I rischi di volare sopra la Russia: l’odissea del Boeing indiano bloccato in Siberia
Tanto va la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino… La disavventura capitata a un Boeing 777-200LR dell’Air India […]
Tanto va la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino… La disavventura capitata a un Boeing 777-200LR dell’Air India calza bene sul celebre proverbio. Laddove la ‘gatta’ è la compagnia aerea indiana, una tra quelle che anche in tempi di guerra tra Russia e Ucraina, attraversano tranquillamente lo spazio aereo russo per i loro voli commerciali; il ‘lardo’ è lo spazio aereo russo, ‘appetitoso’ perchè permette, nei voli tra Europa e Asia o tra Nord America e Asia, di percorrere rotte più brevi e risparmiare così tonnellate di carburante; e lo ‘zampino’ è, appunto il jet, bloccato in una remota località della Siberia occidentale con un motore ko.
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La disavventura, per il Boeing 777, i suoi 216 passeggeri e 16 membri di equipaggio era iniziata il 6 giugno quando il volo AI173 è stato costretto da un motore fuori uso a un atterraggio di emergenza all’aeroporto di Sokol, nella Siberia sud-orientale, mentre era in volo tra Delhi e San Francisco. L’aereo è atterrato senza problemi e gli occupanti sono stati ospitati per circa 36 ore presso le palestre di alcune scuole della città, che non ha capacità ricettive adeguate a una simile mole di persone.
Un altro aereo dell’Air India è poi giunto a prelevare i ‘naufraghi’ e a portarli alla loro destinazione. Ma per il Boeing 777 ‘infortunato’, il recupero si annuncia assai problematico. Il B777-200LR monta il motore più grande costruito da General Electric, il GE90. Una bestia che ha un diametro di oltre tre metri e un peso di 8,7 tonnellate. Se, come pare, il motore andrà sostituito, l’unico aereo oggi in grado di portarne uno nuovo a Sokol è l’Antonov An-124, un velivolo da trasporto gigantesco costruito in Ucraina.
E’ ovvio il motivo per cui le compagnie ucraine che lo hanno in flotta non voleranno mai in Russia a portare il motore. Così come non potrà farlo la compagnia russa Volga Dnepr, che per prelevarlo dovrebbe uscire dallo spazio aereo russo. Nè Arab Maxus, altro operatore di An-124, che ha sede negli Emirati Arabi ed essa pure non vola in Russia. Un Boeing 747 cargo potrebbe portare a Sokol il GE90, ma solo disassemblato. E a Sokol non vi sono le condizioni per l’assemblaggio di un motore simile.
Insomma, il recupero dell’aereo, per Air India, potrebbe rivelarsi particolarmente complesso. Nel frattempo, la compagnia indiana ha smesso di far volare i suoi aerei all’interno dello spazio aereo russo. Volendo concludere citando un altro proverbio, si potrebbe dire che ha chiuso la stalla quando i buoi sono già scappati.