Cosa ci fanno un Boeing 787 e sei hostess in minigonna tra i ghiacci dell’Antartide?
Cosa ci facevano, venerdì mattina, sei hostess in tailleur-minigonna in mezzo ai ghiacci? Erano appena scese dal jet immortalato alle […]
Cosa ci facevano, venerdì mattina, sei hostess in tailleur-minigonna in mezzo ai ghiacci? Erano appena scese dal jet immortalato alle loro spalle, un Boeing 787-9 della low-cost norvegese Norse Atlantic Airways. Un fotomontaggio o un effetto speciale per uno spot pubblicitario? No, pura e semplice realtà.
In questo articolo:
Il Dreamliner era appena atterrato (il primo di quel modello a farlo) in Antartide, presso il Troll Airfield. Erano le 2.01 del mattino al momento dello storico atterraggio sulla pista di ghiaccio (lunga 3.200 metri e larga 60) dell’aeroporto antartico, ma l’estate australe, a quelle latitudini, ha fatto sì che sembrasse pieno giorno, con il sole alto nel cielo a illuminare l’arrivo del velivolo e le successive celebrazioni.
Il viaggio del 787 era iniziato due giorni e mezzo prima dall’aeroporto di Oslo Gardermoen, che è la base principale della compagnia norvegese, con un volo di 12 ore destinazione Cape Town. A bordo del velivolo da 338 posti c’erano 45 scienziati e 12 tonnellate di materiale scientifico e non, destinate alla stazione scientifica norvegese di Troll.
Il 787 è rimasto per 40 ore a Cape Town prima di effettuare le 5 ore finali di viaggio verso il continente di ghiaccio. Atterrando al Troll Airfield, a 7 chilometri dall’omonima stazione di ricerca norvegese, il 787 ha ha fato un grande uso degli inversori di spinta dei motori, riducendo al minimo l’uso dell’impianto frenante che agisce sulle ruote dell’aereo, sollevando una spettacolare nuvola di neve.
Dopo quattro ore, effettuate le foto di rito e lo scarico del materiale trasportato nella stiva, l’aereo è ridecollato alla volta del Sudafrica e della Norvegia.