Bagaglio a mano e scelta del posto a pagamento: arriva la multa da 150 milioni per quattro low-cost
La multa fa notizia, anche se difficilmente avrà conseguenze pratiche per i viaggiatori. E’ quella che il ministero del Consumo […]

La multa fa notizia, anche se difficilmente avrà conseguenze pratiche per i viaggiatori. E’ quella che il ministero del Consumo spagnolo ha comminato a quattro compagnie aeree low-cost, ritenendole ‘colpevoli’ di aver violato le norme sulla trasparenza verso i consumatori con alcune pratiche commerciali che includono il pagamento per imbarcare il bagaglio a mano e per la scelta del posto a bordo o per la stampa della carta d’imbarco in aeroporto.
In questo articolo:
Ryanair, Easyjet, Vueling e Volotea (che insieme controllano l’85% del traffico aereo spagnolo) dovranno pagare una sanzione complessiva pari a 150 milioni di euro, sempre che il ricorso (che hanno già annunciato) le veda sconfitte.
La parte più consistente di quella somma è in carico a Ryanair (che nel 2018 fu la prima a introdurre la pratica del bagaglio a mano da cappelliera a pagamento), seguita da Easyjet, mentre Vueling e Volotea dovranno pagare cifre più basse.
Ma la cifra complessiva della sanzione, 150 milioni, è di per sé irrisoria, se paragonata a quanto le compagnie low cost incassano ogni anno dalle cosiddette ‘ancillaries’ da fare pensare che, anche qualora dovessero perdere il ricorso, le pratiche definite ‘poco trasparenti’ andranno avanti comunque.
I dati raccolti nel ‘CarTrawler Yearbook of Ancillary Revenue’ relativi al 2022 dicono che la sola Ryanair ha incassato dalle ‘ancillaries’ la bellezza di 4 miliardi di dollari, mentre Easyjet è arrivata a 2 miliardi 350 milioni di dollari. Cifre che nel caso di Ryanair erano cresciute rispetto al 2021 del 57% e nel caso della sua rivale britannica addirittura del 273%, a testimonianza del fatto che le low-cost continuano a incassare sempre di più da tutto ciò che non è il prezzo del biglietto per il trasporto di un passeggero dall’aeroporto ‘A’ all’aeroporto ‘B’.
Tanto che, sempre nel 2022, le ‘ancillaries’ hanno rappresentato, rispettivamente, il 35,7% e il 33,9% del fatturato complessivo annuo dei due vettori. E’ difficile, visti i numeri in gioco, che un ‘balzello’ da 150 milioni di euro possa indurre queste compagnie, se non a un dietro-front, quanto meno a una revisione delle loro politiche commerciali.
Ovviamente, il periodo dell’anno in cui le low-cost incassano di più sotto forma di ancillary revenues è quello delle vacanze estive che va da giugno a settembre, quando la gente non parte per un veloce viaggio di lavoro o per un weekend, ma per una, due o anche tre settimane. E necessariamente si porta dietro, quanto meno, un trolley, quando non anche del bagaglio di maggiori dimensioni da mettere in stiva.
Quello delle vacanze è anche il periodo in cui viaggiano di più le famiglie con bambini che, più facilmente di quanto accade nel caso di singoli o coppie, pre-selezionano i posti a bordo per poter viaggiare assieme. Paga questo e paga quello, il prezzo del biglietto si gonfia a dismisura, rispetto a quello che appare sul sito di queste compagnie dopo aver selezionato luogo di partenza e di arrivo e date di partenza e ritorno.
In quali proporzioni ciò accada lo si può vedere simulando una prenotazione per tre persone verso una destinazione turistica italiana nel clou della stagione estiva.
Volendo prenotare con Ryanair un volo da Milano Malpensa a Bari per il giorno 16 luglio alle 10.30, la tariffa ‘Basic’ mostrata sul sito è (per la sola andata) di 50,99 euro a persona. Il totale è di 152,97 euro, che però diventano 225,57 se si vuole prenotare il posto e si vuole mettere in cappelliera un bagaglio a mano da 10 kg a testa. Se, invece, il bagaglio lo si vuole spedire in stiva, il prezzo per le tre persone sale a 258,57 euro. E se, invece, il bagaglio da stiva sale a 20kg di peso, si sale a quasi 270 euro.
Facendo la stessa cosa, sempre per il 16 luglio, sempre per tre persone, ma con Easyjet, il prezzo di partenza del volo Malpensa-Bari delle 7 del mattino è di 36,49 euro a persona, per un totale di 109,47 euro. A quel punto, si può scegliere se fare l’upgrade dalla tariffa standard a quella Plus (che include bagaglio a mano ‘grande’, posto Up Front e Speedy Boarding, per 54,18 euro a persona, che porta il totale a 272,01 euro, o alla tariffa Essentials che comprende un bagaglio in stiva da 23kg (ma non quello a mano in cappelliera) per 46,48 euro in più, che porta il totale a 248,91 euro.
Oppure, si può procedere con la tariffa Standard e via via aggiungere i ‘pezzi’: 7,99 euro a testa per un posto Standard, che fanno salire la tariffa a 133,44 euro; 32,19 euro a testa per un trolley da cappelliera, che portano il totale a 230,01 euro oppure un bagaglio in stiva da 23kg per 33,99 euro a testa, che porta il totale a 235,41 euro.
Soldoni per davvero. Che volete che sia una multa? Diverso sarebbe se dalla Unione europea arrivasse il divieto a certe pratiche. Che tuttavia, andrebbe a ledere il principio della libertà d’impresa, come d’altronde sostengo le compagnie aeree. E infatti, la risoluzione dell’ottobre 2023 con cui il Parlamento di Strasburgo si è detto contrario al far pagare ai passeggeri il bagaglio a mano e la scelta del posto non aveva carattere vincolante, ma soltanto quello di una raccomandazione. Cioè, parole al vento.