Dormire in mezzo al tracciato di Formula 1: recensione Marevellous Suite @ W Hotel Abu Dhabi
Prima che perdi tempo a cercare di prenotare questo hotel durante la settimana del Gran Premio di Formula 1 — […]

Prima che perdi tempo a cercare di prenotare questo hotel durante la settimana del Gran Premio di Formula 1 — gara che storicamente chiude il campionato — ti dico già di risparmiare la fatica: impossibile. Non ci sono stanze, almeno usando i canali ufficiali (cash o punti), tra il giovedì e il lunedì, ovvero il giorno prima dell’inizio e il giorno dopo la fine.
In questo articolo:
Fatta questa doverosa premessa, adesso posso portarti dentro questo ennesimo W Hotel, senza dubbio l’insegna di lusso della famiglia Marriott che più mi piace.
Ci sono due tipologie di W Hotel, a me ne piace solo una
ti hanno cancellato il volo, hai perso la coincidenza, sei atterrato in ritardo?
Potresti ottenere fino a 600€ di risarcimento a persona
W Hotel è un brand pensato per le nuove generazioni, quelle che vogliono il lusso, ma che non lo vogliono ingessato. Chi cerca il divertimento, le vibrazioni, ma vuole comunque il massimo senza compromessi.
Per esperienza posso dire che un W Hotel che nasce da una struttura esistente — una trasformazione, un rebrand — anche se a seguito di un make-up milionario, non sarà mai come un hotel che nasce dalle fondamenta per essere un W Hotel.
Questo vuol dire che difficilmente investirò punti o denaro per visitare il W Hotel a Roma o Budapest, anche perché dopo aver sprecato tanti dollari a Los Angeles o New York ho capito l’errore.
Sono stato in hotel di questa catena in quattro continenti e devo dire che spesso è stata una scelta super azzeccata. Se sei curioso di leggere le recensioni, basta cliccare qui.
La prenotazione
Dovendo fare un weekend lungo nella capitale degli Emirati Arabi Uniti, avevo solo l’imbarazzo della scelta. Alla fine la scelta è caduta su questo hotel perché volevo accumulare punti, ma soprattutto doppie notti premio. Ci troviamo al centro di Yas Island, la zona di Abu Dhabi che ospita i parchi divertimenti, lo shopping center che fa concorrenza al Dubai Mall, la nuova marina artificiale. Qui ci sono Casa Cipriani, il Ferrari World e l’aeroporto dista pochi minuti. Certo, se si vuole visitare la Moschea, il Palazzo Reale o le Etihad Towers bisogna spostarsi. Il viaggio, anche a bordo delle auto a guida autonoma, costa poco ma dura tanto.
Certo, un W Hotel non è mai economico, ma è un pegno da pagare se si vuole soggiornare in un 5 stelle che occupa il gradino più alto nella classifica delle strutture della più grande catena dell’hotellerie mondiale. Il costo per tre notti è stato di 240 euro ciascuna; avrei anche potuto pagare in punti, ma non era molto conveniente e non avrei accumulato le doppie notti qualificanti.
In questo caso avevo anche fatto richiesta di upgrade usando 3 dei miei 5 NUA, ovvero i voucher che possono essere riscattati per avere upgrade gratuiti in una stanza migliore e che ovviamente uso solo puntando unicamente la suite migliore tra quelle disponibili. Upgrade che mi era stato confermato pochi giorni prima dell’arrivo.
Check-in
Siamo atterrati ad AUH poco dopo le 6 del mattino e alle 7 eravamo nella hall dell’hotel. Se si è visto un GP di F1 si è notata per forza questa struttura, dato che il circuito corre sinuosamente intorno all’edificio, che ricorda molto un alveare, e in un punto passa sotto il ponte di collegamento tra i due plessi che lo compongono.
La hall era deserta, letteralmente non c’era anima viva. Ok, era mattina presto, ma non le 4: il sole era già alto.
