L’ultimo atterraggio a Praga e poi addio: dopo 101 anni sparisce Czech Airlines, quinta compagnia più anziana al mondo
L’Airbus A320 di Czech Airlines che oggi 26 ottobre (giorno che chiude la ‘stagione estiva’ per il mondo dell’aviazione commerciale) […]

L’Airbus A320 di Czech Airlines che oggi 26 ottobre (giorno che chiude la ‘stagione estiva’ per il mondo dell’aviazione commerciale) decollerà poco dopo le 20 da Parigi Charles De Gaulle diretto a Praga sarà l’ultimo a portare la storica sigla OK. Con l’arrivo nella capitale ceca del volo OK767, infatti, la compagnia ha cessato di esistere, ponendo fine a un’avventura durata la bellezza di 101 anni.
In questo articolo:
Nello stesso momento, verranno meno anche il suo programma Frequent Flyer OK Plus e la sua appartenenza a Skyteam. L’alleanza internazionale perde così un membro in Europa appena poche settimane dopo averne acquisito un nuovo con l’entrata di SAS. I possessori di punti del programma OK Plus avevano tempo fino al 26 ottobre per utilizzarli per acquistare voli premio con la stessa compagnia ceca o coi suoi partner di Skyteam. Dalla mezzanotte del 26, i punti ancora sui conti dei membri del programma saranno cancellati.
Costituita il 6 ottobre 1923 dal governo cecoslovacco (sì, era proprio un altro mondo) come ČSA Československé státní aerolinie, ha operato il suo primo volo 23 giorni più tardi (e cioè quasi esattamente 101 anni prima della sua scomparsa), tra Praga e Bratislava.
ti hanno cancellato il volo, hai perso la coincidenza, sei atterrato in ritardo?
Potresti ottenere fino a 600€ di risarcimento a persona
Nel secondo dopoguerra del Novecento, con la Cecoslovacchia entrata nella sfera di influenza dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), ha operato per cinquant’anni solo velivoli di costruzione sovietica, distinguendosi per essere stata, nel 1957, la terza compagnia aerea al mondo a effettuare voli di linea operati con aeroplani a reazione (jet), nel suo caso un Tupolev Tu-104. Negli anni successivi in flotta entrarono i Tupolev Tu-134 e Tu-154 per il breve e medio raggio e l’Ilyushin Il-62 per il lungo raggio.
Bisognò attendere la caduta del muro di Berlino per vedere il primo jet occidentale vestire i colori della CSA (che assunse il suo nome attuale, Czech Airlines, nel 1995 dopo la separazione tra Repubblica ceca e Slovacchia).
Czech pescò, per il suo nuovo corso, un po’ tutti i fronti: da Boeing per i 737 (della serie -400 e -500 e, più tardi, -800), da Airbus per l’A310 a lungo raggio, seguito dagli A319 e A320 per il breve e medio raggio e dall’A330 per il lungo raggio. E da ATR sia per il -42 sia per il più capiente -72 sulle rotte regionali.
Insieme a Lot Polish, Czech fu la compagnia che uscì meglio dai blocchi, terminata l’era sovietica, sviluppando un network che spaziava tra Europa, Nord America e Asia e una flotta moderna ed efficiente, al passo con quelle delle compagnie dell’Europa occidentale (le cose andarono meno bene all’ungherese Malev che chiuse i battenti nel 2012 ed anche alla romena Tarom e alla bulgara Bulgarian, che rimasero e sono tuttora vettori di rilievo marginale).
Nel 2000 fece il suo ingresso in Skyteam, che ieri in una nota ha ringraziato Czech per la sua partnersip ultra-ventennale nell’alleanza.
Le disavventure iniziarono dopo la privatizzazione e con l’affermazione anche in Europa dell’Est delle compagnie low-cost e, in particolare, con la strepitosa crescita di Wizz Air. Incapace, diversamente da quanto è invece riuscita a fare la polacca Lot Polish Airlines, di sviluppare il lungo raggio e quindi di fare di Praga un vero e proprio hub che sostenesse anche i collegamenti di breve e medio raggio, Czech fu costretta nel secondo decennio degli anni Duemila a ridurre progressivamente la flotta, finendo per chiudere anche le poche rotte di lungo raggio che operava e faticando a raccogliere passeggeri in Europa.
In suo aiuto arrivò la low-cost di casa Smartwings, che ne acquisì una quota del 34% nel 2015 per poi salire al 79% due anni più tardi e divorarsi l’intero boccone nel febbraio scorso, dopo che la pandemia aveva assestato la mazzata finale all’ex compagnia di Stato. Nel 2023 Czech celebrò un mesto centenario con appena due A320 in flotta (uno dei quali con la cifra ‘100’ sulla fusoliera) e una manciata di destinazioni, ridotte a sole due (Parigi e Madrid) nel corso del 2024.
A partire da domani 27 ottobre, verrà inglobata in una holding facente capo a Smartwings. Il brand, tuttavia, almeno per il momento non sparirà, anche se gli aerei saranno operati da e per Smartwings: i due A320 resteranno in livrea bianca e rossa e a mesi dovrebbe arrivare il primo dei quattro A220-300 ordinati da Airbus. Magra consolazione, per gli amanti della storia dell’aviazione, ma pur sempre una consolazione.