La mia ‘prima volta’ in business class su ITA Airways: “mi ha (quasi) fatto dimenticare di avere paura di volare”
Avete presente la sigla italiana di “Will, il principe di Bel Air”? “…Prima classe ma è uno sballo! Spremuta d’arancia […]
Avete presente la sigla italiana di “Will, il principe di Bel Air”? “…Prima classe ma è uno sballo! Spremuta d’arancia in bicchieri di cristallo…”.
In questo articolo:
Anche se a me è capitata solo – si fa per dire – una Business Class devo riconoscere di essermi sentita, e ripetutamente durante le 8 ore di viaggio da Roma a New York, come il giovane Willie: occhi luccicanti, sorriso stampato in faccia, entusiasmo naif. Ma anche una nettissima sensazione di sindrome da impostore.
Che ci faccio io qui? Io che non sono una frequent flyer e che ho persino paura dell’aereo, io che continuo a confondere il significato di termini come cappelliera e galley, io che non ho un conto in banca all’altezza della situazione né tantomeno un portafoglio di punti, miglia e programmi all’attivo? Io che, se esistesse una Lowest Economy probabilmente la sceglierei pur di fare un viaggio in più? Che ci faccio affondata nella poltrona in pelle di questo posto 6L sul nuovo A330-900neo di Ita Airways?
La sfida
Appunto: il posto 6L non è mio. Bensì del “barbone” a cui l’ho strappato di mano a Roma Fiumicino per mostrare ai lettori di The Flight Club come funziona la sfida “Hey barbone, voglio il tuo posto”. In sintesi: se incontrate Matteo in aeroporto, prima del gate, e per caso siete sul suo stesso volo, e inoltre avete in valigia uno dei gadget targati TFC, avrete diritto a viaggiare al suo posto. Bene, il mio compito era mostrare il meccanismo. E devo dire che ho fatto lavori peggiori di questo.
Prima volta in Business
Ecco dunque la mia prima volta in Business Class. Che poi non è proprio la prima, mi era capitato in passato un inatteso upgrade su un volo Turkish Airlines tra Istanbul e Genova, ma era un volo molto più breve e, per distrazione personale, non avevo potuto apprezzare al massimo quella botta di fortuna. A questo giro, invece, ho intenzione di godermi ogni singolo istante dell’esperienza. A partire dall’aeroporto.
Qui è dove mi rendo conto che un viaggio in Business inizia molto prima di prendere posto sull’aereo. Ovvero nei percorsi check-in dedicati e senza fila, nei fast track ai controlli di sicurezza, nell’accesso alle lounge. Dove si può mangiare e bere, farsi una doccia, a volte persino un massaggio. Personalmente, mi è bastata una poltrona comoda e una porta Usb funzionante a farmi assaporare “il lusso” essendo abituata ad attendere i voli in piedi, appoggiata a una colonna, visto che le sedute sono sempre tutte occupate, o accucciata in un angolo vicino all’unica presa libera per ricaricare lo smartphone.
Si sale a bordo
Sulla livrea blu di questo A330 Ita Airways il nome di Lorenzo Bernardi, il mio pallavolista preferito ever. Saluto un’assistente di volo mostrando la mia carta d’imbarco 6L ed esco dal flusso di “tutti gli altri”. “Prego, a sinistra”. Ed ecco che mi trovo nel settore della Business Class. Le poltrone sono 30. Al messaggio di boarding complete conterò 10 persone.
La differenza che percepisco all’istante, rispetto alla mia cara vecchia Economy, è la tranquillità assoluta. In seconda battuta noto il notevole rapporto assistenti di volo – passeggeri. Nel giro di pochi secondi ognuno è al suo posto. I bagagli sono posizionati ed eccomi pronta a studiare i servizi e l’ambiente che mi circonda.
La mia poltrona è sul lato destro della cabina. Ho due finestrini a disposizione. Purtroppo sono leggermente e irrimediabilmente appannati e per guardare fuori, cosa che adoro fare, dovrò contorcermi sfruttando i pochi centimetri nitidi. La poltrona dietro la mia, vuota, ha due finestrini perfetti ma la sindrome dell’impostore di cui sopra mi impedirà di chiedere all’equipaggio di cambiare posto.