Nessun problema a fare check-in all’alba e la nostra Marvellous Suite era già disponibile. Per intenderci: grazie ai NUA siamo passati da una camera base alla camera migliore dell’hotel, seconda solo alla suite presidenziale. Questa volta, quindi, non è finita come a Sydney.
Un W Hotel è design, spensieratezza ed originalità, come ad esempio i nasi chiusi con una molletta nella parete della reception, o il photo box peloso al centro della hall, davanti alla sfera che nascondeva uno dei bar dell’hotel.
La suite del W Hotel ad Abu Dhabi
Aperta la porta, ci siamo trovati davanti a un lungo corridoio con una parete vetrata da un lato e uno specchio dall’altra.
Il primo ambiente è il salotto, che era più grande di casa mia.
Qui c’è un immenso mobile bar che si trasforma anche in tavolo per la cena o zona smartworking.
Poi c’è la zona relax con un immenso tappeto, uno schermo gigante e una serie di divani, poltrone e puff in grado di accogliere una squadra di basket.
Lungo tutta la parte esterna c’era un terrazzo parzialmente ombreggiato dalla struttura che avvolge l’edificio vero e proprio e che la sera prende vita e colore.
C’era una cabina armadio grande come una camera singola in una pensione di Rimini, un bagno matrimoniale grande più di un monolocale di Milano, con annessa zona disimpegno.
Poi, ovviamente, c’era la vera e propria camera da letto. Il protagonista qui è la struttura che reggeva il materasso king: un elemento che oltre a fungere da struttura per il letto terminava come panca ai piedi dello stesso.
Ai lati, vicino al comodino, tutte le possibili prese di corrente e attacchi. Mega schermo posizionato sopra una scrivania a muro ed accesso alla terrazza anche dalla camera. La vista sulla baia, su uno dei punti più spettacolari del percorso di F1.
Frigobar ricchissimo e tanti altri gadget in vendita come da tradizione di questa insegna, ovviamente a dieci volte il costo che lo stesso prodotto/oggetto ha fuori nel mondo reale.
Quasi dimenticavo, c’era anche una toilette per gli ospiti.
Quando si estremizza troppo con la domotica
La cosa che non sopporto della tecnologia è quando ne metti troppa, o quando pensi di essere alternativo e la metti nel punto sbagliato. Ad esempio i finestrini elettrochimici a bordo degli aerei (che poi finiscono per non funzionare).
In questo caso, la cosa davvero assurda erano gli interruttori. In questi oltre 100 mq di appartamento c’erano solo due interruttori: uno nel salotto e uno nella parete all’ingresso della camera.
Mi chiedo come si possa disegnare una camera d’albergo dove per andare a dormire e spegnere la luce devi andare in corridoio, se ti alzi e non vuoi svegliare nessuno e vuoi andare in bagno, per accendere la luce devi farlo dalla camera da letto. Oppure ti porti il cellulare come nel bosco.
La lounge del W Abu Dhabi
Non mi aspettavo una lounge in questo hotel (normalmente non è presente), ma in quest’hotel c’è qualcosa che la sostituisce. Anche perchè lo spazio che si chiama W/lounge è a tutti gli effetti un locale, non la sala per gli executive.
Una parte del ristorante principale viene riservata agli ospiti che hanno lo status Platinum o superiore per l’happy hour serale. E noi ne abbiamo approfittato la prima sera, anche perché dopo aver girato su e giù per la capitale non avevamo voglia di andare in giro (e poi, perché se possiamo mangiare gratis, noi lo facciamo).
In pratica, una parte del main restaurant — quello che la mattina ospita la colazione e nel resto del giorno ha la cucina sempre aperta — viene riservato agli ospiti élite e qui si può mangiare e bere “on the house”. Offerta nella media, nulla di particolare, ma considerato che è compreso e non me lo aspettavo, è stato un bel plus.
I ristoranti del W Hotel Abu Dhabi
L’hotel ha diversi punti tra bar e ristoranti.
