Disastro United, dal caos voli a New York al “regalo” di 30mila punti MileagePlus
Forti tempeste e condizioni meteorologiche proibitive, un aereo privato, migliaia di passeggeri a terra e una richiesta di scuse che […]
Forti tempeste e condizioni meteorologiche proibitive, un aereo privato, migliaia di passeggeri a terra e una richiesta di scuse che vale 30mila miglia: sono questi gli ingredienti di una storia che sembra la sceneggiatura di un film, accaduta davvero la scorsa settimana negli Usa, e che contiene quasi tutti gli aspetti più interessanti e problematici del trasporto aereo oggi.
In questo articolo:
La protagonista di questa storia è United Airlines e gli strascichi di una vicenda così complicata continuano a tenere banco nei dibattiti oltreoceano.
Cosa è successo ai voli United
In sintesi, United Airlines ha subito per quasi un’intera settimana moltissime interruzioni di volo nella regione nord-orientale del Paese – l’epicentro è stato l’hub di New York Newark – con oltre il 40% dei voli della compagnia aerea che hanno subito ritardi. Tutto questo a causa di forti tempeste e condizioni meteorologiche avverse che hanno colpito la costa ovest degli States.
Nel caos voli che si è ovviamente generato, United ha deciso di offrire 30.000 miglia frequent flyer ai clienti più colpiti dai disservizi: una sorta di rimborso per mitigare la situazione e placare le polemiche.
Va fatta un precisazione, però. negli Usa, a differenza che in Europa non ci sono norme che regolano e garantiscono i diritti dei passeggeri in caso di cancellazione o voli in ritardo con le compagnie aeree del nostro continente che sono “costrette” a rimborsare per via pecuniaria o con un voucher i clienti interessati da eventuali disagi.
Negli Usa, invece, c’è il libero mercato più puro e vale tutto; così eventuali rimborsi o risarcimenti sono a totale discrezione del vettore.
Il jet privato del ceo di United
Polemiche che non si sono sopite, soprattutto nel momento in cui si è venuto a sapere che il ceo di United, Scott Kirby, ha utilizzato un jet privato per i suoi spostamenti – mentre la maggior parte dei clienti era bloccato in aeroporto e impossibilitato a partire. Kirby ha dovuto quindi scrivere una lettera ai clienti e ai dipendenti per scusarsi due volte: per i disservizi creati e per la sua scelta elitaria, per così dire.
«Prendere un jet privato è stata la decisione sbagliata perché sono stato insensibile riguardo i nostri clienti che erano in attesa di tornare a casa. Mi scuso sinceramente con i nostri clienti e i membri del nostro team che hanno lavorato tutto il giorno e per diversi giorni – spesso sotto il temporale e il maltempo – per prendersi cura dei nostri clienti», ha scritto Kirby nella sua lettera.
La cosa più grave, apparentemente, è che Kirby ha utilizzato un jet privato mercoledì 28 giugno nel pieno del caos voli – per volare tra New York e Denver, ovvero dei più importanti e strategici hub al mondo della compagnia Usa.
Tra il 24 e il 30 di giugno, infatti, sono stati più di 40mila i voli in ritardo della compagnia aerea Usa; e oltre 8mila le partenze cancellate. Solo venerdì scorso, per esempio, United ha soppresso l’8% dei suoi voli totali e quasi la metà di tutto il network quotidiano (il 45%) è stato cancellato.
Le cause del patatrac
A onor di cronaca sono state svariate le compagnie aeree colpite da ritardi e cancellazioni, ma nessuna di queste ha avuto un impatto così forte sul proprio operativo così come United.
Il problema è che non è ancora finita: le cancellazioni e i ritardi dovuti alle tempeste e alle forti piogge si aggiungono ora al picco di viaggi registrato negli Usa dovuto alle vacanze per l’Indipendence Day, che cade oggi 4 luglio.
Nelle ultime 24 ore sono state segnalate ben 182 cancellazioni di voli proprio al Newark Liberty International Airport di New York, uno degi maggiori hub di United Airlines. E i meteorologi prevedono che piogge forti e temporali continueranno a interessare l’area metropolitana di New York per tutta la giornata del 4 luglio.
Secondo il ceo Kirby, però, la colpa sarebbe tutta della FAA (Federal Aviation Administration) che gestisce il traffico aereo negli States.
Secondo il manager ci sono due ordini di problemi: il fatto che all’aeroporto di Newark sia stato ridotto, a causa della tempesta, del 60-75% il traffico dei voli; e che la FAA non garantisce la quantità di controllori di volo sufficienti per supportare tutte le operazioni di volo delle compagnie aeree.
Quest’ultimo è l’annoso problema della carenza di personale, frutto dei numerosi licenziamenti effettuati durante la pandemia.
«Le compagnie aeree, tra cui United, semplicemente non sono progettate per avere una capacità fortemente limitata per quattro giorni consecutivi in uno dei più grandi hub. Non riescono ad operare con successo», ha scritto Kirby nella sua lettera.
Il regalo di 30mila miglia
Per mitigare la situazione e rabbonire gli animi dei clienti inferociti, United ha scelto di regalare 30.000 miglia del programma MileagePlus ai clienti più colpiti dal caos voli. Se c’è qualche passeggero italiano che ha avuto problemi la scorsa settimana su New York potrebbe quindi ricevere a breve, quindi, un rimborso-premio di 30mila punti.
In media, secondo un’analisi di Simple Flying, ogni miglia United MileagePlus vale 1,2 centesimi di dollari anche se il valore effettivo può variare a seconda di come si decide di riscattare le miglia.
Con i punti MileagePlus di United, come con gran parte delle compagnie aeree, i viaggiatori possono accedere a vari vantaggi e scalare gli “status” per ottenere upgrade dei posti a sedere, check in prioritario, bagaglio registrato gratuitamente, biglietti premio, tariffe scontate e accesso alle lounge.
Nella sua lettera, però, Kirby ha comunicato anche le modalità con cui immagina di risolvere il problema al più presto e per il futuro.
Dai miglioramenti alla tecnologia dell’equipaggio a una più forte collaborazione con la FAA, fino a un migliore equilibrio tra partenze e arrivi e una maggiore disponibilità di gate a Newark (che United sta negoziando proprio con la FAA).
Nel frattempo, la saga continua e la storia potrebbe arricchirsi di nuovi dettagli, speriamo positivi, e che non debba impattare anche sui viaggiatori italiani.
I voli dall’Italia
United è la compagnia aerea che nel 2023 ha messo in campo più collegamenti tra gli Usa e l’Italia. Il vettore vola tra Roma e Milano Malpensa e l’hub di New York/Newark tutto l’anno e in aggiunta ai voli stagionali tra Roma e gli hub di Chicago O’Hare e Washington Dulles, fra Milano e Chicago, opera anche su Venezia e Napoli sempre da New York/Newark.
Poche settimane fa, infine, è decollato il collegamento tra Fiumicino e San Francisco. Nel suo picco estivo la compagnia Usa offrirà fino a 10 voli diretti giornalieri dall’Italia agli Stati Uniti.