Incidenti in vacanza, se viaggi senza assicurazione sei un folle
Due notizie, che ieri hanno preso le prime pagine dei principali mezzi di informazione italiani, mi hanno particolarmente colpito. Nel […]
Due notizie, che ieri hanno preso le prime pagine dei principali mezzi di informazione italiani, mi hanno particolarmente colpito. Nel primo caso un italiano è deceduto a Bali, mentre faceva un selfie, un secondo è in gravissime condizioni a Zante, una delle magnifiche isole della Grecia dove ogni anno migliaia di italiani si recano in vacanza.
In questo articolo:
Come riporta il Corriere la madre di Valerio Bianchi chiede l’aiuto dello Stato per trasportare il figlio, dalla Grecia all’Italia, con un volo di Stato per farlo curare in Italia. E’ evidente, dalla richiesta, che il figlio si è recato in viaggio senza alcuna copertura assicurativa, perchè in caso contrario le spese per il rientro sarebbero a carico della assicurazione, cosrì come tutte le spese mediche necessarie, l’assistenza da parte dei famigliari e molto altro.
Le assicurazioni imprevisti e mediche coprono anche, in casi estremi, il rimpatrio della salma cosa che sarà necessaria per il nostro connazionale dall’Indonesia, nazione mussulmana dove la cremazione non è contemplata, e che quindi costerà alla famiglia (o alla assicurazione) sostenere. A fine 2023 sempre a Bali c’era stato un incidente molto grave, ma non mortale, ad una nostra connazionale.
Non è la prima volta che leggiamo di questi incidenti e tragedie, e molto spesso quando viaggio incontro italiani che mi ridono in faccia e mi dicono “figurati se a 30 anni faccio una assicurazione, cosa vuoi che mi succeda”. Certo non è obbligatoria e non viene richiesta al momento del passaggio all’immigrazione, ma dovrebbe esserlo.
Recentemente ero in Thailandia, terra che amo e qui ho incontrato una famiglia di italiani con figli e tra cosa vedere, dove dormire e come viaggiare con i punti è uscito il discorso assicurazione: “Siamo in un resort e al massimo facciamo qualche escursione nei parchi o nelle spiagge, non ci succede nulla”
Purtroppo è una questione culturale. Siamo abituati a chiedere allo Stato di aiutarci anche quando non è compito dello Stato farlo. Andare fuori dall’Italia e intendo anche in giro per l’UE non dovrebbe essere fatto senza una tutela, figuriamoci andare a Londra, Albania o Stati Uniti senza copertura.
Eppure, come dimostra il caso dell’incidente in Grecia, poi la colpa non è nell’imperizia di chi viaggia senza copertura, ma dello Stato che non tutela l’italiano, ecco io sono dell’idea che lo Stato possa anche mettersi al servizio, ma che poi il conto vada mandato e che venga saldato, perchè non è giusto che i soldi pubblici vengano spesi per recuperare un italiano (in vacanza) a Ibiza invece che per la pensionata di Gallipoli che ha un problema a casa sua.