Smartphone a bordo, parla il pilota: quando è davvero pericoloso non averli in modalità aereo
A molti di noi frequent flyer è capitato, almeno una volta, di esserci dimenticati di spegnere o mettere in modalità […]
A molti di noi frequent flyer è capitato, almeno una volta, di esserci dimenticati di spegnere o mettere in modalità aereo i cellulari prima del decollo del nostro volo. Qualcuno si sarà accorto della dimenticanza a volo inoltrato, qualcun altro addirittura dopo l’atterraggio quando, prendendo in mano il telefono, si è accorto che in realtà non l’aveva mai scollegato dalla rete.
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Essendo ancora tutti qui, chi a scrivere e chi a leggere questo articolo, possiamo dire che la svista non abbia provocato effetti catastrofici sul volo. Tanto che qualcuno si sarà chiesto se davvero i cellulari connessi alla rete durante il volo costituiscano o possano costituire un pericolo per la sicurezza.
The Flight Club lo ha chiesto al First Officer di una grande compagnia low-cost europea, il quale alla domanda ‘ma è davvero necessario mettere in modalità aerea i dispositivi elettronici personali quando ci viene richiesto di farlo dall’equipaggio di cabina prima del decollo?’, ha risposto lapidario: “Noi in cabina di pilotaggio mettiamo in modalità aerea ogni dispositivo: i telefoni cellulari personali, quelli aziendali e anche gli Ipad su cui abbiamo caricato, in precedenza, il piano di volo, i dati relativi alla performance di decollo e anche le mappe degli aeroporti tra i quali dobbiamo volare. Addirittura, questa è una voce della nostra check-list pre-partenza“.
Ma esiste un oggettivo azzardo per la sicurezza del volo? “Il principio è quello di eliminare l’arrivo all’aereo di segnali che non siano quelli relativi alla navigazione. Ma c’è un caso in cui i dispositivi personali devono necessariamente essere sconnessi, ed è quello che noi definiamo LVO, ossia Low Visibility Operations” spiega il pilota.
“Queste si applicano quando in fase di avvicinamento e atterraggio si verifichino condizioni di nebbia fittissima, tali per cui l’atterraggio sia necessariamente strumentale, nel senso che fa tutto l’aereo e noi ci limitiamo a osservare che i parametri di volo siano nella norma. In questi casi, l’aereo atterra da solo seguendo un segnale che arriva da un sistema di antenne posizionate al suolo chiamate ILS, Instrument Landing System”.
“Quando queste condizioni si verificano – prosegue il First Officer – facciamo dalla cabina di pilotaggio un annuncio specifico con cui raccomandiamo ai passeggeri che tutti i dispositivi siano spenti o in modalità aerea, perché è importante che il segnale dell’ILS non venga anche minimamente disturbato o alterato da altri segnali che da terra arrivino all’aeromobile, come sarebbe il caso di quelli inviati ai dispositivi elettronici personali”.
Questa eventualità si verifica assai raramente, per fortuna. E gli atterraggi automatici sono possibili solo da parte di alcuni modelli di aerei e solo presso aeroporti le cui piste siano dotate di un sistema ILS di Categoria 3, che è quello più potente e preciso. “Quando, invece, la visibilità è normale, di solito gli atterraggi si eseguono manualmente, disconnettendo comunque il pilota automatico dal sentiero dell’ILS non prima di avere la pista in vista”.