La carta dei vini di Etihad è molto originale, ma la qualità sembra avere perso il biglietto da prima classe
Dopo Qatar andiamo a recensire la carta dei vini di un’altra grande compagnia aerea mediorientale che ha fatto dell’alta qualità […]

Dopo Qatar andiamo a recensire la carta dei vini di un’altra grande compagnia aerea mediorientale che ha fatto dell’alta qualità delle sue top class un vero e proprio status.
In questo articolo:
E visto che il barbone ha volato a bordo della cabina più esclusiva del mondo, ovvero The Residence, non potevamo esimerci dall’analizzare questa carta dei vini.
Lo champagne offerto a bordo di The Residence
Partiamo ovviamente con gli champagne, come sempre perfetti per brindare all’inizio di un volo e a una nuova avventura, che sia un viaggio di piacere o lavoro
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La scelta della Maison è una piacevole sorpresa: un prodotto di nicchia ma non sconosciuto agli appassionati: Duval Leroy è un’icona che fonde tradizione, essendo stata fondata nel 1859 e rimasta sempre di proprietà della famiglia e innovazione in quanto una delle prime cantine in Champagne a introdurre impianti all’avanguardia nella realizzazione dei propri prodotti.
Al viaggiatore vengono offerte due proposte, la Femme de Champagne 2002, millesimo espressione di un’annata grandiosa in champagne e la cuvee rosè Devaux: entrambi vini non immediatissimi per un profano ma gioia per la bocca degli champagne lovers.
Vini bianchi
I vini bianchi fermi colpiscono per la varietà di proposta che viene rivolta al passeggero anche se la qualità non è forse quella che ci aspetteremmo in una First Class (e questo ci accompagnerà purtroppo anche nei vini rossi).
Si spazia dal corpo dello Chardonnay francese Macon Aze, Domaine de la Carenne, un vino piacevole ma poco più che da grande distribuzione (transalpina) al Gruner Veltliner austriaco (principale vitigno del paese) della cantina Laurenz V, vino sicuramente piacevole, nei suoi sentori caratteristici di frutta bianca fresca e di spezie e balsami, ma di certo non indimenticabile.
Si prosegue poi restando oltrealpe a Nord con un riesling tedesco, il Kreidicher di Robert Weil, cantina iconica nel mondo del vino teutonico commerciale, un vino tutto sommato piacevole, emblematico nella complessita di questo vitigno meraviglioso ma anche qui non ci fa di sicuro innamorare.
Si chiude il parterre dei bianchi con (finalmente) un pò di Italia e per la precisione l’Arneis di Vietti, buona espressione dei bianchi piemontesi, un vino che facilmente capita di poter trovare in una carta dei vini italiana, senza troppe pretese ma con molte certezze di soddisfazione.
Vini rossi
Andiamo ai rossi dove Etihad prosegue la sua politica di offerta vasta e salendo un pò di qualità rispetto alla squadra dei bianchi.
Si incomincia con Bordeaux Chateau Laroque 2016 blend quasi integralmente a base di Merlot caratteristico di Saint Emilion e piccole dosi di Cabernet Franc e Sauvignon a conferire un tocco di struttura e forza alla grande finezza ed eleganza tipica del Merlot
Si prosegue poi con un vino che non lascia indifferente chi fa questa recensione, poichè grande appassionato dei vini della valle del Rodano: viene proposto uno Chateauneuf du Pape, vino “anarchico” nel suo disciplinare che consente ben 13 vitigni da utilizzare in libertà: Domaine de Senechaux opta per la combinazione tra i grandi sentori della Grenache, la struttura del Syrah e l’eleganza del Mourvedre: una piacevolissima sopresa da godersi senza remore.
Nuovamente Italia con una scelta che purtroppo non spicca per particolare livello qualitativo: il Rosso dei Notri di Tua Rita è un blend di vitigni italiani, Sangiovese, e francesi Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah che scorre via senza emozionarci.
Infine, scelta originale ma anche qui qualitativamente discutibile, un Blaufrankisch austriaco, del 2015, che probabilmente non troveremmo mai in un ristorante stellato ma forse non ci verrebbe mai in mente di chiedere…
I vini da dessert
Alla fine di ogni pasto ci sono i vini dedicati ai dolci, o perché no ai formaggi, dove troviamo due certezze: il Sauternes e il Porto.
Il primo viene proposto della cantina Chateau Fillot, storico produttore che risale addirittura alla prima metà del 1600: un Sauternes di buona qualità, complesso ma al tempo stesso gradevole per accompagnare le ultime portate della cena siano appunto formaggi (erborinati) o dolci.
Si chiude con un Porto Tawny della Dow’s, del 1992, buona annata lungo le rive del fiume Douro, complesso e intrigante sicuramente un buon accompagnamento alla meditazione in volo o al riposo con le sue note di cioccolata, liquirizia, frutta secca, frutta rossa matura…per riempire il palato di sensazioni felici.
Quanto si sarebbe speso in enoteca
Se avessimo assaggiato in enoteca tutti i vini proposti, avremmo speso circa tra i 120 e i 140 euro, (poco meno di metà del valore dei vini di Qatar, se ricordate) ma difficilmente avremmo mai ordinato qualcuno di questi vini…
