“Vi abbiamo riservato una delle nostre 5 suite”: recensione Hilton Melbourne Little Queen Street
Per il nostro soggiorno a Melbourne abbiamo puntato in due strutture della famiglia Hilton, dopo il Next (che è un […]

Per il nostro soggiorno a Melbourne abbiamo puntato in due strutture della famiglia Hilton, dopo il Next (che è un Curio) abbiamo puntato sull’Hilton Little Queen Street, perchè poco distante dall’altro hotel (lo abbiamo raggiunto a piedi), perchè è l’unico Hilton nel cuore di CBD, ovvero Central Business District.
In questo articolo:
Last but not least perchè i bambini sotto i 14 anni dormono (nello stesso letto dei genitori) gratis.
La prenotazione
Come sempre ho prenotato tramite la app, il motivo è che solo così si ottengono benefici e si accumulano i punti. Avrei anche potuto usare i punti Hilton Honors, ma a fronte di 220€ a notte venivano richiesti ben 70k punti, una conversione davvero poco conveniente.
Location
Innanzitutto, l’hotel è a pochi passi dall’iconico Bourke Street Mall e da Hardware Lane, un famoso e vivace vicolo noto per i suoi numerosi ristoranti, caffè e bar.
Da qui ci si può muovere a piedi tranquillamente verso tutte le principali mete turistiche in zona CBD come la stazione di Melbourne Central, il Queen Victoria Market o il Marvel Stadium e l’aeroporto di Melbourne Tullamarine è raggiungibile in meno di mezz’ora di auto dall’hotel.
Una struttura storica, recuperata
Il palazzo storico risale al 1930 come Equity Chambers di Melbourne, ed è protetto dalle “belle arti” locali.
La ristrutturazione ha rispettato lo stile e mantenuto anche alcune piccole chicche come la colonna della posta interna, la trasformazione dell’hotel ha sapientemente combinato il fascino antico con il design contemporaneo.
Questo contrasto antico vs moderno inizia su Little Queen Street, dove un murale colorato si riflette nei pannelli esterni in bronzo che fanno parte della hall dell’hotel.
Mentre all’interno è tutto marmo belle epoque, ascensori vintage e finiture in legno di quercia e bronzo. Ovunque ci sono dettagli di quello che negli anni 30 era sicuramente un gioiello all’avanguardia per il suo tempo.
Check-in
Come detto siamo arrivati a piedi dal Next Hotel, che si trova a circa 15 minuti a piedi dalla parte opposta di Elizabeth Street. Abbiamo attraversato quello che pensavamo fosse l’ingresso principale, e che invece abbiamo scoperto essere quello secondario.
La reception è decisamente più accessibile non da Bourke Street, ma proprio da Little Queen street che è una piccola traversa.
Consegnato il passaporto è scattato immediato il riconoscimento dello status e pochi secondi dopo ci è stato annunciato che eravamo stati promossi da camera base ad una Suite. La cosa mi ha stupito perchè non ho ricevuto alcun messaggio di upgrade, ma solo la mail nel quale mi si chiedeva di pagare per passare ad una stanza migliore.
La suite
L’addetta anzichè indicarci gli ascensori ci ha scortato in camera, il motivo è che le tre migliori suite dell’hotel (su 5) sono ubicate nel palazzo storico, e non nel resto della torre.
La nostra stanza era la King Premium Suite, un gradino sotto la migliore stanza dell’hotel la King Master Suite.
Non sono esattamente due ambienti divisi, o meglio non c’è una vera parete ma degli elementi di arredo che dividono in due la stanza. Certo siamo in un palazzo storico, quindi immagino che anche in Australia, come in Italia, non si possa fare quello che si vuole.
Alla fine abbiamo chiesto se era possibile, a pagamento, avere un letto extra e ci è stato predisposto nella zona salotto della suite.
Letto king, materasso davvero confortevole e due comodini ai lati del letto.
Avere prese ed interruttori vicino al letto non è una cosa scontata, a volte capita che la domotica (o la deficenza) degli architetti complichi inutilmente la vita agli ospiti.
In stanza c’era tutto quello che serviva: due megaschermi, angolo bar, ma con frigobar desolatamente vuoto, macchinetta del caffè e bollitore.
Anche il bagno era davvero immacolato. Doccia e vasca separate, doppio lavandino e tantissimi prodotti per la persona.
L’hotel
Il connubio storico e moderno è molto ben riuscito. Forse quello che manca a questo hotel sono degli spazi sociali più grandi.
Come la palestra, che è davvero mignon, ma forse chi viene in uqesta struttura non lo fa per allenarsi.
La lounge
Nell’ammezzato dell’edificio storico c’è la executive lounge dell’hotel: la sala Queen Adelaide. L’accesso è consentito a tutti i titolari del livello Diamond nel programma fedeltà Hilton Honors o a chi prenota una camera Executive. Attenzione perchè non è detto che se si ottiene un upgrade in stanza executive si abbia anche accesso alla lounge.
Ambiente molto bello, come tutta la parte storica dell’hotel.
Come spiego spesso nelle mie recensioni la lounge in hotel vuole dire risparmiare. Generalmente c’è la merenda pomeridiana, l’happy hour serale e bevande h24, o quasi. E anche qui a Melbourne non ci ha deluso.
La colazione
A conti fatti l’unica spesa che abbiamo sostenuto per Bete è stata la colazione, su questo sono stati fiscali, mentre in altri hotel se il terzo letto è di un bambino non mi hanno (quasi) mai fatto pagare.
Il costo è stato di 21$ australiani, ovvero circa 12 euro, mentre io e Marika non abbiamo pagato perchè se si è Gold (o superiore) non si paga e anche questo significa risparmiare sul costo finale del soggiorno.
Bella la presentazione, cucina espressa per le uova e offerta variegata. Solo che manca l’anima, sembra tutto molto scolastico, non ci sono sapori dal mondo, ma tutto esclusivamente occidentale.
Bello poter vedere gli chef all’opera, peccato solo che non ci fosse nessuna specialità del giorno.
In conclusione
Ci tornerei, se solo non fosse che quando viaggio cerco sempre di andare in una struttura nuova per porterla raccontare qui su TFC.

Pro
- Posizione
- Upgrade
- Personale
Contro
- Colazione