Scali e hub, come cambierà la ‘geografia’ dei passeggeri italiani con il matrimonio tra ITA e Lufthansa
Una delle prime conseguenze concrete dell’entrata di Air France/KLM in SAS è stato l’annuncio di un volo con sigla SK […]
Una delle prime conseguenze concrete dell’entrata di Air France/KLM in SAS è stato l’annuncio di un volo con sigla SK da Copenaghen ad Atlanta, che è, assieme a New York JFK, il principale hub di riferimento per le compagnie dell’alleanza Skyteam in Nord America.
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Una cosa simile ce la dovremo aspettare via via che ITA Airways e Lufthansa lavoreranno all’integrazione dei network dopo il via libera all’ingresso dei tedeschi nel vettore italiano e in coincidenza con il trasferimento di ITA da Skyteam a Star Alliance.
La compagnia italiana ha una route map di un certo rilievo in Nord America, qualcosa in Sud America e poco altro nel resto del mondo. A livello globale, dunque, i ‘punti di riferimento’ dei passeggeri italiani non dovrebbero cambiare in modo significativo, anche perché (proprio in vista dell’accordo con Lufthansa e dell’ingresso in Star Alliance) nell’ultimo anno ITA ha già avviato collegamenti verso gli hub principali dell’alleanza in Nord America: Washington, Chicago, San Francisco (che sono hub di United) e Toronto (che lo è per Air Canada).
Manca sicuramente un volo per Newark, che è l’aeroporto più importante sulla costa orientale degli USA per United. Per la verità, alcuni anni orsono, Alitalia ci volava. Poi, con i tagli alle spese e via dicendo, la rotta era stata giudicata ridondante, trovandosi Newark a una cinquantina di chilometri da JFK.
La cosa più verosimile è che, molto probabilmente in vista della summer 2025, ITA decida di ‘shiftare’ uno dei suoi tre collegamenti giornalieri per New York JFK al di là del Queens, di Manhattan e del fiume Hudson, facendo di Newark Liberty una delle sue destinazioni newyorkesi per consentire ai passeggeri in transito attraverso la Grande Mela di reimbarcarsi con United (come fanno oggi a JFK su Delta) per raggiungere la loro destinazione finale.
In Asia si accrescerà il ruolo di scali di transito di Delhi e quello di Tokyo, dato che sul primo i passeggeri italiani in arrivo da Roma con ITA potranno usufruire del network asiatico di Air India (e in questo senso il profondo rinnovamento della flotta e del prodotto di bordo in atto nella compagnia indiana avrà per noi maggiore rilevanza) e sul secondo i passeggeri in arrivo ad Haneda con l’A350 di ITA potranno agevolmente proseguire il loro viaggio in Estremo Oriente con un unico biglietto e un unico check-in con All Nippon Airways.
Cambieranno, invece, in misura più rilevante, quelli che oggi sono i ‘punti di riferimento’ per i detentori della tessera frequent flyer Volare che intendano effettuare uno scalo in Europa nel corso di un volo di medio o lungo raggio. Negli ultimi decenni, gli hub attraverso cui passare facendo un unico check-in in partenza dall’Italia e trovandosi poi le valige a destinazione, sono stati Parigi Charles De Gaulle, Amsterdam Schipol e, in misura assai inferiore, Madrid (con Air Europa, anch’essa in Skyteam).
Con l’ingresso in Star Alliance, per il quale i tempi saranno comunque intorno all’anno, i ‘porti di scalo’ europei privilegiati dai passeggeri italiani diventeranno innanzitutto quelli delle compagnie del Gruppo Lufthansa: Francoforte, Monaco, Zurigo, Vienna e Bruxelles.
I primi tre sono di fatto hub globali, mentre Vienna potrà interessare ai viaggiatori diretti in Nord America ed Estremo Oriente e Bruxelles per quelli diretti in Africa, visto in network estesissimo nel ‘continente nero’ del vettore di casa, Brussels Airlines.
Al di fuori del Gruppo Lufthansa, assumeranno inevitabilmente maggior rilievo per i passeggeri italiani membri del programma Volare hub europei come Lisbona, per i collegamenti verso le Americhe, e Istanbul per quelli verso l’Asia e, l’Africa ma anche l’Australia, visto che Turkish Airlines il primo piedino in Oceania ce l’ha messo, qualche mese fa, iniziando a collegare Istanbul con Sydney.