e ultimo piano.
L’hotel si trova in un vecchio palazzo completamente ristrutturato e adibito ad hotel. A dire il vero sono stati uniti due tipiche palazzine con conseguente saliscendi di gradini per spostarsi nei corridoi. Impossibile non notarlo visto il murales sulla facciata del palazzo.
La camera non è per nulla di design, ad esclusione di una stampa appesa alla parete. Il letto era un materasso queen e l’unica cosa veramente bella della stanza era il terrazzino accessibile con vista sui tetti di Amsterdam.
Peccato solo che le temperature sempre vicine allo 0 non invitavano molto a viverlo, ma immagino che in estate questo optional possa portare un vero valore aggiunto alla stanza. Il terrazzo lo hanno anche altre stanze al 4° piano, ma solo questa aveva una piccola zona relax, mentre tutte le altre solo lo spazio per fumarsi una sigaretta.
In generale però la camera è piccola, c’è un micro armadio e vicino al letto un piccolo tavolino con una sedia e dalla parte opposta una poltrona.
Il bagno sembra un prefabbricato inserito nella stanza. Una parete nero lucida che nasconde un bagnetto con giusto il minimo indispensabile, ma a questi livelli mi aspetto almeno una porta vera e l’areazione, invece la prima era storta come quando ti monti l’armadio dell’Ikea senza leggere le istruzioni, e la seconda non c’era.
Macchinetta del caffè e bollitore d’ordinanza come una piccola offerta di snack e di bevande nel frigobar. In stanza nulla di nulla, né un dolcetto o un pensierino come spesso accade quando un ospite elite arriva in hotel.
La cosa peggiore però arrivava durante la serata, dall’aria condizionata dell’hotel arrivava oltre l’aria calda il profumo della cucina, come se la cappa del ristorante e l’impianto di aria condizionata si incrociassero in qualche punto, inondando le camere di profumi modello ristorante cinese.
La struttura
Il problema principale è che questo hotel non è piccolo, ma sono gli spazi comuni ad essere inesistenti. La hall è composta da due divani e qualche sedia. E nient’altro. Se si deve aspettare un taxi, o un amico che scenda dalla stanza spesso non c’era il posto per sedersi. L’hotel non è piccolo quindi questo non è un disagio da poco. Non ci sono nemmeno i servizi se non quelli del ristorante che sono al piano -1, raggiungibile solo con delle scale ripide.
Come detto, c’è poco design anche in giro per il resto dell’hotel, se si escludono delle vetrinette fuori dagli ascensori e la bellissima scala in legno e ferro battuto che porta ai piani.
Food & Beverage
Un’altra delusione è stata quella di scoprire che l’hotel di fatto non ha un ristorante proprio, o meglio, il ristorante c’è e forse è anche più famoso dell’hotel, ma gli ospiti della struttura non hanno alcun percorso facilitato per prenotare e dato il tempo era davvero rigido avremmo volentieri cenato al ristorante che partecipa alla Global Dinig di American Express e che quindi rientra nella lista dove poter spendere i 150€/annui di voucher ristoranti a disposizione dei clienti platino.
La colazione nei Design Hotel non rientra tra i benefit per chi ha lo status Platinum o superiore. E’ servita nel ristorante Izakaya. La sensazione è che l’evidente qualità del ristorante non è trasferita anche nella colazione, come se si giocasse per lo 0 a 0, giusto perchè si è obbligati a servire la colazione (a pagamento).
La qualità dei prodotti e l’offerta non vale i 25€ richiesti. Il buffet è nella norma e con i 25€ si ha diritto a scegliere un piatto dal menù alla carta.
In conclusione
La posizione è l’unica cosa che salva questo hotel: sicuramente un valore aggiunto, ma il resto è un fail clamoroso. La “puzza” della cucina in stanza costringe a spegnere l’aria condizionata/riscaldamento (e fuori eravamo a 0°) per non dormire in un ristorante. L’assenza di spazi comuni è veramente una cosa fastidiosa, anche perchè le stanze non sono enormi e se si deve lavorare al pc bisogna per forza cercare un posto fuori dall’hotel.
Pro
- La location
Contro
- La puzza in stanza
- Niente spazi o servizi
- Nessun privilegio per gli ospiti con il ristorante