Livrea da favola, volano su un’unica rotta: le ‘tartarughe volanti’ sono gli A380 più esotici e rari
Si chiamano ‘ANA Blue’, ‘Emerald Green’ e ‘Sunset Orange’. Sono forse i più esotici tra gli Airbus A380 in circolazione […]
Si chiamano ‘ANA Blue’, ‘Emerald Green’ e ‘Sunset Orange’. Sono forse i più esotici tra gli Airbus A380 in circolazione (assieme a un paio di Emirates ‘special livery’) per le coloratissime livree, oltre che i più rari da vedere visto che volano esclusivamente su una sola rotta (oltretutto molto lontana dall’Europa): la Tokyo (Narita)-Honolulu.
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Sono i tre Superjumbo in dotazione a All Nippon Airways, che la compagnia giapponese decise di acquistare subentrando all’ordine di Skymark Airlines, una low-cost anch’essa giapponese che intendeva farcire i Superjumbo con 800 posti in classe unica per usarli sul mercato domestic nipponico e regional asiatico. Come accaduto in altri casi (Norwegian è quello più noto), Skymark fu costretta a ridimensionare le sue ambizioni, cancellare l’ordine per gli A380 (e per altri widebody), finendo per essere, oggi, una modesta compagnia low-cost con una trentina di Boeing 737-800.
A gennaio 2016 ANA confermò di essere in attesa di tre A380 nuovi di zecca, che le sarebbero stati consegnati a partire dal 2019 e che avrebbe battezzato ‘Flying Honu’, laddove ‘honu’ è il vocabolo in lingua hawaiiana che indica la tartaruga marina.
Il primo ad arrivare in flotta, nel marzo 2019, è stato ‘ANA Blue’, poi effettivamente battezzato ‘Flying Honu – Lani’ (Tartaruga Blu), seguito nel maggio dello stesso anno da ‘Emerald Green’ (alias ‘Flying Honu – Kai’, ‘Tartaruga Verde’) e, nell’ottobre 2020 da ‘Sunset Orange’, ‘Flying Honu – Ra’ (‘Tartaruga Arancione’).
I primi due esemplari hanno fatto in tempo a volare prima che si scatenasse la pandemia di Covid, mentre il terzo, consegnato ancora in piena pandemia per gli standard dell’Estremo Oriente (il Giappone ha mantenuto le frontiere chiuse per quasi due anni), è in realtà rimasto parcheggiato fino all’ottobre 2021, prima di entrare effettivamente nella flotta del vettore giapponese.
I tre A380 non hanno solo la livrea customizzata al punto che è difficile, a prima vista, associarla a All Nippon Airways e ai suoi colori standard. Ma anche gli interni, che sono stati pensati per una clientela mediamente piuttosto facoltosa com’è quella che viaggia verso le Hawaii, che in Giappone (come anche in Corea, ma non in Cina) sono una meta estremamente ambita da turisti e visitatori.
Ecco, allora, la configurazione a ben quattro classi, con 8 posti in First, 56 posti in Business e ben 73 posti in Premium Economy sul ponte superiore, ai quali si aggiungono i 383 posti di Economy (3-4-3) su quello principale (inferiore) per una capacità complessiva di 520 passeggeri.
Le 8 suite di First hanno dimensioni ragguardevoli, quanto a spazio personale e intrattenimento di bordo: la seduta ha infatti un’ampiezza di ben 79cm, il sedile si trasforma in un letto lungo 206cm e lo schermo dell’IFE misura 32 pollici (uno dei più grandi al mondo). Il layout 1-2-1 è lo stesso dei 53 sedili di Business Class, mentre ogni fila della Premium Economy è in 2-3-2.
Complessivamente, il 25% dei posti disponibili a bordo è ‘premium’. Al piano di sotto, la Economy vanta una distanza tra le file di 86 centimetri che ne fanno, in sostanza, quella che tante compagnie battezzano come ‘Economy comfort’.
Un prodotto del genere spopolerebbe su alcune delle rotte ‘premium’ volate da ANA, come quelle per Londra, Los Angeles, Sydney e New York (pur considerando il fatto che Haneda non ‘accetta gli A380 per questioni operative e dunque ANA è ‘costretta’ a usarli dall’aeroporto di Narita, che è più lontano dalla città ed è frequentato da una clientela più leisure e meno ‘premium’). Invece, il vettore giapponese ancora oggi continua a operare i tre Superjumbo solo su Honolulu, con il risultato di una bassissima utilizzazione.
Il collegamento tra le due città non è particolarmente lungo: siamo intorno alle otto ore. Per cui, anche con un turnaround abbondante, un singolo velivolo potrebbe supportare agilmente un operativo quotidiano. Dal che si desumerebbe che ANA voli tre volte al giorno da Tokyo. Invece, consultando lo schedulato, si scopre che i voli per Honolulu sono solamente due al giorno, con il terzo A380 che viene evidentemente tenuto ‘di riserva’, pronto a subentrare in caso di problemi tecnici o operativi che interessino i due ‘gemelli’.