Addio Uber in Italia? In arrivo nuove regole sugli NCC
Uber nasce nell’ormai lontano 2009 a San Francisco dall’idea di due ingegneri, Travis Kalanick e Garrett Camp. L’azienda, come noto, […]

Uber nasce nell’ormai lontano 2009 a San Francisco dall’idea di due ingegneri, Travis Kalanick e Garrett Camp. L’azienda, come noto, esplode quasi subito e si espande a macchia d’olio negli Stati Uniti: nel 2011 sbarca in Europa, a Parigi, mentre in Italia arriva un paio d’anni dopo. È il 2013 quando il servizio viene lanciato in Italia con il nome di “Uber Pop”: il funzionamento è semplice e, se vogliamo, innovativo, cioè offrire delle corse con la propria auto a prezzi convenienti e più bassi rispetto ai taxi.
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Come è noto, tuttavia, la storia di Uber in Italia è stata piuttosto burrascosa oltreché breve: solo 2 anni dopo, nel 2015, il tribunale di Milano dichiarò illegale di servizio offerto da Uber per concorrenza sleale; da quel momento in poi, nel Bel Paese, Uber ha continuato ad offrire unicamente il servizio”Uber Black”, una sorta di Ncc di lusso.
Ma, a giudicare dalle parole dell’ad di Uber Dara Khosrowshahi (e dalla lettera aperta del n. 1 di Uber Italia Lorenzo Pireddu), sembra che anche il servizio di lusso offerto da Uber in Italia sia arrivato al capolinea.
“Rispondendo ad un semplice problema – come posso spostarmi dal punto A al punto B in modo facile e immediato? – negli ultimi 15 anni abbiamo cambiato il modo in cui le persone si muovono nelle città di tutto il mondo. Siamo presenti in oltre 15 città italiane perché spostarsi con Uber non deve essere un privilegio di New York, Parigi, Milano o Roma. Dopo le berline nere degli NCC abbiamo aperto il servizio anche ai taxi perché non siamo qui per dividere, ma per innovare. Da italiani ci siamo rassegnati a code infinite e a non trovare una corsa quando ci serve. Il nostro Governo sembra però non voler risolvere la situazione, ma addirittura andare nella direzione opposta a quello che serve ai cittadini. Il tempo di attesa medio per una corsa Uber in Europa è di 5 minuti, ma secondo una nuova legge che potrebbe entrare in vigore tra qualche mese il tempo obbligatorio di attesa in Italia per un utente sarà di 60 minuti. Perché a Roma o Milano le persone devono aspettare 55 minuti in più per la corsa rispetto a Parigi o Madrid? Gli italiani meritano di più. Meritano di vivere in città meno trafficate e con maggiori, non minori, opzioni di mobilità. La mia domanda, quindi, è molto semplice: dove vogliamo andare?”. Queste le parole di Lorenzo Pireddu, general manager di Uber Italia, il quale critica la nuova direzione che il Governo Italiano sarebbe in procinto di prendere.
Il casus belli è la contestata riforma sul noleggio auto con conducente in preparazione al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, contro la quale – il prossimo 25 marzo, a Roma – la categoria degli NCC scenderà in piazza per manifestare.
«Difficile crederci, ma sembra che i giorni più bui per chi vuole andare dal punto A al punto B in Italia siano ancora davanti a noi. La scorsa settimana il ministero dei Trasporti ha annunciato l’intenzione di mettere sostanzialmente fuori legge il trasporto a chiamata in Italia, con un decreto che imporrebbe agli Ncc di aspettare un’ora prima di prendere un passeggero, anche se l’autista è a pochi metri. In Europa in media il tempo è di circa cinque minuti. Con questa nuova legge, il tempo obbligatorio di attesa in Italia sarebbe di 60: il 1.100% in più rispetto alle controparti europee. Perché i romani devono aspettare 55 minuti in più rispetto ai parigini o ai madrileni? – ha detto l’AD di Uber Khosrowshahi in un’intervista rilasciata al CorSera – Non c’è alcuna ragione o logica, è semplicemente un modo di proteggere e placare un piccolo ma rumoroso gruppo di tassisti. Ciò che rende il tutto ancora più assurdo è che Uber e i tassisti collaborano in tutto il mondo, anche in Italia. A livello globale Uber ha aiutato 235 mila tassisti in 33 Paesi a guadagnare oltre 1,6 miliardi di dollari negli ultimi anni. Siamo amici, non nemici».
Sono sostanzialmente tre le norme più contestate dalla categoria degli NCC. La prima è l’introduzione di un documento di servizio elettronico: sarà obbligatorio specificare tanto il tragitto che l’utente desidera effettuare quanto gli orari di partenza e di arrivo. La seconda norma particolarmente avversa agli NCC, invece, riguarda l’attesa di ben 60 minuti tra un servizio e l’altro (o, in alternativa, il rientro nella sede della società che offre il servizio) prima di cominciare una nuova corsa. La terza e ultima norma è relativa al divieto di intermediazione: hotel, agenzie di viaggio e cooperative non potranno più prenotare il servizio di noleggio con conducente per i proprio clienti.