Un volo da incubo. Recensione business class di Air India da Milano Nuova Deli
“Scusa Matteo, ma di cosa ti lamenti con quello che hai pagato il biglietto dovresti ancora dire grazie che avevi […]

“Scusa Matteo, ma di cosa ti lamenti con quello che hai pagato il biglietto dovresti ancora dire grazie che avevi un posto dove sederti” questo sarà quello che dirai alla fine di questa recensione, ma ovviamente le cose non possono essere pesate in questo modo, perché tutti gli altri, sicuramente, non hanno pagato così poco questo biglietto.
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- Specifications
- Aircraft:
- B787
- Class:
- Business
- Treat:
- MXP - DEL
- Price:
- 425€
- Book
Ho aspettato qualche settimana in più del solito a pubblicare questa recensione perchè volevo collegarla al volo di ritorno, un modo per far vedere come le cose potrebbero cambiare radicalmente, ma come allo stesso tempo la strada da fare per Air India sia ancora davvero tanta e perigliosa.
The ticket
Questa è l’unica tratta italiana di Air India, i Dreamliner arrivano ogni giorno da Nuova Deli.
Gli iscritti al canale whatsapp di TFC lo sanno, quando ci sono tariffe interessanti io le condivido immediatamente con tutti gli iscritti. Non solo i, sempre più rari, erro fare, ma anche i prezzi che ritengo sensibilmente sotto la media nelle diverse cabine e per le destinazioni più disperate.
Questo biglietto è frutto proprio di una di queste situazioni: da Malpensa all’Australia, passando per Nuova Delhi a 1703€ in business class. Un prezzo di circa 1000€ più economico rispetto al prezzo medio più conveniente per volare su una destinazione, l’Oceania, dove raramente ci si vola in economy a meno di 1000€ e dove la business dall’Italia non costa mai meno di 3000 euro.
Air India sta cambiando pelle
Lo abbiamo scritto diverse volte, l’ex compagnia di Stato, è tornata di proprietà del gruppo Tata che l’aveva fondata negli anni 20 del secolo scorso, prima di venderla al Governo.
Oggi è alla vigilia di un rinnovamento totale, ha ordinato poco meno di 500 aerei, ha rinnovato logo ed immagine e lanciato tutta la nuova esperienza di bordo con l’obiettivo di riprendersi un posto nel firmamento dell’aviazione commerciale, perché lo ricordo se Air India fosse sempre stata al Top, probabilmente Emirates, Qatar e Etihad non avrebbero potuto essere dove sono invece oggi.
At the airport
Siamo arrivati giusto pochi minuti prima delle 17, orario di apertura del check-in, purtroppo per volare verso certe destinazioni è ancora necessario passare dai banchi fisici per il controllo dei documenti.
Per entrare in India serve il visto, per volare in Australia bisogna avere l’ETA, ovvero l’autorizzazione elettronica che costa 20 dollari australiani, circa 12 euro.
Aeroporto semi deserto, cosa normale dato che siamo partiti il 19 ottobre, non proprio un periodo di altissima stagione. Dico siamo perché questa è stata la nostra classica vacanza di famiglia. Fin da piccolo sono stato abituato dai miei genitori ad andare in vacanza fuori stagione, anche perché durante il resto dell’anno la mia famiglia lavorava nel nostro albergo di famiglia.
Ho approfittato per andare alla lounge Pergolesi, nel molo B del terminal dove non andavo da prima del Covid. Questa lounge è la gemella della Monteverdi ed è stata rinnovata e riaperta proprio questa estate. Ottima scelta perché era praticamente deserta e tranquillissima.
Le procedure di imbarco non sono state perfette, anzi. L’aereo è arrivato in ritardo di 30 minuti e nonostante i tentativi degli addetti al gate, il ritardo è rimasto invariato anche alla partenza.
Ha regnato il caos, nonostante gli sforzi del responsabile di organizzare un imbarco modello low-cost, ovvero tutti in fila lungo il ponte del finger in attesa che dall’aereo giungesse la luce verde. Peccato che un 787 non è un 737, e che i circa 80 passeggeri in più facciano la differenza.
On board
La cabina era quella che mi aspettavo, tutta la flotta di 787 del vettore indiano sono allestiti nello stesso modo.
La cabina è la 2-2-2, la stessa che è presente anche su LOT, Turkish e molti altri vettori.
Certo questa volta volando con Marika e Bete ho sentito molto meno il disagio di questa configurazione. Anzi è stato bello vedere la reazione di Marika che non aveva mai viaggiato su questo tipo di setup.
Lo spazio in profondità è tanto, la poltrona però è alla frutta, come quasi tutto l’aereo.
Noi ci eravamo assegnati la fila centrale, dato che la cabina di business ha solo tre file, decisamente la migliore dell’aereo.
Migliore perché la prima fila ha il monitor più piccolo e nascosto nel bracciolo, mentre la fila 3 è quella attaccata alla cucina dell’aereo e alla economy class.
Tutta la vecchia flotta di AI è infatti configurata con senza la premium economy, e solo su alcuni 777/300 è presente anche la First Class.
The chair
Questa configurazione come ho detto è presente su molti altri vettori, c’è un solo grande dubbio. Come è possibile che aerei di 10 anni, o meno, siano conciati così male, delle tre nostre poltrone non c’era una funzionante al 100%.
Lo spazio è poco, lo storage inesistente e la privacy un miraggio.