Come detto, c’è il ristorante principale che ospita la colazione, dotato anche di una terrazza vista pista. Credo una cosa unica al mondo, perché non stiamo parlando di un circuito cittadino come Montecarlo o Las Vegas: questo è un vero autodromo.
C’è uno champagne bar nella hall dell’hotel, che però nelle ore diurne funge anche da caffetteria.
Ci sono poi un ristorante di ispirazione greca, “Pappas Taverna” e uno internazionale.
C’è anche la W Lounge, che è una via di mezzo tra un night club ed un cocktail bar. Infine, i due bar nelle piscine, che qui si chiamano Net Deck: uno nella torre B è riservato alle famiglie con bambini, l’altro è sul tetto dell’edificio principale ed è adults only.
Le piscine
Come detto, una delle due rooftop pool è riservata alle famiglie. Lo spazio non manca, anche se — lo ricordo — le temperature possono essere infernali anche in mesi “freschi” come febbraio o novembre.
L’altro wet deck, così sono ribattezzate le piscine in questi hotel è, come detto, solo per adulti.
Qui, dal brunch domenicale al DJ a tutte le ore, si vive il vero spirito del W.
La piscina non è enorme, sdraio e lettini sono pochi, ma non è per questo che si viene ad Abu Dhabi. E se si è qui per fare festa, forse è meglio essere più vicini al bar e alla vista DJ.
Palestra e SPA
Nell’edificio secondario c’è un’immensa palestra, forse la meglio attrezzata che io abbia mai visto in giro per il mondo. Tutta illuminata dalle immense vetrate.
Servizio in camera
Siamo arrivati leggermente affamati e così abbiamo immediatamente provato il room service, ovviamente caricando la spesa sul conto della camera in modo da fare punti su punti.
Il club sandwich è uno standard che uso, spesso, per paragonare le diverse cucine. Certo qui siamo in una nazione mussulmana, quindi non c’è il bacon, ma è stato un esame superato (quasi) a pieni voti, anche perch il servizio è stato davvero veloce.
La colazione
Questa è stata la più grande delusione di questo W. Sembrava un hotel di una categoria inferiore.
Niente menu à la carte, ma soprattutto la sfortuna di capitarci nell’ultimo weekend prima dell’inizio del Ramadan, con l’hotel letteralmente sold out. Questo ha comportato vivere in un ambiente al limite della capienza, con personale non in grado di gestire tutti gli ospiti presenti e con un’offerta gastronomica sotto la media, non solo per la categoria, ma anche per quello che solitamente viene offerto in questa parte del mondo.
Aspettare oltre 30 minuti per un’omelette, doversi picchiare con altri ospiti per riuscire a tostare del pane, dover ogni volta chiedere al personale (quando lo trovavi) di ripristinare l’offerta di questo o quel prodotto, che veniva spazzolato ancora prima che il vassoio fosse posato sul buffet…
Certo, è scenografico mangiare in terrazza, ma devi fare la guerra con i gabbiani e gli altri volatili. Qui non c’è — come accaduto ad esempio a Bangkok — l’addetto che con i bastoni spaventa gli uccelli difendendo il piatto del povero ospite che si è alzato per andare a prendere qualcosa al buffet.
In offerta c’è veramente di tutto, ma è come quando vai al supermercato: trovi tutto, ma tra top di gamma e medio prodotto c’è molta differenza.
In conclusione
Il posto merita assolutamente, ma non ci tornerei. Certo, probabilmente in una stanza normale l’interruttore è sul comodino e non a 10 metri dal letto. Certo, se non fosse stato sold out, la vita sarebbe stata più tranquilla (ed è vero, perché il lunedì mattina tutto era calmo e rilassato). Ma la qualità del prodotto non era top, la cura del dettaglio assente.
Questa è stata la prima volta che un W — nato W — non mi ha soddisfatto. D’altronde non tutte le ciambelle escono con il buco. Ma potersi nascondere qui per guardarsi il GP a scrocco… sarebbe una figata pazzesca.