Le compagnie europee volano sempre meno in Cina, anche British Airways cancella i voli per Pechino
La guerra in Ucraina non sembra avere una fine imminente, questo vuol dire che non si potrà sorvolare lo spazio […]

La guerra in Ucraina non sembra avere una fine imminente, questo vuol dire che non si potrà sorvolare lo spazio aereo della Russia ancora a lungo e questo per le compagnie è un problema enorme. Rotte più lunghe per passare sopra il Polo Nord o attraverso il sud del Mediterraneo costano di più sia in termini economici che di utilizzo delle macchine e se a tutto questo aggiungiamo una scarsa domanda dal mercato interno si capisce perchè dalla riapertura delle frontiere post pandemia le cose non sono andate come previsto.
In questo articolo:
Per incentivare gli spostamenti verso la Cina il Governo ha esentato dalla richiesta del visto i cittadini di molte nazioni occidentali, ma questo non basta a riempire i voli se mancano i passeggeri cinesi diretti verso l’occidente.
La situazione è anche resa più complicata per i vettori non cinesi dal fatto che le compagnie “china” possono sorvolare senza problemi di sorta la Russia e a questo si aggiungono tariffe davvero basse che questi vettori chiedono per volare verso la Cina continentale, ma anche per raggiungere destinazioni in prosecuzione.
British Airways cancella Pechino e riduce Hong Kong
La notizia di oggi è che alla fine dell’orario estivo British Airways non volerà più verso Pechino, dove oggi vola 4 volte alla settimana con i 777 allestiti in 4 classi. L’unica rotta operativa in Cina resterà quindi solo Shanghai.
Oltre al volo su Shanghai resta operativo anche il volo su Hong Kong, l’ex protettorato britannico prima del covid era collegato con 3 voli giornalieri da Londra, spesso tutti operati con l’A380. Adesso BA vola una sola volta al giorno e con uno degli aerei più piccoli della sua flotta.
Virgin Atlantic scappa da oriente
Nelle scorse settimane era stata Virgin Atlantic ad annunciare l’addio alla sua ultima destinazione orientale. Dopo non aver mai ripreso i voli per il Giappone e l’Asia, adesso ha annunciato anche l’addio a Shanghai dove vola con il 787 e dove aveva ricominciato a volare solo nell’autunno 2023.
La scarsa domanda è un problema per tutti i vettori
Nelle scorse settimane, Lufthansa ha giustificato le performance sotto le aspettative proprio evidenziato i servizi da e per l’Asia come una particolare fonte di debolezza. Un sintomo di questa situazione la si vede nella frequenza con il quale le rotte verso questa area del mondo sono in offerta dai vari vettori, in questo momento LH sconta del 52% i biglietti premio di business class proprio verso Pechino.
ITA Airways non ha mai volato sulla Cina, anzi Alitalia aveva smesso di volare in Cina ben prima dello scoppio della pandemia, Air France KLM hanno ridotto le frequenze e molti vettori hanno anche messo macchine meno capienti per far fronte al calo della domanda.
Tutto questo però contrasta con la quantità, ma vista prima, di voli Europa/Cina operati da vettori locali. In Italia non ci sono mai stati così tanti voli, ad esempio a breve decollerà il volo diretto da Venezia verso Shanghai e da Milano arrivano i collegamenti diretti per Xi’an.