L’Australia riapre: serve però la Digital Passenger Declaration
La Digital Passengers Declaration (DPD) è il nuovo documento richiesto dall’Australia per accettare i visitatori dall’estero, come forma di controllo […]
La Digital Passengers Declaration (DPD) è il nuovo documento richiesto dall’Australia per accettare i visitatori dall’estero, come forma di controllo dei requisiti sanitari contro il Covid-19.
In questo articolo:
Voglia di un viaggio in Australia? Nessun problema, visto che dallo scorso 21 febbraio il paese oceaniano ha riaperto ai turisti stranieri. Ma c’è una novità da tenere in considerazione, quella relativa alla Digital Passenger Declaration.
Si tratta di una semplice dichiarazione che attesta che il visitatore – che si tratti di uno straniero o un australiano che rientra nel suo paese d’origine – è in possesso dei necessari requisiti d’ingresso in Australia. Questa nuova misura sostituisce la vecchia Australia Travel Declaration. È da considerarsi un’aggiunta al normale visto d’ingresso nel paese, che resta ovviamente altrettanto obbligatorio. Ecco tutte le informazioni.
Australia: come e quando compilare la Digital Passenger Declaration
Questa nuova misura è in vigore dal 18 febbraio 2022, per cui chiunque voglia entrare in Australia nei prossimi mesi dovrà compilare questa documentazione, che si può trovare facilmente sul sito del Dipartimento degli Affari Interni del paese oceaniano.
La Digital Passenger Declaration richiede le seguenti informazioni:
- I contatti, compreso il numero di telefono con cui sarà reperibile durante il soggiorno in Australia.
- Il proprio status vaccinale o, in alternativa, una valida esenzione medica.
- Il risultato negativo del test sul Covid-19 effettuato prima della partenza.
- Un elenco dei luoghi visitati nei 14 giorni precedenti all’arrivo in Australia.
- Una dichiarazione che soddisferà tutti i requisiti di test previsti dal governo australiano.
- Il numero del volo, di passaporto e l’indirizzo previsto durante il soggiorno in Australia.
La DPD può essere compilata anche 7 giorni prima del volo. Potrà essere finalizzata e inviata al governo locale solo a partire da 72 ore prima della partenza. Questo è necessario per via del requisito del test negativo sul Covid-19, che non può essere effettuato prima di 3 giorni dal volo.
Una volta compilata la Digital Passenger Declaration, si possono ottenere solo due risposte: ‘complete’ (completata) o ‘confirmation required at check-in’ (conferma richiesta al check-in). Nel secondo caso, non significa che la richiesta è stata respinta, bensì che per sicurezza verrà controllata anche al momento del check-in, motivo per cui è meglio presentarsi in aeroporto un po’ prima in modo evitare lunghe code che possono fare perdere il volo.
Qualunque sia la risposta, comunque, è sempre meglio avere con sé, sul telefono o stampata, la DPD, assieme al certificato vaccinale e al risultato negativo del test pre-partenza. E, come già detto in precedenza, per poter entrare in Australia sarà necessario anche aver ottenuto prima il visto d’ingresso, che si può richiedere qui.
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