Air India, ennesimo epic fail: a bordo 11 bagni rotti su 12, il Boeing 777 deve fare dietrofront dopo 5 ore di volo
L’affidabilità e il servizio al cliente non li cambi certo comprando un po’ di aerei nuovi e dipingendoli di una […]

L’affidabilità e il servizio al cliente non li cambi certo comprando un po’ di aerei nuovi e dipingendoli di una livrea sgargiante e allo stesso tempo elegante. Così, mentre i suoi nuovi Airbus A350 hanno iniziato a volare in giro per il mondo, Air India continua a guadagnarsi palate di melma sui siti di news di aviazione e sui social: aerei vecchi, tenuti male, sporchi, maleodoranti, anche in Business Class e in quella che Air India ha il coraggio di chiamare First Class. E poi c’è l’aspetto dell’attenzione al cliente quando qualcosa non funziona, prima o durante il volo…
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Ne sa qualcosa il Barbone, Matteo Rainisio, che ha descritto il suo viaggio con famiglia in Australia di qualche mese fa con Air Inda come una delle sue peggiori esperienze di volo.
Qualcosa di altrettanto, se non di più, spiacevole è capitato qualche giorno fa ai quasi 300 passeggeri del volo AI 126, operato da Air India con un Boeing 777-300ER sulla rotta di circa 14 ore tra Chicago e Delhi: i ‘poveretti’ si sono sparati quasi 10 ore di volo per poi ritrovarsi al punto di partenza (Chicago), con due soli addetti della compagnia ad assisterli per le pratiche relative alla sistemazione in hotel e alla riprenotazione del loro viaggio verso la capitale indiana.
La traccia del volo AI 126 riportata su Flightradar24 il giorno 5 marzo lo vede, dopo il decollo da O’Hare, sorvolare l’Ontario e il Quebec settentrionale canadesi prima di attraversare il Mare di Labrador (Atlantico nord occidentale), scavallare la punta meridionale della Groenlandia e quindi, poco più avanti, fare un’inversione a ‘u’, ripuntare il muso in direzione sudovest e fare ritorno a Chicago.
Il tutto, dal momento del decollo all’atterraggio, ha richiesto la bellezza di 9 ore e 44 minuti di volo, al termine dei quali gli sfortunati passeggeri si sono ritrovati al punto di partenza.
Ja, aber cosa ha provocato il ‘dietrofront’? Le toilette. O meglio, le toilette non funzionanti. Il Boeing 777-300ER ne ha ben 12 a disposizione dei passeggeri. Pare che l’AI 126, quel giorno, fosse partito con già alcuni bagni fuori uso e che poi, nel corso delle prime quattro ore e mezza di volo, siano finiti ‘out of order’ tutti tranne uno.
Ora, pensare di ‘tirare’ dalla Groenlandia a Delhi (9 ore) con una sola toilette funzionante per quasi 300 passeggeri, e con il rischio che pure l’ultima di bloccasse, era impensabile. La mossa più smart sarebbe stata procedere fino a Londra Heathrow, che si trovava a quel punto più vicina di Chicago e dove Air India ha una grossa base, non fosse che l’hub londinese ha il ‘curfew’ (il coprifuoco) notturno.
Così i piloti, d’accordo evidentemente con la compagnia, hanno deciso di tornare al punto di partenza, da dove erano decollati alle 11.24 del mattino e dove sono riatterrati alle 21.08.
Una volta sbarcati, gli esausti passeggeri (qualcuno l’avrà dovuta ‘tenere’ per qualche ora) sono stati rifocillati, velocemente riprenotati su altri voli per Delhi e poi ‘accasati’ negli hotel intorno a O’Hare. Ma figurarsi…
Hanno invece trovato ad attenderli due ‘poveri’ addetti di Air India che non potevano far fronte in modo efficiente a quasi 300 persone in attesa di una sistemazione alberghiera e di una riprenotazione, al punto che alcuni addetti di Delta sarebbero accorsi in loro aiuto prima che la situazione degenerasse. La riparazione delle toilette ha richiesto la bellezza di due giorni e il 7 marzo il Boeing 777 ha fatto rotta di nuovo sull’India.