Sicurezza, ci sarà una seconda porta tra cabina piloti e passeggeri
Sono passati poco più di 20 anni, ma sembra un’altra era geologica. Da quando negli aeroporti americani non c’erano controlli […]
Sono passati poco più di 20 anni, ma sembra un’altra era geologica. Da quando negli aeroporti americani non c’erano controlli di sicurezza, nè alcun tipo di ‘filtro’ a separare l’ingresso dei terminal dalle aree di imbarco.
I viaggi prima dell’11 settembre
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Amici e parenti, come testimoniano alcuni film fino alla fine degli anni Novanta, potevano tranquillamente accompagnare chi partiva fino al gate. O dargli il benvenuto all’arrivo sempre lì, a pochi passi dall’aereo. A bordo, a separare la cabina di pilotaggio da quella passeggeri c’era una tendina o poco più. E anche quando le porte hanno cominciato a essere installate, spesso venivano lasciate aperte se non per tutto il volo, per buona parte della sua durata, decolli e atterraggi compresi. Prima dell’attentato terroristico ci si poteva imbarcare quasi senza mostrare un documento di identità, una follia se pensiamo ad oggi.
Poi è arrivato l’11 settembre 2001. E quel che era ‘normale’ negli aeroporti di gran parte del mondo, falcidiati da attentati terroristici nel corso degli anni Settanta e Ottanta, lo è diventato anche oltre Atlantico. Mentre a bordo, tendine e porte a soffietto hanno lasciato il posto a porte blindate dotate di tastierino e codice di accesso, che hanno reso impenetrabili le cabine di pilotaggio, per scongiurare che quanto accaduto quell’orribile giorno di quasi 22 anni fa potesse ripetersi.
La nuova regola, presto adottata anche in Europa, è stata la concausa della tragedia del volo Germanwings 9525, fatto precipitare volontariamente dal primo ufficiale Andreas Lubitz in un atto suicida il 24 marzo 2015. Lubitz si chiuse in cabina da solo mentre il comandante era andato in bagno e la porta blindata, impossibile da aprire dall’esterno senza il consenso del pilota, rese vano ogni tentativo da parte del resto dell’equipaggio di evitare la tragedia. Da allora, moltissime compagnie adottano una procedura di sicurezza che impedisce a un singolo membro dell’equipaggio di trovarsi da solo in cabina di pilotaggio.
Obbligo di doppia porta blindata
Ma la porta blindata resta e, anzi, il 14 maggio la Federal Aviation Administration (FAA – l’Ente Federale americano dell’aviazione civile) ha approvato l’obbligo per tutti i costruttori di aeroplani di installare, a bordo di tutti gli aerei di nuova realizzazione, una seconda barriera che separi la cabina di pilotaggio da quella passeggeri. L’obbligo riguarda le compagnie aeree registrate negli Stati Uniti che volino con aerei rientranti nel ‘Part 121’ del regolamento della FAA, ossia velivoli con 10 o più posti.
La data dell’entrata in vigore dell’obbligo non è ancora stata indicata dalla FAA, tuttavia non ci sarà l’obbligo per le compagnie aeree di ‘retrofittare’ gli aerei già presenti nelle flotte. La ‘seconda barriera’, si legge nel documento dell’Ente regolatore americano, “proteggerà ulteriormente le cabine di pilotaggio da intrusioni nelle occasioni in cui la porta delle stesse cabine di pilotaggio sia aperta”.
“Ogni giorno i piloti e gli equipaggi trasportano milioni di americani a destinazione in sicurezza, e oggi facciamo un ulteriore passo affinchè abbiano tutte le protezioni che si meritano” ha spiegato il segretario Usa ai Trasporti, Pete Buttgieg. “Nessun pilota dovrà più preoccuparsi di un intrusione sul ponte di volo” ha aggiunto il responsabile sicurezza della FAA, David Boulter. L’amministrazione Biden aveva indicato la misura come una priorità nel 2021.