Brexit, dopo il passaporto arriva l’autorizzazione di viaggio preventiva (a pagamento): andare in UK è sempre più stressante
C’è poco da girarci intorno: dopo la Brexit, andare in Regno Unito è (e sarà) sempre più stressante. Dal 2 aprile […]
C’è poco da girarci intorno: dopo la Brexit, andare in Regno Unito è (e sarà) sempre più stressante. Dal 2 aprile prossimo, infatti, per entrare nel Paese sarà necessario l’ETA, un’autorizzazione elettronica preventiva (simile all’ESTA per entrare negli USA).
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L’ETA, il cui costo sarà pari a 10 sterline, sarà obbligatorio per tutti i cittadini europei, italiani compresi dunque; l’obiettivo – fa sapere l’esecutivo britannico – è quello di “rafforzare la sicurezza attraverso le nuove tecnologie e incorporare un moderno sistema di immigrazione”. Saranno esentati solamente i cittadini irlandesi e coloro i quali, a prescindere dalla nazionalità, risiedono nel Regno Unito.
La richiesta per ottenere l’ETA – la cui validità è di due anni e permette ingressi multipli per soggiornare fino ad un massimo di 6 mesi – potrà essere fatta già dal prossimo 5 marzo sul sito del governo britannico o tramite l’app UK ETA: durante la procedura dovremo inserire i dati del nostro passaporto e di contatto, caricare una fotografia e rispondere ad alcune domande sulla sicurezza. L’esito della richiesta, come si legge sul sito ufficiale, dovrebbe essere comunicato nel giro di 72 ore.
Se questa è di per sé una brutta notizia, c’è un dettaglio che – se possibile – è anche peggiore: il rilascio dell’ETA sarà necessario anche se si entra nel Regno Unito per fare un semplice scalo. Questa precisazione può sembrare superflua, ma per chi viaggia con British Airways o con Virgin Atlantic non sarà solo una (piccola) gabella da aggiungere al costo del biglietto, ma una formalità che, se dimenticata, potrebbe costare il mancato imbarco sul volo.
La necessità di richiedere l’autorizzazione solo per il transito diventa un requisito fondamentale anche se non si ha intenzione di mettere piede nel Regno di Re Carlo e considerato che, a quanto sembra, il rilascio non sarà immediato, ci si potrebbe trovare fermi ai banchi del check-in in Italia e vedersi annullare l’intero itinerario.
L’introduzione dell’ETA non interessa solo i cittadini del Vecchio Continente: attualmente è in vigore per 6 Paesi del Medio Oriente (Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, Qatar) e dal prossimo 8 gennaio 2025 scatterà l’obbligo anche per i viaggiatori degli Stati Uniti, Giappone, Hong Kong, Israele e Australia; dopodiché, come detto, dal 2 aprile sarò il turno degli europei.
Insomma, questo è uno dei tanti effetti della Brexit: e se per noi europei è una scocciatura dopo l’altra, altrettanto è per gli inglesi. Dal 2025, infatti, anche i cittadini UK (in quanto viaggiatori extra UE) dovranno dotarsi dell’Esta europeo, che consentirà loro di accedere all’area Schengen.