Il volo da Napoli è (ripetutamente) in overbooking. Una passeggera si è messa in tasca più di 3000€
Negli ultimi giorni ho trascorso parecchie ore su TikTok: no, non ho perso tempo a ‘scrollare’ video di balletti o […]
Negli ultimi giorni ho trascorso parecchie ore su TikTok: no, non ho perso tempo a ‘scrollare’ video di balletti o trend futili. Piuttosto, sono stato letteralmente stregato dai video di un’utente che ha raccontato la sua (bella) esperienza con l’overbooking.
In questo articolo:
L’utente in questione si chiama Susan Berry, ha 36 anni, vive a Philadelphia e nella vita fa la fotografa freelance. Come molti altri suoi connazionali si trovava in vacanza in Italia, per la precisione a Napoli: lei, però, ha avuto la possibilità di stare altri 3 giorni in Italia, senza peraltro spendere un centesimo di tasca sua. Tutta colpa – o, forse, in questo caso è meglio parlare di ‘merito’ – dell’overbooking.
Ma andiamo per ordine. Innanzitutto cosa è l’overbooking? Si parla di overbooking nel momento in cui una compagnia aerea vende più biglietti aerei rispetto ai posti disponibili presenti nell’aereo. Pratica, questa, del tutto legale che i vettori adottano deliberatamente: l’intento, evidentemente, è quello di massimizzare quanto più possibile i profitti derivanti da ogni volo: nel caso in cui, ad esempio, un passeggero non si presenti all’imbarco, la compagnia ha ‘le spalle coperte’ perché ha venduto più biglietti e dunque quel posto non rimane vuoto.
Come ha spiegato decisamente bene il collega Matteo Legnani in un pezzo pubblicato recentemente, negli Stati Uniti la pratica dell’overbooking è assai diffusa; in Europa, invece, un po’ meno. L’Unione europea, infatti, ha previsto tutele specifiche per i passeggeri che vengono lasciati a terra: in primis una compensazione pecuniaria di 250 euro per le tratte aeree inferiori o pari a 1.500 km, che diventano 400 per le tratte intracomunitarie superiori ai 1.500 euro e tutte le altre comprese tra i 1.500 e i 3.500 chilometri, e addirittura 600 euro per tutte le altre tratte. Oltre a ciò, i passeggeri possono scegliere tra il rimborso del biglietto e un volo alternativo, non appena possibile, verso la destinazione finale oppure un volo alternativo in una data successiva di loro gradimento.
Chiarito questo aspetto fondamentale, posso finalmente raccontarvi la storia della tiktoker Susan: storia che, lo paleso subito, è assolutamente a lieto fine.
Il giorno della partenza, la (s)fortunata passeggera si reca in aeroporto e viene informata che il volo è in overbooking: gli addetti di American Airlines – la compagnia con la quale Susan ha prenotato il volo di ritorno verso gli USA – le chiedono se vuole offrirsi volontaria per partire il giorno successivo, a fronte di un rimborso di ben 1200 dollari e della sistemazione in albergo per la notte. La protagonista della storia, non poco entusiasta, accetta.
Il giorno dopo, dunque, ritorna in aeroporto e si ripresenta la stessa identica situazione: altri 1200 dollari di rimborso, altra notte in albergo completamente spesata (cena compresa). Susan, incredula, accetta nuovamente. Il terzo giorno torna per l’ennesima volta in aeroporto e, che ci crediate o meno, American Airlines le propone altri 1150 dollari, poiché anche quel volo è in overbooking. “Ho cominciato a pensare di poter fare tutto ciò per sempre e di girare il mondo con i voucher di viaggio”, ha detto Susan in uno dei video che ha pubblicato sul suo profilo Tiktok: video che, ca va sans dire, sono diventati immediatamente virali.
Bottino finale: 3550 dollari e oltre 3 milioni di visualizzazioni su TikTok. Come li spenderà? Susan, durante un’intervista rilasciata a Fox News, ha detto che la sua intenzione è quella di volare verso destinazioni tropicali come Rio o le Hawaii. Come si suol dire: non tutti i mali (e gli overbooking) vengono per nuocere.