Voli Divini, a bordo dell’equipaggio di The Flight Club sale Alessandro Parino: ecco a voi il Sommelier dei cieli
Parlare insieme di voli e di vini, di fusoliere di aerei e di bottiglie, di lounge aeroportuali e di carte dei vini…è possibile? Cosa accomuna questi mondi?

Il volo può rappresentare, per molti, una necessità pressoché quotidiana, per motivi di lavoro, oppure un’esperienza una tantum legata a un evento saltuario, magari sempre di lavoro o di vacanza o per andare a trovare una persona, a cui si è legati, che vive lontana. Allo stesso modo, l’apertura di una bottiglia o la degustazione di un bicchiere di vino è per molti un gesto quotidiano, a volte un momento di pausa durante la giornata oppure il segno che la giornata stessa è finita, mentre per altri è un rito da compiere solo in occasione particolari.
In questo articolo:
Sia per i voli da prendere che per i calici da degustare i criteri possono essere i più svariati: il rapporto qualità prezzo, la ricerca di eccellenza, la necessità di adattarsi a ciò che si trova in poco tempo…
In questa rubrica recensiremo le carte dei vini che le compagnie aeree propongono, a bordo come nelle loro lounge, cercando di focalizzarci soprattutto su tre aspetti: qualità, scelta, identità.
Ad occuparsene sarà Alessandro Parino che si definisce l’avvocato degli esseri umani e il giudice dei cavalli, un’espressione che racconta bene la doppia anima della sua carriera: quella forense e quella legata al mondo dell’equitazione. Per equilibrare queste due passioni – e forse per sopportarle con il giusto spirito – ha scelto il vino come terza via, diventando sommelier. Oggi insegna alla FISAR e conduce degustazioni, con una predilezione per l’eleganza e la complessità dei vini francesi.
Il primo aspetto è da considerarsi imprescindibile: un volo in first o business class, e l’offerta di lounge per i possessori del biglietto o di status top di gamma sono da considerarsi a tutti gli effetti dei veri e propri ristoranti stellati.
La carta dei vini non è uno dei criteri che vengono considerati per l’attribuzione di una o più stelle (Qualità degli ingredienti, Competenza nella preparazione e nella cottura, Armonia dei sapori, Personalità dello chef, Consistenza dell’esperienza) ma è parte della valutazione (insieme a servizio, arredamento, affollamento e atmosfera) delle c.d forchette che esprimono la qualità dell’esperienza che gli ospiti ricevono nel locale.
La qualità della carta dei vini di una first o business class o di una lounge top level deve pertanto esprimersi attraverso una scelta di cantine e maisons che rappresentino immediatamente certezze di altissimo livello, percettibili come tali anche da chi non fosse appassionato di vini.
La scelta è un criterio che si rivolge ovviamente ai più appassionati, in grado di conoscere non soltanto le differenze tra un Barolo e un Bordeaux, ma di voler magari potere scegliere quel particolare Bordeaux che sia 100% Merlot anziché un altro che sia un taglio di Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon: i feticisti del vino adorano perdersi in mezzo alle mille possibilità e sfumature che una carta dei vini di un ristorante pregiato può offrire loro e questo deve valere a tutta lista, ovvero dagli spumanti fino ai vini dolci passando per i fermi bianchi e rossi.
Ovviamente questo criterio si scontra con le necessità di spazio per il catering che investono un aereo: la cantina di un ristorante stellato può ospitare migliaia di bottiglie, la stiva di un Boeing o di un Airbus molte meno: di questo bisogna tenerne conto quando si valuta la vastità di scelta della carta dei vini di un volo.
Per quanto riguarda l’identità, infine, è un criterio che può essere rispettato, anche se non sempre viene sviluppato come dovrebbe, solo da certe compagnie, ma che per gli amanti del vino è sicuramente molto importante.
Chi vola su Iberia, ad esempio, troverà sicuramente interessante che nella carta dei vini vi siano oltre a champagne francesi anche dei vini rossi spagnoli della Rioja cosi come chi vola con Lufthansa apprezzerà che si possa scegliere, oltre a un Pinot Noir italiano anche un Riesling Renano, senza tenere conto che, in teoria, il menù stesso di una first class o di una business class dovrebbe avere legami con la cucina della bandiera battuta da quel volo…
Certamente volare ad esempio con Emirates o Thai significa che è impossibile legare dei vini dei territori a cui le compagnie fanno riferimento: in questo caso, a maggior ragione, ci aspetteremo di trovare qualità e scelta.
Come al ristorante, infine, ci si potrà dividere tra chi preferisce la cara vecchia carta dei vini cartacea, magari elegante e ben rilegata, pesante e massiccia al tatto, e chi invece preferisce sfogliare sullo schermo dell’IFE con cui magari possono aprirsi mille collegamenti da cui risalire a informazioni su produttore, annata, vitigni, metodo di vinificazione…in fondo le due cose non sono incompatibili, quello che conta è mettersi comodi, godersi il volo e anche qualche bicchiere in relax…per fortuna non tocca a noi pilotare l’aereo!