RevPoints, la rivoluzione dei punti firmata Revolut: c’è anche un italiano nel team. La nostra chiacchierata con Francesco Bovo
C’è un prima e un dopo nel mondo dei punti in Italia. E quel “dopo” si chiama RevPoints, il programma […]

C’è un prima e un dopo nel mondo dei punti in Italia. E quel “dopo” si chiama RevPoints, il programma fedeltà di Revolut che – per la prima volta – permette anche a chi ha una carta di debito di accumulare punti da trasferire a programmi aerei premium con conversione 1:1.
In questo articolo:
Sembra fantascienza per chi, come molti lettori di The Flight Club, ha costruito il proprio ecosistema su American Express. E invece è realtà. Una realtà ancora giovane, ma con ambizioni globali.
Ne abbiamo parlato con Francesco Bovo, Product Manager di Revolut e uno dei veterani del team che ha dato vita a RevPoints.
Una chiacchierata lunga e senza filtri, dove abbiamo toccato ogni angolo del programma: dalle origini alle varie fasi di a/b test, dai moltiplicatori alle prossime compagnie aeree in arrivo.
“Non sono l’inventore, ma ci sono dal giorno zero”
Francesco preferisce definirsi uno dei “veterani” del progetto RevPoints, non l’inventore. Il team è anonimo, stile collettivo – come va di moda ora – ma la visione è chiara e molto ambiziosa: creare il primo programma fedeltà veramente globale al mondo.
“Il nostro obiettivo è rendere accessibile una cosa difficile. Le miglia aeree sono una valuta inventata, con un valore variabile e non sempre facile da comprendere.”
Per un utente alle prime armi, sentire parlare di Avios, Flying Blue o Miles&Smiles può essere più disorientante che illuminante. E qui entra in gioco RevPoints.
Dalla carta di debito alla rivoluzione “Pro”
Il paradosso? Tutto questo oggi è accessibile senza una carta di credito. Basta una carta di debito Revolut standard per iniziare ad accumulare punti. Anche se, come sottolinea Francesco, chi vuole davvero massimizzare dovrebbe considerare il passaggio ai piani superiori (Premium, Metal, Ultra):
“Vogliamo spingere un utilizzo intensivo dei punti. Per questo premiamo chi sceglie piani avanzati. Ma abbiamo anche rimosso le barriere per gli utenti standard: ora anche loro accumulano punti.”
Le cose poi in alcuni mercati sono ancora meglio, dato che in Spagna, Lituania ed Irlanda dove Revolut offre una carta di credito si arriva anche ad 1,5 punti per ogni euro speso.
Gift card, moltiplicatori e… il futuro
L’obiettivo di Revolut è chiaro: creare un sistema modulare e universale, dove ogni cliente – ovunque si trovi – può accumulare punti e spenderli a modo suo. Il primo passo? Le gift card. Oppure la possibilità di pagare tramite Revolut Pay, ad esempio appena adottato da Wizz Air e WeRoad.
“Per molti utenti italiani le miglia non sono comprensibili. Ma se dici loro: ‘Trasforma i RevPoints in gift card da usare su Amazon’, allora tutto cambia.”
Ed è solo l’inizio. I moltiplicatori sono la vera svolta: dal classico 2x al 20x su determinate categorie (Enel, Skyscanner, Nespresso…), Revolut ha costruito una vera macchina per fare punti. E chi ha imparato a usarla – come molti nostri lettori – ha già spostato volumi significativi dalla concorrenza.
Un programma europeo. Davvero.
Il vero punto di forza di RevPoints è il suo essere pan-europeo. Una valuta unica per tutti, con tassi di conversione identici in Italia, Spagna, Francia, Germania. Una rarità assoluta nel mondo dei loyalty program.
“Il nostro obiettivo è mantenere una valuta globale. Quando entrerà una compagnia australiana, emiratina o giapponese , chiunque, anche un utente italiano, potrà trasferire i propri punti senza limitazioni, e con le medesime conversioni”
Posso usare i punti per azzerare spese? Presto, forse sì
“Vogliamo permettere di usare i punti per scontare acquisti reali – come voli o shopping quotidiano – anche senza una partnership diretta. Ma lo faremo solo se possiamo garantire un buon valore ai punti. Non vogliamo svalutarli.”
Un’eventualità che, se gestita bene, aprirebbe le porte a un pubblico ancora più ampio, non interessato alle miglia ma attento al risparmio immediato.
E le carte cobranded?
Revolut ha valutato l’ipotesi di carte cobranded con alcune compagnie aeree, ma per ora non ci sono sviluppi concreti.
“Abbiamo parlato con un paio di vettori, ci piacerebbe molto come progetto ma i costi sono significativi, oltre a vincoli di esclusività che lo renderebbero complicato.”
In conclusione
RevPoints ha cambiato le regole del gioco. Non è ancora perfetto. Ma se guardiamo alla roadmap, ai moltiplicatori attivi, al numero di compagnie pronte a unirsi al sistema… il futuro è più che promettente. E soprattutto, per la prima volta, non è più necessario avere una carta di credito per accumulare punti sul mercato italiano.
Se fino a ieri parlavamo di cashback, oggi parliamo di ritorno di valore. E per chi sa come usare i punti, non c’è scelta più intelligente.