Spazio, silenzio, relax
Apprezzo immediatamente lo spazio a disposizione e l’estetica scelta da Ita: so che questo mix panna-tortora-grigio chiaro, dalla moquette in corridoio, alla poltrona, alle pareti potrebbe presto diventare un indefinito beige-sporcizia ma per ora l’effetto è rilassante.
Un elegante e rilassante less is more. Anche le luci, che saranno modulate sapientemente durante il volo, sono calde, naturali e, ancora una volta, rilassanti. La poltrona è in pelle, così come il poggiatesta.
Il posto dispone di un piano d’appoggio fisso piuttosto ampio e di un grande tavolino estraibile dove sarà appoggiato il pasto e che posso utilizzare per lavorare. A tavolino aperto non è possibile alzarsi dalla poltrona quindi se dovete utilizzare la toilette, anche in Business, pensate a farlo prima del pasto. Ci sono poi un portaoggetti vicino al poggiatesta e una tasca per riviste e materiale informativo sotto il finestrino. Noto che le poltrone centrali hanno anche uno spazio laterale per piccole borse o per le scarpe. La mia no, quindi terrò tutto “a mezzo”.
Gadget & Co, come in una spa
A distrarmi immediatamente da questa piccola sensazione di disappunto è il reparto “gadget”. Diamonds are a girl’s best friend, cantava Marylin. Ma anche i prodotti di bellezza sono nostri ottimi amici. Ita Airways regala ai passeggeri della Business Class una trousse in spugna con all’interno creme, shampoo, balsamo, esfoliante e così via con la griffe di QC Terme.
Guardo la trousse e decido che parte del mio viaggio sarà dedicata a testare creme e cremine. Senza la privacy garantita dalla poltrona di business dubito che mi lancerei in pratiche di skin-care pubblica. Altri gadget si trovano in un astuccio beige con il logo di Ita: una mascherina imbottita per gli occhi, un paio di tappi monouso per le orecchie, dei calzettoni blu di lana, un set dentrificio e spazzolino (in bambù naturale) e una sorta di maschera defatigante contenuta in una capsula. In dotazione anche un cuscino piuttosto alto con federa in cotone e una copertina trapuntata. Poi le ciabatte di bordo e le cuffie. Non sono auricolari ma cuffie vere e proprie anche se non particolarmente performanti.
Maxischermo
D’altronde il sistema di intrattenimento si può collegare in bluetooth alle vostre cuffie personali. Per il resto, non posso che notare la grandezza dello schermo touch screen. Lo misuro in due palmi e mezzo dei miei ovvero 17,3 pollici (in Economy sono 13,3). I contenuti sono uguali a quelli delle altre classi: molti film vecchi e nuovi (scende una lacrimuccia alla vista di The Gremlins), puntate a caso di serie tv a caso (perchè?), musica e podcast. Poi qualche decina di giochi (ne provo un paio, la responsivity dello schermo è buona ma non ottima) e la mappa di volo interattiva.
Mangiare e bere in Business, la Grande Bellezza
L’aereo non è ancora decollato che una hostess mi offre un bicchiere di bollicine. Sarà il primo di quella che potrebbe essere una lunga serie ma mi darò una regolata.
Qualche tempo fa ho letto un commento a un articolo di TFC dove il lettore chiedeva “Ma cos’è questa mania di bere bollicine a bordo di un aereo?”. Giuro che non ho capito la domanda.
Sto ancora pensando a se e come gestire l’offerta di alcolici quando mi viene consegnato il proverbiale pannicello caldo, preludio al pasto principale. Allora apro il menù, cartaceo, e penso per un attimo alla me che ordina un burritos confezionato su un Easyjet per Berlino.
Penso che non valga neppure la pena di fare paragoni tra un volo low cost ed Economy e uno dove l’offerta porta la firma di Gian Piero Vivalda, 2 stelle Michelin all’Antica Corona Reale. Ci sono due proposte per ogni pietanza e io sceglierò, anche su consiglio dell’assistente di volo, tutti i signature dish. Mentre scrivo questo articolo mi torna l’acquolina in bocca pensando, in particolare, al Garretto di vitello alle mele e porto e al Raviolo del plin alla zucca mantovana, mostarda e amaretto. Il pasto è servito in piatti veri, su una tovaglia vera, con posate vere. Intendo: porcellana, cotone, metallo. Non plastica, plastica, plastica.
