I voli supersonici stanno tornando. Il prototipo XB-1 di Boom Supersonic ha superato la barriera del suono
Nel corso degli anni, in queste pagine, abbiamo scritto più e più volte di Boom Supersonic. Per chi non ne […]

Nel corso degli anni, in queste pagine, abbiamo scritto più e più volte di Boom Supersonic. Per chi non ne avesse mai sentito parlare, si tratta di un’azienda statunitense il cui obiettivo è riportare in auge i voli supersonici: per farlo, Boom sta sviluppando un aeromobile, l’Ouverture, da molti definito come il “moderno Concorde”.
In questo articolo:
Ritorniamo sull’argomento poiché qualche giorno fa, il 28 gennaio scorso, Boom ha compiuto un passo assai importante, forse decisivo: il velivolo dimostrativo XB-1 (dal quale, poi, deriverà l’Ouverture, ndr) ha superato la barriera del suono. Si tratta, di fatto, del primo volo supersonico (pilotato da un civile, s’intende) dal ritiro del Concorde, avvenuto nel 2003.

Photo: @BoomSupersonic
Il volo, decollato dal Mojave Air & Space Port in California, è stato condotto da Tristan “Geppetto” Brandeburg, ex pilota della US Navy e ora collaudatore capo di Boom Supersonic. Geppetto, una volta raggiunta un’altitudine pari a 35.290 piedi, ha accelerato fino a Mach 1.122. La scelta del luogo, che sia ben chiaro, non è stata casuale: qui, nel lontano 1947, Chuck Yeager – ai comandi del suo Bell X-1 – divenne il primo pilota a superare il muro del suono.
“Il volo supersonico di XB-1 dimostra che la tecnologia per il volo supersonico dei passeggeri è arrivata” – ha detto il fondatore e CEO di Boom Blake Scholl – “Un piccolo gruppo di ingegneri di talento e ha realizzato ciò che in precedenza ha richiesto governi e miliardi di dollari”.

Photo: @BoomSupersonic
Questo volo è stato fondamentale anche perché molte delle tecnologie del dimostratore XB-1 saranno presenti altresì in Ouverture. Tra queste, la visione in realtà aumentata (grazie alla quale i piloti avranno una visibilità perfetta dall’abitacolo, senza che vi sia bisogno di ingegnerizzare un muso mobile come quello del Concorde), l’aerodinamica ottimizzata digitalmente (gli ingegneri hanno utilizzato delle simulazioni di fluidodinamica computazionale), l’utilizzo di materiali compositi in fibra di carbonio e di propulsori turbofan.
Insomma, il ritorno dei voli supersonici sembra sempre più vicino. Certo, ancora sappiamo con certezza se e quando vedremo l’Ouverture solcare i cieli mondiali (le stime parlano del 2029); al momento, tuttavia, Boom Supersonic ha già ricevuto circa 130 pre-ordini da diverse compagnie, tra le quali troviamo American Airlines, United Airlines e Japan Airlines.