Ma… giocano a ‘paintball’ con gli aerei? Cos’è il de-icing e perchè ti salva la vita se voli in inverno
Siete comodamente seduti accanto al finestrino. Fuori si gela, ma in cabina c’è un bel calduccio. Tanto che, se siete […]
Siete comodamente seduti accanto al finestrino. Fuori si gela, ma in cabina c’è un bel calduccio. Tanto che, se siete in Business Class, state magari sorseggiando un flute di champagne ghiacciato. Date un’occhiata fuori e vedete alcuni strani mezzi con bracci e piattaforme che si ‘fanno sotto’ e, all’improvviso, sparano del liquido fumante in direzione del vostro aereo. Tempo qualche istante e dal finestrino non vedete più nulla, perchè è coperto da un liquido denso e, magari, colorato.
In questo articolo:
Niente paura, non si tratta di una maxi partita di paintball tra gli addetti aeroportuali. Nè a bordo c’è alcun incendio. Anzi, quel liquido sparato verso l’aereo serve a riscaldarlo. O, meglio, a scaldarne le parti aerodinamicamente critiche, come le ali e le superfici orizzontali e verticali di coda.
Quando, infatti, le temperature scendono al di sotto dello zero, mentre l’aereo è fermo al gate tra un volo e l’altro, sulla fusoliera si possono generare formazioni di ghiaccio che sono molto pericolose se l’aeroplano dovesse decollare in quelle condizioni. Su un grande aereo di linea, infatti, il ghiaccio aumenta sensibilmente il peso al decollo. Inoltre può alterare la forma delle superfici aerodinamiche, rendendole meno performanti, e ostacolare il corretto movimento di flap e slats.
E’ allora che si procede al cosiddetto de-icing (sghiacciamento). Se sull’aereo c’è un accumulo di neve, la procedura viene eseguita in due fasi: in una prima fase, si elimina l’accumulo con liquidi a bassa viscosità, ‘sparati’ sull’aereo con una notevole pressione e a temperature che, a seconda della quantità degli accumuli, possono variare tra i 55 e gli 80 gradi centigradi.
In una seconda fase, si esegue una procedura che previene il riformarsi del ghiaccio prima che l’aereo inizi la corsa di decollo. In questa seconda fase vengono ‘sparate’ su fusoliera e ali sostanze definite pseudoplastiche, che contengono polimeri in grado di addensare il mix di acqua e sostanze antigelo utilizzate (queste ultime sono etilene glicole o, più spesso, propilene glicole, che è meno tossico del precedente).
Queste sostanze viscose, spesso colorate di arancio, giallo o comunque con tinte sgargianti, avvolgono la fusoliera, le ali e l’impennaggio di coda come una pellicola e riescono a impedire il riformarsi di ghiaccio fino a oltre due ore dalla loro applicazione. Questo è importante in quegli aeroporti (come ad esempio il JFK di New York) dove le temperature in inverno possono essere molto basse e i tempi di rullaggio prima del decollo molto prolungati, soprattutto in alcune fasce orarie della giornata.
Molti aeroporti, tra quelli situati in zone dal clima rigido, si sono dotati di molteplici piazzole per l’esecuzione del de-icing, che si trovano generalmente nei pressi delle testate delle piste, in modo da ridurre al minimo possibile il tempo intercorrente tra de-icing e decollo e quindi scongiurando il riformarsi del ghiaccio pur non usando enormi quantità di miscele antigelo.
La procedura, che dura in media tra i 5 e i 15 minuti a seconda della ‘taglia’ del velivolo, ha infatti un prezzo elevato: per l’ambiente, perchè le sostanze antigelo e quelle ‘addensanti’ sono inquinanti se finiscono nel terreno o in un corso o bacino d’acqua (molti aeroporti hanno strutture in grado di recuperare – e riutilizzare – parte dei fluidi che vengono utilizzati nelle operazioni di de-icing); e per le tasche delle compagnie aeree che usufruiscono del servizio: la quantità di liquido necessaria per ‘sghiacciare’ un grande velivolo commerciale varia tra i duemila litri e i quattromila litri per volta. E il costo al litro delle ‘miscele’ utilizzate varia tipicamente da due a tre dollari al litro. Fate voi i conti…