Dimenticavo: prima del pasto c’è stato l’aperitivo. Da scegliere attraverso un menù delle bevande che propone, oltre a birre, vini, spumanti e analcolici, vari tipi di spritz e la possibilità di comporre il proprio cocktail preferito. Checked. Nel menù bevande anche i vini per il pasto, la caffetteria e, questo non me l’aspettavo, gli “ammazzacaffé”.
Quando mancherà poco più di un’ora all’arrivo arriverà anche uno snack aggiuntivo, con una coppetta di olive, una mini-margherita bufala e datterini, e della frutta fresca: a quel punto non avrò più idea dell’orario ma, nel dubbio, ad accompagnare, ancora bollicine.
Anche per tenere compagnia a The Flyer, comparso improvvisamente in Business per sincerarsi che tutto stesse andando per il meglio. “Sì, tutto ok barbone”.
Dormire in Business Class
Il mio Roma Fiumicino – New York Jfk è stato un volo sostanzialmente diurno. Partenza alle 16.20, arrivo (in anticipo) alle 18 locali, serata inoltrata in Italia. Ho quindi testato la poltrona-letto della Business Class solo per qualche minuto e non ho veramente dormito in aereo.
L’altro disclaimer è relativo alla mia stazza: minima. Quindi devo dire che la poltrona, reclinabile fino a diventare un letto, era per me abbondantemente lunga e larga. Potevo addirittura decidere se stare supina, prona o su un fianco. Certo, per fisici più strutturati la possibilità di movimento è decisamente più limitata. Credo inoltre che per dormire siano necessari i tappi: la poltrona non si può isolare dal resto della cabina ad esempio con un separé e, incredibile ma vero, in Business c’è chi russa tanto quanto nella camerata di un rifugio di montagna.
Lavorare in Business Class
La tranquillità e il comfort del mio posto 6L “strappato al barbone” mi hanno consentito di iniziare a scrivere questo articolo in un ambiente dove concentrarsi non è impossibile. Le numerose prese per la ricarica, le cuffie dove cercare un rumore bianco, le luci direzionabili, gli spazi: tutto concorre a far rendere al massimo il tempo a disposizione.
Nella mia ignoranza, tuttavia, mi sarei aspettata che nel prezzo del biglietto in Business Class fosse incluso un utilizzo della rete wireless più ampio rispetto ai 30 minuti offerti gratuitamente a tutte le classi. Suppongo che chi possa pagare un viaggio in Business non si faccia problemi a spendere qualche euro per avere internet. Tant’è…
I conti della serva: ne vale la pena?
Il mio biglietto a/r in Business Class è costato (non a me) 1800 euro. E abbiamo volato in bassissima stagione, subito dopo il periodo di Natale. Quindi non vi dirò se ne valga la pena ma, per citare David Foster Wallace, questo viaggio potrebbe essere “una cosa divertente che non farò mai più”. O forse il contrario, chissà, magari imparando a sfruttare al meglio le opportunità di carte e programmi. Vedremo.
Questo viaggio è “volato”
A un certo punto del viaggio, quando mancavano circa 5 ore all’arrivo (e ne erano passate meno di 3 dalla partenza) ho pensato: “Cavolo, mancano solo 5 ore all’arrivo”. La stessa frase in Economy sarebbe stata: “Cavolo, mancano ancora 5 ore al’arrivo”.
Senza dubbio la qualità del viaggio altera, in meglio, la percezione del tempo. E devo ammetterlo: viaggiare circondata da coccole e attenzioni, da relax e tranquillità – ma forse anche i bicchieri di Brut hanno influito – mi ha (quasi) fatto dimenticare di avere paura di volare.
- 6.000 miglia Bonus di registrazione
- Raccogli le miglia CON OGNI ACQUISTO
- Le tue miglia senza scadenza*
- Senza commissioni per prelievi bancomat e acquisti all’estero
- Senza bisogno di dover cambiare banca
- Attivazione della carta in autonomia
- Applicazione mobile multi-funzione
- Assicurazione di viaggio gratuita
- Credito gratuito fino a 7 settimane
- Pagamento Contactless
- Mastercard® SecureCode