L’unica nota positiva è la profondità della poltrona, ci sono 3 oblò veri per i passeggeri della fila 2, e il fatto che la cabina è piccola, con solo 18 passeggeri (e due bagni) rispetto ad altre situazioni dove i posti di J sono anche 40.
Il tavolino è nascosto nella consolle centrale e grazie al fatto che ruota è possibile alzarsi anche quando è aperto, cosa non da poco.
Le funzioni della seduta sono le classiche (se funzionassero), la pulsantiera è in una zona dove non si toccherà per sbaglio e questo è un punto a favore di questo sedile.
Certo se si viaggia con uno sconosciuto sarà una lotta continua a chi conquista un cm in più di spazio.
In modalità letto si ha spazio, ma c’è sempre il dilemma: scavalcare o essere scavalcati.
Service
Questa è da sempre una grossa mancanza sui voli di AI, sarà la tipologia del passeggero medio, ma storicamente l’equipaggio è sempre stato “duro e puro” e decisamente poco espansivo.
La nostra esperienza è stata superpositiva, con un addetto che ha girato per la cabina fin troppo.
Molto bella la nuova linea di prodotti, peccato che sia ancora “mischiata” con la vecchia, certo giusto far fuori gli avanzi, ma perché mischiare. Meglio avere un prodotto uniforme, rende tutto più ordinato. Bello il beauty di Ferragamo consegnato dentro una busta a sua volta molto riutilizzabile.
Il contenuto ci ha acceso immediatamente il ricordo di Alitalia, visto che i prodotti Ferragamo erano i protagonisti degli ultimi kit distribuiti dalla vecchia compagnia italiana.
Della vecchia Air India invece il kit notte, ma importante il fatto che sia dato anche un lenzuolo da mettere sul sedile, cosa che non fanno molti vettori, nemmeno quelli più blasonati. Bello anche il pigiama, consegnato a tutti i passeggeri in una sacca perfetta per portaselo in viaggio.
Food&Beverage
Dopo aver fatto 4 voli in business con AI sono arrivato alla convinzione che il catering migliore è quello made in Italy. Ero speranzoso che la cucina proposta dalle partenze dall’hub del vettore Star Alliance ci avrebbe soddisfatto e invece è stato quello peggiore di tutti.
Il volo è notturno, viene quindi servita la cena e la colazione circa 90 minuti prima dell’arrivo.
Ovviamente la proposta gastronomica tiene conto di tutte le questioni culturali e religiose, questo si traduce in tanti piatti vegetariani, niente vitello e molte spezie.
A differenza di quello che fanno però molti vettori asiatici, e quello che fanno i vettori europei per i voli verso l’Asia, non c’è una differenziazione della cucina. Niente proposta orientale o variante occidentale, qui è solo e unicamente cucina indiana. Su tutti i voli, salvo alcuni slanci di fantasia dove il ragù (di montone) è un secondo e gli spaghetti (freddi) un contorno.
Alla fine io ho puntato per i gamberi di antipasto, serviti assieme a della insalata di rucola, del avocado e una mayonese al curry. Tutto cedibile se non fosse la spolverata di peperoncino sopra che lo ha reso, praticamente immangiabile se non per cauterizzarsi il palato.
Fine pasto con piattino di formaggi, frutta o dolcetto. Ho optato per il tortino. Zucchero e chimica, con una costante su tutti i voli. Il dolce è sempre un tortino rotondo, ad esclusione della torta vegana al cioccolato che era un trancio.
Poco prima dell’atterraggio viene servito uno spuntino. Una sorta di panino con non meglio specificati ingredienti, tortino al cioccolato (di nuovo) e poco altro.
IFE
Qui la situazione era abbastanza drammatica, a partire dalle condizioni in cui si presentava il mio telecomando. Tenuto insieme dal nastro di carta, ma a giudicare dallo sporco sul nastro il tapullo, come diciamo noi liguri, non era dell’ultima ora.
Nemmeno la mia presa della corrente era funzionante, così come quella USB.
Lo schermo per fortuna è touch, peccato che sia distante quindi difficile da usare tramite il dito.
I contenuti davvero pochi e messi in una interfaccia di inizio anni 2000, molte sezioni vuote e zero serie tv o prodotti simili.
A bordo niente wi-fi, o meglio è possibile connettersi al portale di bordo per guardare film direttamente sul proprio Device, senza usare quello del sedile.
Non c’è però connessione esterna e poi mi ha dato fastidio anche il fatto che per usarlo con iOS si fosse obbligati ad usare Safari come browser e non Chrome o altri.
In conclusion
Non si può fare il conto sul prezzo pagato, perché ovviamente il prezzo reale è molto più alto, diciamo che vista l’offerta per volare in India non sceglierei mai questa compagnia, o meglio non la sceglierei fino a quando non sarà costante con le nuove macchine e le nuove cabine.
Certo il volo è diretto, ma vuoi mettere volare con l’A330neo di ITA senza scalo da Roma o con Emirates o Qatar?
Considerato che noi non ci siamo fermati a DEL, ma siamo ripartiti verso Melbourne è stata solo una questione di andare da A verso B, spendendo il prezzo minore possibile per viaggiare meglio possibile, e onestamente a questo prezzo con Qantas, Singapore o Emirates al massimo ci saremmo potuti pagare una premium economy e non una poltrona che (se funziona) diventa un letto.

Pro
- The price
- Amenity Kit
- Pigiama
Against
- Armchair
- Service
- Gastronomic offerings